Il calendario Lavazza 2021e l'incontro con David LaChapelle
A TU PER TU CON DAVID LACHAPELLE
Tra gli artisti che prendono parte al nuovo calendario Lavazza 2021 "The new humanity" c'è David LaChapelle, il fotografo anti-convenzionale per eccellenza, che venne scoperto negli anni 80' da Andy Wahrol. Conosciuto per il suo stile surrealista post-pop, influenzato certamente dalla sua appartenenza alla Factory, David rappresenta nelle sue opere un mondo violentemente colorato e dalla sfumatura trasgressiva. Ostile alle regole e contrario a tutto ciò che pecca di senso logico, venne spesso criticato per la sua visione eccessivamente libertina. Passò alla storia per la sua reitepretazione omo dello scatto di Alfred Eisenstaedt per i festeggiamenti del "V-J Day" dove un marinaio bacia un'ipotetica infermiera vestita di bianco. David ricreò lo scatto a modo suo: rappresentando due marinai che si baciano sulle labbra. Fu un vero e proprio scandalo, molti direttori di giornali respinsero oltraggiati l'opera di David: del resto, nell'America degli anni '90 era ancora fortemente proibito arruolarsi in marina per le persone appartenenti alle comunità LGBTQ . L'unico a comprenderne il potenziale fu il brand Diesel, che invitò il giovane astro nascente della fotografia a collaborare. Da lì il resto è storia. Il suo rapporto con lo showbiz, dalla musa Amanda Lepore a Madonna, da Tupac Shakur ad Eminem, da Alexander McQueen a Isabella Blow, da David Bowie a Naomi Campbell. Non c'è celebrity che non abbia voluto farsi ritrarre e diventare parte del caleidoscopico immaginario à LaChapelle. Abbiamo incontrato David in occasione del lancio del calendario "New Humanity" 2021 per Lavazza, di cui un suo scatto inedito fa parte.
Il tuo scatto è molto diretto. Non compare il volto ma solo una porzione di corpo e una sterlizia. C’è un motivo speciale dietro alla scelta di quel fiore specifico?
Ad essere sincero no, non c’era una ragione specifica, semplicemente mi piaceva il suo aspetto. C’era una bella connessione tra il colore del fiore e quello della pelle. Mostrare l’intimità tra il fiore e il corpo della donna era lo scopo della foto.
Cosa significa “nuova umanità” per te? Concetto che è anche alla base del progetto di Lavazza.
Penso significhi cose diverse per persone diverse. Ho vissuto la mia vita nel tentativo di migliorarmi sempre come essere umano e di rapportarmi agli altri in maniera sana.
Qual è il tuo rapporto con la natura?
Noi siamo parte della natura, la natura è l’essenza di tutto. In un mondo che ci etichetta, premia e mette alla prova costantemente, è importante mantenere i piedi per terra e ricordare da dove veniamo.
Cosa fai nella tua vita di tutti i giorni per rispettarla?
Sono 14 anni che vivo in una fattoria sostenibile, che sfrutta l’energia solare. Qui coltiviamo il nostro cibo, frutta e verdura. Ho lasciato il mondo patinato per rifugiarmi in una piccola oasi di pace. Ero ai vertici del mondo della moda, era il lavoro dei sogni di tutti coloro che volevano fare quel tipo di fotografia e io lo stavo vivendo! Sono contento di essermene andato, mi sarei perduto vivendo quel tipo di stile di vita. Se avessi continuato, sarebbe stato per le ragioni sbagliate.
La tua fotografia saturata sembrava una ribellione contro il bianco e nero minimale agli inizi degli anni Novanta. Come si è evoluto il tuo stile?
È come mi sentivo. A quel tempo, il mondo della moda era molto interessato al grunge, al bianco e nero, i nomi di punta erano Peter Lindbergh, Herb Ritts, Bruce Weber. Era anche il momento dell'AIDS, un periodo buio, e ho iniziato a chiedermi se non valesse la pena fare delle foto che ispirassero le persone, piuttosto che incupirle ancora più. Come artista hai questa scelta. Volevo vedere un colore esplosivo perché spiccava e parlava di cambiamento, eccitazione, felicità, divertentimento - e semplicemente irriverente senza cercare di essere irriverente. Penso sicuramente di essere cresciuto, di essere sempre più fedele a me stesso. Adesso mi ascolto davvero e mi dedico solo a ciò che davvero mi interessa. Sono cresciuto molto come persona, mi comprendo meglio, sono più connesso con me stesso e i miei interessi.
