Valentina Bellé speaks out: l'intervista ad una promessa del cinema italiano
La giovane promessa del cinema italiano ha lavorato con George Clooney, Tony Servillo e Dustin Hoffman. A breve la rivedremo in televisione, con “Romulus” e “Volevo fare la rock star”. Il suo sogno? Interpretare Lady Macbeth.
Photography PAOLO MUSA
Styling GIULIO MARTINELLI
Negli ultimi anni si è divisa tra televisione e cinema, anche partecipando a esperienze internazionali, come la miniserie “Catch-22” diretta da George Clooney. Valentina Bellè, 29novenne veronese, dopo aver studiato recitazione alla Lee Strasberg di New York e al Centro Sperimentale di cinematografia di Roma – presentando per il provino d ’ammissione un complesso testo dell’attore americano William Saroyan – ha preso parte a produzioni importanti come “L'uomo del labirinto”, di Donato Carrisi con Toni Servillo e Dustin Hoffman, e al film di Netflix sulla vita di Roberto Baggio “Il Divin Codino”, dove interpreta la moglie Andreina. A breve la ritroveremo sugli schermi con le seconde stagioni della serie storica “Romulus” e “Volevo fare la rockstar”.
L’OFFICIEL ITALIA: Come è nata la tua passione per la recitazione?
VALENTINA BELLÈ: Non mi ricordo. Alle medie facevo teatro, mi piaceva e pensavo, “è bellissimo, voglio fare questa cosa qua per sempre”. Ma dovevo capire se era solo un sogno da bambina o se potesse diventare un lavoro vero, così ho iniziato a studiare in Accademia e non ho avuto più alcun dubbio.
LOI: Per un breve periodo, da giovanissima, hai fatto la modella...
VB: La verità? Non ho fatto la modella...mi servivano (tanti) soldi per andare a studiare recitazione a New York. Era un modo come un altro per guadagnare e, ingenuamente, pensavo di farlo più in fretta. Poi mi sono resa conto che la realtà era ben diversa e che io non centravo nulla con quel mondo.
Ho avuto la grande fortuna di poter lavorare con Luca Marinelli per un film-progetto dedicato a Fabrizio De André. Lui mi ha dato una mano perché il mio era un ruolo difficile.
LOI: Sei una ragazza molo bella... la bellezza è mai stato un limite?
VB: No... all’inizio però l’ho combattuta. La associavo a qualcosa che non ha a che fare con la competenza, forse perché è quello a cui la società, in un modo o in un altro, ci ha abituato. Non mi percepisco bella e la vivo come una sorta di battaglia interiore... Per fortuna il mestiere dell'attore offre la possibilità di giocare con l'immagine che si rimanda, sul set essere bella non mi interessa, a meno che il personaggio non lo richieda.
LOI: Hai studiato e lavorato in molte città: New York, Vienna, Roma... un ricordo per ciascuna?
VB: Vienna è ordine, eleganza, compostezza. New York è l’esatto opposto. Se dovessi scegliere una parola direi che è tutto: follia, apparente libertà, caos, rumore... Roma invece è casa. Una città che si ama e si odia; è una donna, un’amante a cui si fa sempre ritorno.
LOI: Al provino per il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma hai portato il testo di Saroyan, “Time of your life”. È un autore insolito per una giovane...
VB: A New York ho capito di non sapere affatto l’inglese! Ho applicato un piano: non parlare mai in italiano e leggere in lingua. Tra i tanti testi teatrali ho scovato “Time of your life”. La protagonista, una prostituta con un vissuto drammatico, mi aveva colpito nonostante fosse una donna lontana da me e ho deciso di farne un monologo per il provino; avevo si e no vent’anni ed ero alla ricerca del testo perfetto. Sapevo che nessun’altro avrebbe scelto Saroyan, sono contenta di quella scelta, alla fine, ha funzionato.
LOI: Chi è la figura, del tuo settore, che ti ha influenzata maggiormente?
VB: Senza ombra di dubbio Luca Marinelli. Abbiamo avuto la fortuna di lavorare insieme a lungo in un progetto speciale “Fabrizio De André - Principe libero”. Interpretavo Dori Ghezzi e lui mi ha dato una mano perché era un ruolo difficile. Vederlo lavorare mi ha insegnato tanto.
LOI: Ne “Fabrizio De Andrè - Principe libero” e “Il Divin Codino” hai interpretato le mogli di De Andrè e Baggio. È ancora giusto dire “Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna”?
VB: La frase per me oggi non ha molto significato. Se penso a Dori, non penso a Fabrizio ma a Dori: alla sua musica, le sue canzoni, a lei come donna; lo stesso vale per Andreina. È stato bellissimo andare a casa loro, conoscerle e parlarci: ero interessata alla persona, e non a loro in relazione ai compagni.
LOI: Televisione o cinema?
VB: Devo scegliere? Sono diversi, in primis per i tempi. Il cinema d’autore, che mi piace, ha delle tempistiche “giuste” e non la fretta che c’è quando si girano le serie tv. Quest’ultime, però, sebbene subiscano l’ansia da prodotto e la loro durata dipenda direttamente dagli ascolti, danno la possibilità di approfondire le storie e i personaggi più a lungo.
Sono in un momento di personale entusiasmo, vedere il cinema italiano che si diverte e sperimenta, mi rende molto felice.
LOI: Che rapporto hai con la moda?
VB: Non sono un’esperta ma è un mondo che mi incuriosisce. Mi affascina pensare che ci sia qualcuno che riesce a dare una sua visione del contemporaneo, interpretare i tempi e in alcuni casi, proporre perfino scenari futuri... trovo che sotto questo aspetto sia molto potente. La moda è una chiave di identificazione, non tanto con se stessi ma tra noi e il mondo.
LOI: Quale ruolo ideale ti piacerebbe interpretare?
VB: Non vedo l’ora di fare qualsiasi cosa scritta bene, un progetto in cui il regista sposi la causa. Sono quelle le storie fatte per me. Poi si ok... mi piacerebbe interpretare Lady Mcbeth.
LOI: Il tuo film preferito?
VB: L’ho rivisto di recente ed è stupendo, “Novecento” di Bertolucci.
LOI: E il regista con cui ti piacerebbe lavorare?
VB: Amo i registi che scelgono attori o “non attori” in grado di esprimere la loro anima. Uno è Emanuele Crialese, che ha una sensibilità notevole legata alla sua terra d’origine, la Sicilia. Trovo che “Respiro” sia uno dei film italiani più belli. Adoro anche Carpignano o Alice Rohrwacher, che crea dei personaggi di grande purezza e ingenuità. Ma in generale credo che il nostro cinema, in questo momento, stia realizzando operazioni estremamente belle, oneste. Sono in un momento di personale entusiasmo, vedere un cinema italiano che si diverte, che sperimenta, anche nei generi, mi rende molto felice.
Team credits:
TALENT Valentina Bellé
EDITOR IN CHIEF Giampietro Baudo
PHOTOGRAPHY Paolo Musa
STYLING Giulio Martinelli
HAIR Daniel Manzini @W-MMANAGEMENT using GHD
MAKE UP Riccardo Morandin @W-MMANAGEMENT using MAC COSMETICS
SET DESIGN Artificio Scenografie
RETOUCHING Anna Bolchi @TWINTOUCH
DIGITAL OPERATOR Luca Giorla
PHOTO ASSISTANTS Umberto Corsico e Giulio Pasqua
STYLIST ASSISTANTS Terry Lospalluto e Virginia Papalini
Special Thanks to BIG BANG STUDIO, Milano.