Fay Archive: rileggere il passato
Negli anni ʼ80 Diego e Andrea Della Valle acquistano il brand americano Fay, specializzato in capi di abbigliamento tecnico per pompieri, con l’idea di introdurre in Italia un nuovo concept di workwear a uso urbano. Nel giugno 2019 nasce Fay Archive, progetto che riscopre il DNA originario del marchio attraverso una chiave di lettura contemporanea. La direzione creativa viene affidata all’esperto di vintage Alessandro Squarzi che, forte del proprio archivio di circa 6mila pezzi, di una profonda conoscenza dell’outdoor americano e di una grande sensibilità per l’eleganza italiana, ha dato vita a una collezione senza tempo. A raccontare visivamente il progetto, un reportage di Davide Monteleone, fotografo documentarista (ed explorer del National Geographic), che ha seguito sul campo lʼutilizzo dei capi Fay da parte di “tester” a contatto con la natura in vari Paesi, dal pescatore del Don a un affumicatore di aringhe svedese. In una ripresa dello spirito delle vecchie campagne pubblicitarie, raffiguranti uomini veri nel loro contesto lavorativo.
Come nasce la tua passione per la moda? E per il vintage?
In realtà, toglierei la parola moda lascerei la parola vintage. Non sono un appassionato di moda, non sono mai stato attratto dalle tendenze. Al contrario, mi piace parlare di stile guardando alla storia dei capi, alla manifattura e ai tessuti. Provengo da una famiglia umile e negli anni ’80 – quando sono diventato adolescente – i miei amici compravano i capi d’abbigliamento allora di tendenza, io non avevo le possibilità economiche per farlo, così andavo a Bologna al mercatino della Montagnola a comprare abiti vintage. Ricordo che passavo ore a parlare coi venditori, facendomi spiegare la storia e la manifattura dei capi d’abbigliamento che vendevano.
I capi del tuo archivio personale ti hanno ispirato nel dare vita a quello di Fay?
Ho un archivio di qualche migliaio di capi vintage che spaziano dal denim alle giacche in pelle anni ’30 e anni ’50, ma anche giacche militari, abbigliamento da caccia… una contaminazione di stili e di anni che mi hanno molto aiutato nella creazione di Fay Archive. Ad esempio, nell’ultima collezione c’è un cappotto militare che è stato ispirato da uno del mio archivio, appartenente alla U.S. Navy.
Com’è nato il progetto Fay Archive? Cosa rappresenta per te questa nuova avventura con Fay?
Avere avuto l’opportunità di lavorare con il gruppo Della Valle è stato importante. Fay Archive si propone di dare luce a dei prodotti storici e senza tempo, con una capsule all’interno della collezione ordinaria di Fay, attraverso una proposta che rappresenta al 100% il DNA del brand. L’obiettivo di Fay Archive è quello di rendere contemporanei i capi storici che qualsiasi uomo dovrebbe avere nell’armadio. Acquistare un Fay Archive non significa semplicemente comprare una giacca o un cappotto, significa tramandare storia e tradizione. Se rincorri la moda, rischi sempre di essere fuori moda, facendo fede al tuo stile, invece, non sarai mai fuori moda.
Come si è sviluppato il processo di ricerca del progetto?
I miei viaggi, che rappresentano anche la mia quotidianità, sono stati fondamentali. Paesi come l’America e il Giappone sono stati utili nella mia esplorazione ma, anche senza andare troppo lontano, uno dei mercatini da cui sono stato ispirato recentemente è vicino a Napoli. Quando, invece, devo lavorare alle collezioni mi chiudo nel mio archivio, seleziono dei capi da portare in azienda dove, assieme al team creativo, creo outfit nuovi, prendendo ispirazione da forme, cuciture e dettagli vintage. Sono stato da subito entusiasta di questo progetto, sento che mi appartiene totalmente. A vent’anni, il capo che comprai con i primi guadagni fu proprio un giaccone 4 Ganci Fay. La colonna portante della capsule è questa giacca, un capo timeless che rappresenta la storia dell’azienda e che è doveroso celebrare, ma che oggi viene reinterpretato in chiave contemporanea.
Il gruppo Della Valle persegue da anni un approccio sostenibile di produzione, questo succede anche con Fay Archive?
Con Fay siamo molto attenti al rispetto della natura. Utilizziamo prodotti e metodi di produzione sostenibili. Ad esempio, lavoriamo con aziende italiane del comparto di Prato che adottano dei processi di riciclo della lana e i cotoni che utilizziamo non subiscono processi chimici. Io stesso non tollero i materiali sintetici e anche in questo caso la mia filosofia e la filosofia del brand si incontrano alla perfezione. L’intera produzione delle collezioni Fay Archive è made in Italy. Credo che oggi si stia acquisendo sempre più consapevolezza in termini di sostenibilità e che ci sia una volontà di possedere capi che durino nel tempo, fatti con tessuti nobili; acquistando meno pezzi di maggiore qualità. Anche questo è in sé un atteggiamento sostenibile e Fay Archive, proponendo prodotti fatti per durare, rappresenta appieno questo modo di pensare e agire.
Andrey, taglialegna, nella foto qui sopra e in apertura di servizio, indossa Parka over fit in popeline idrorepellente con membrana tecnica traspirante, dotato di un ampio cappuccio, imbottitura in ovatta tecnica e coulisse interna in vita, con tipici ganci a chiusura.
Petter, affumicatore di aringhe, indossa qui sopra e nella pagina accanto in alto, giacca in canvas di cotone stone washed con dettagli in velluto e crosta e tipici ganci a chiusura.
Vitali, pescatore, indossa nella pagina accanto in basso, giacca 4 Ganci in canvas di cotone stretch tinto in capo, con banda realizzata a mano, taschino di ispirazione military sulla manica e chiusura con ganci.