Max Mara

Max Mara regina di Berlino

La fashion house italiana conquista la capitale tedesca con una due giorni di eventi dedicata alla cruise 2020 disegnata dal direttore creativo Ian Griffiths. E anima le sale dello spettacolare Neues Museum con défilé e dinner gala. Chiamando a sfilare anche Ute Lemper e Carolyn Murphy. “Nell’anno del 30esimo anniversario della caduta del muro abbiamo voluto rendere omaggio a questa città. Che da sempre, fin da quando ero ragazzo e studiavo a Manchester è stata nel mio cuore. Grazie anche a due eroi, come David Bowie e Marlene Dietrich, che l’hanno amata”, ha spiegato il designer
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Un omaggio a Berlino. A quella Berlino che celebra il 30esimo anniversario della caduta del muro. A quella Berlino trasformata da architetti visionari dopo essere stata ferita durante la seconda guerra mondiale. A quella Berlino interpretata da due icone contemporanee come David Bowie e Marlene Dietrich. Il racconto di Max Mara legato alla Resort 2020 parte dalla capitale tedesca. E in particolare dalle sale spettacolari del Neues museum, rinate grazie al lavoro di restauro portato avanti da David Chipperfield e oggi destinate a ospitare una importante collezione di reperti egizi, compresa la testa di Nefertiti. “Berlino è la mia città preferita sin da quando ero uno studente a Manchester negli anni 80. L’arte della Bauhaus. Gli anni di David Bowie e della sua creatività estrema. Il fascino di una grande seduttrice come Marlene Dietrich… Ho sempre avuto un legame forte e creativo con questa città. E ho sempre avuto il desiderio di esplorarla a livello estetico”, ha spiegato a pochi minuti dall’inizio della sfilata Ian Griffiths, direttore creativo del marchio. “Quest’anno poi la città festeggia il 30esimo anniversario della caduta del muro, un momento importante che celebra la distruzione di un muro, non solo fisico, e segna la rinascita di una città che oggi, anche a livello architettonico, vanta progetti di Norman Foster, di Renzo Piano, di Franck Gehry, di Daniel Libeskind o dello stesso Chipperfield. Berlino è oggi un punto di riferimento per arte, architettura e design. Discipline che sono legate a doppio filo con l’universo Max Mara”. Et voilà. Sotto gli occhi di un first row capitanato da Angela Bassett e punteggiato di influencer internazionali sfila dunque la collezione Max Mara Resort 2020. “Sono davvero emozionato di essere qui. La sfilata è il culmine di sei mesi di lavoro, è la tappa finale di un lungo e articolato viaggio che ha coinvolto tante e diverse persone”, ha poi aggiunto Griffiths. “E mi emoziona ancora di più essere qui, in un ambiante carico di storia ma trasformato da un intervento artistico moderno. Che è un po’ l’essenza della storia di Max Mara”. Una storia che inizia di nuovo, quando si accendono le luci sulla scalinata monumentale. Nell’aria risuona un soundtrack emozionante, con la voce di David Bowie che parla e racconta il fascino conturbante di Marlene Dietrich (i due parteciparono al film Gigolò ma non si incontrarono mai: il film venne girato tra Parigi, dove viveva la diva, e Berlino, dove recitava Bowie e le loro interazioni vennero montate in post-produzione). Nei 49 look che calcano la scena è racchiuso tutto il nuovo di Max Mara. "Volevo creare qualcosa di brutalista, in un certo senso primitivo e trovare un punto di incontro tra cultura e subcultura. Per essere classici ma non conservativi come nello spirito della griffe". Così il nuovo è scandito dai coat e dai tailleur color miele dell’inizio, dai paletot monumentali tinteggiati di cammello e intessuti di luce, dalla pelle sauvage e dai doppiopetto gessati vestiti di tabacco. A stringere