Interviste

L'intervista all'artista Vanessa Beecroft e la collaborazione con Moncler Genius

Moncler chiama Vanessa Beecroft per realizzare una performance in Galleria Vittorio Emanuele a Milano in occasione dell’apertura della nuova boutique Moncler Genius.

Una foto della performance di Vanessa Beecroft e la collaborazione con Moncler Genius
La performance di Vanessa Beecroft e la collaborazione con Moncler Genius alla Galleria Vittorio Emanuele di Milano

Moncler House of Genius il temporary concept store apre in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano, in occasione l'artista contemporanea Vanessa Beecroft torna in Italia per realizzare la performance ‘VB87’ in collaborazione con il brand. Il suo ritorno in Italia, in una location così fondamentale per la citta, rievoca il suo trascorso e la sua formazione all’Accademia di Belle Arti a Brera.
La incontriamo a Milano e prima dell’intervista Vanessa Beecroft si assicura di essere in uno spazio silenzioso, scegliendo la disposizione di tutte le persone presenti, come se dovesse trovare la formazione perfetta per una sua performance: “Sono fissata con l’ordine, quando sono a casa mia riordino anche tutti i libri organizzandoli per colore”. 

I tuoi lavori hanno segnato la storia dell’arte contemporanea. Com’è cambiata la tua arte negli anni? 
Il mio lavoro è sempre stato vicino alla mia biografia, ha seguito il corso della mia vita dall’Italia agli Stati Uniti fino ai viaggi nei nuovi mondi. Tento sempre di incorporare quello che osservo come individuo nel mio lavoro e il soggetto è sempre quello di una donna. 

Dai tableaux vivant e le performance, alle sculture passando per i disegni, con quale format ti sei sentita più a tuo agio? 
La verità è che amo molto la pittura e non mi sono mai sentita all’altezza di dipingere, adesso ho uno studio che mi permette di dipingere pitture gigantesche in maniera rapida. Con gli altri format ho la stessa facilità a fare qualunque cosa, se mi trovo a Los Angeles e ho la creta perché non c’è nient’altro, faccio sculture in creta; se sono a Carrara la faccio in marmo. La performance per me è più attitudinale perché concettuale, ho la visione di un’immagine e passo alla realizzazione.

Cosa si prova a cambiare format o anche semplicemente cambiare da un materiale all’altro?
Significa continuare la mia ricerca, e non so mai se sono all’altezza; e invece ho delle sculture alte 3/4 metri e non so nemmeno come sono riuscita a realizzarle, ma le ho fatte io e quindi mi sembra magico.

Tra i tuoi riferimenti principali, la tradizione rinascimentale italiana. Quanto è importante per te il passato e la storia? 
Io molto spesso fondo il passato e il presente, cerco sempre di rinnovare il passato nel presente. Sono molto contenta di esser nata in Italia e non mi ero resa conto di quanto fosse importante. Anche le piccole cose rimangono nel background di ogni persona. 

Come si svolge il tuo processo creativo? 
È molto impulsivo, a volte non penso e ho delle immagini visive chiare e nette in particolare modo per le performance. Tante volte durante il processo mi fermo a riflettere e penso “E se fosse una scelta sbagliata?”. La creta: prendo un quintale di creta e comincio a modellare, non progetto mai così tanto, anche se per le performance le disposizioni delle persone sul pavimento seguono una planimetria architettonica ma è veloce, intuitivo e anche un po’ incosciente. 

Le tue opere sono contrassegnate da forti connotati semiologici, quanto conta per te l’estetica? 
L’estetica continua a cambiare. I canoni estetici degli anni ’90 e le aspirazioni che avevo in quegli anni oggi sono probabilmente il contrario, perché sono state assimilati dalla società vedendole e riconoscendole non vorrei ricrearle. Per me l’estetica è importante e nasce dal contenuto, non è il fine dell’opera.

Dalla collaborazione con Miuccia Prada a YSL, la moda è sempre stata per te strumento fondamentale per le tue opere, come si è sviluppata la collaborazione con Moncler? 
La moda è sempre stata alleata a perseguire un’immagine che fosse esteticamente più plausibile e meno prosaica. Magari tra qualche anno utilizzerò altri elementi non appartenenti alla moda. Per 'VB87' Moncler mi hai invitato in maniera repentina e istintivamente ho accettato, volevo utilizzare la memoria e la tradizione del brand, e riproporlo oggi con un'immagine che si posiziona esattamente tra il vintage e l'evanescente.

Vanessa Beecroft, VB87 2019 

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