Come si scatta una foto memorabile?
I veri artisti corrono rischi e rischi e non si preoccupano delle ripercussioni. Le mie foto sono dei piccoli mondi, dove non c'è limite alla fantasia. Se la foto provoca una qualunque forma di emozione: piacere, ribrezzo, intrigo, paura è di per sé memorabile. Chi la osserva lo determina.
E qual è la tua idea di bellezza? Stando alle tue foto, hai sempre promosso forme di bellezza diverse, come a dire che non esista un vero e proprio canone estetico…
Si, ho sempre trovato la bellezza nel diverso, è sempre stato abbastanza facile per me scovarla. Perché penso sia ovunque e che non ci siano regole. Cerco di rendere il mio lavoro il più inclusivo possibile, fotografo tutto ciò che mi colpisce e mi circonda. Corpi, nudità, volti, espressioni, caratteristiche fisiche tra le più disparate si ritrovano già dalle prime foto. E molto prima ancora che usassimo parole come diversità e inclusione.
Riesci ancora a coltivare un legame fotografo-musa al giorno d'oggi o le celebrità sono diventate più inavvicinabili?
In realtà, penso che ora sia migliorato, che ci crediate o no. Con Internet e con molte più immagini là fuori, le persone sono molto più aperte a instaurare un dialogo. Le celeb di oggi capiscono che i bravi fotografi non crescono sugli alberi e vogliono collaborare con artisti che hanno qualcosa da dire e le fanno a mezzo di immagini mai state viste prima. È davvero un bel momento per questo! Ma quando le star iniziano a parlare di se stesse come di "brand", i miei occhi si velano e voglio solo tornare a Maui e andare nei boschi.
Ok, davvero ultimissima domanda…”Lavazza” ha sicuramente a che fare con il lifestyle ma è anche strettamente legata al mondo del caffè. Ti piace il caffè? Se sì, come lo preferisci?
Mi spiace doverti deludere ma non sono un grande fan dell’espresso. Il cafè mi piace nero, quindi forse la moka mi si addice di più.
"THE NEW HUMANITY": IL CALENDARIO 2021 DI LAVAZZA
In occasione del suo nuovo progetto "The New Humanity", Lavazza invita un collettivo di artisti a rappresentare quello che per loro è il concetto di Nuova Umanità. In un mondo fatto di distanza e barriere tra individui, l'azienda produttrice di caffè, prova a "costruire" un ponte tra gli individui attraverso il linguaggio universale dell'arte, che parla dritto al cuore. Tredici maestri della fotografia presentano tredici scatti per il Calendario Lavazza 2021 per fare appello alla nostra sensibilità, per ritrovare l'essenza di cosa ci rende umani e parte di una comunità globale. Un progetto che pone al centro la sostenibilità sociale: i ricavati delle vendite dei calendari in edizione limitata andranno a sostenere New Horizons, un progetto di sviluppo sostenibile che favoriscel’autonomia dei giovani più vulnerabili in India, nella zona di Calcutta.
Nel calendario, attraverso il loro personale sguardo e la loro peculiare cifra stilistica, tredici maestri della fotografia riportano la propria visione dell’umanità di oggi in tredici immagini evocative che fanno appello alla nostra sensibilità affinché ognuno cerchi dentro di sé nuove strade per ritrovare l’essenza dell’uomo e dell’essere comunità: Christy Lee Rogers, Denis Rouvre, Carolyn Drake, Steve McCurry, Charlie Davoli, Ami Vitale, Martha Cooper, David LaChapelle, Martin Schoeller, Joey L., Eugenio Recuenco, Simone Bramante e TOILETPAPER.
Nel magazine che accompagna il Calendario, inoltre, ci sono sei ambassador di questo appello, sei voci chiamate a interpretare e amplificare i molteplici significati della Nuova Umanità, partendo dalla propria esperienza personale: l’architetto Carlo Ratti, la fashion designer Stella Jean, lo scrittore Alessandro Baricco,l’attrice Kiera Chaplin, la cantautrice Patti Smith, la CEO di Save The Children International Inger Ashing. Sono espressioni di mondi collaterali alla fotografia che arricchiscono la visione del concetto di una Nuova Umanità attraverso linguaggi differenti: un disegno, un pensiero scritto, un brano musicale, un progetto architettonico.