la vita, sottili cinture maschili in coccodrillo prezioso. Al collo e ai polsi gioielli che racchiudono un neoprimitivismo semplice ed elegante. Per rompere il rigore di un daywear scandito da innumerevoli sfumature di grigio, un acuto di rosso profondo, rubino. Per le cappe di fiori sfilacciati o per le gonne che sfiorano terra, tramutate in cespugli rigogliosi. Quegli stessi fiori che spuntano sulle spalle di un pull a dolcevita o su quelle di una giacca dal fit sartoriale. E che sbocciano in un finale di bianco accecante. Fra trasparenze peccaminose, costruzioni androgine o tessuti dai bordi unfinished, pronti a sigillare un’eleganza sofisticata e algida. Figlia di un insegnamento della stessa Dietrich: “Mi vesto per raccontare una storia. Non per me stessa, non per il pubblico e nemmeno per gli uomini o perché è di moda…. Mi vesto per creare un’immagine e raccontare una storia”. In pedana, a chiudere lo show, la supermodel Carolyn Murphy ma soprattutto Ute Lemper, la cantante e attrice tedesca considerata l’erede creativa della stessa Dietrich. La Lemper, la sera prima dello show in un completo Tuxedo, aveva portato in scena, nella cornice decadentemente raffinata della Spiegelsaal-Claerchens ballroom, lo spettacolo Rendezvous with Marlene dedicato proprio al suo legame profondo e creativamente intenso con l’Angelo azzurro. Ad animare il dopo sfilata, un dinner gala nel cuore del museo con menù dal sapore italiano, tra pizza di caviale e ravioli al limone, ma soprattutto un setting total white. Con tavoli vestiti di fiori immacolati e animati da una fauna di animali scolpiti in raffinate porcellane di Meissen. Sono cerbiatti e scimmiette, fenicotteri e leoni, elefanti e grandi castori che spuntano in una giungla di mughetti e bocche di leone, tra candelabri e piccole luci. A raccontare un legame, quello tra Max Mara e Meissen, che ha visto le due realtà collaborare nel segno della tradizionale manifatturiera. “Siamo felici di aver lavorato con Max Mara e di aver unito la storia di due marchi rinomati in tutto il mondo per la loro eccellenza creativa e di manifattura”, ha spiegato Georg Nussdorfer, ceo di Meissen. “I boccioli di neve Meissen che sono serviti da ispirazione per la collezione sono parte della storia della porcellana. Ora grazie a Max Mara incanteremo anche il mondo della moda”. A racchiudere tutti questi concetti, un cappotto. Battezzato Berlino, è double face in cashmere e lana, con spalle appuntite alla Marlene e decorazioni di fiori applicati ispirati proprio alle porcellane di Meissen. “Questo è il primo look che ho disegnato… Racchiude tutto il pensiero di questa stagione. C’è l’eleganza e il carattere di Marlene. C’è la provocazione raffinata di Bowie. Erano molto diversi ma avevano un tratto comune nel loro vestire. C’è il modernismo di Berlino e il decorativismo di Meissen”, ha concluso Griffiths. “C’è femminilità e rigore, seduzione delicata e fascino conturbante. D’altronde, come diceva la Dietrich, se la donna è un angelo può essere anche diavolo… Anzi quasi sicuramente il diavolo è donna”.

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Gli ospiti 

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Angela Bassett
Carolyn Marphy
Helena Bordon, Hikari Mori, Yoyo Cao, and Bryan Boy
Carodaour, Candela Pelizza, Gala Gonzalez e Tamu McPherson, Eleonora Carisi
Ute Lemper
Nicky Hilton
Caroline Daour e Helena Bordon
Charlott Cordes
Aida Garifullina
Yo Yo Cao
Bryan Boy e Hikari Mori
Candela Pelizza
Eleonora Carisi
Tamu McPherson
Gala Gonzalez in Max Mara
Lola Arrivabene in Max Mara
Vera Arrivabene in Max Mara
Gala Gonzalez, Lola e Vera Arrivabene in Max Mara

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