Affronteremo l’estate con le maschere fetish di Orville Peck
Anche Instagram ha reso disponibile il filtro che porta il suo nome. Cappello da cowboy ad ampie falde, maschera nera in pelle che scopre soltanto gli occhi e frange applicate che lasciano intravedere le labbra. Orville Peck è la star che il Country non avrebbe mai creduto di veder brillare. L’artista rivelazione con il suo debut album “Pony” ha conferito un rinato splendore ad un genere confinato nella desolazione dei rodei americani. Con melodie malinconiche e look non ortodossi sta mettendo in discussione le regole di un mondo chiuso in un pungo di regole etero-normative. Nei testi che canta non fa mistero della sua omosessualità, basterebbe questo per fargli ricevere una scomunica dai pezzi grossi del country made in US, ma con la sua estetica difforme riesce persino ad andare oltre. Le camice colorate, gli stivali a punta, i cappelli western e, in particolare, le maschere che auto-confeziona hanno proiettato su di lui le attenzioni dei social, sempre affamati di nuovi fenomeni, e dei fashion designer, sempre alla ricerca di nuove ispirazioni.
Kim Jones, designer dell’uomo Dior, l’ha voluto al party della collezione Pre-Fall 2020 a Miami lo scorso dicembre. Per l’occasione Orville Peck ha sfoderato un total look Dior con tanto di monogramma all-over su cappello, mascherina e stivali. Nei primi minuti del video di “Hope To Die” appare chiaro il riferimento ai cowboy nudi dalla vita in giù stampati negli Anni ’70 da Vivienne Westwood sulle t-shirt della collezione Seditionaries. I pezzi forte del suo campionario sono quelli realizzati su misura da Jerry Lee Atwood e Joe David Walters, fondatori del brand Union Western Clothing. I cappelli che indossa sono di Stephen Jones, uno dei principali modisti britannici contemporanei, celebre per aver lavorato con Dior per circa venti anni. Le cinture ricoperte di cristalli Swarovski sono di B.B. Simon, marchio di gioielli e accessori ideato dalla designer Barbara Becker Simon. La creativa dopo essere stata una gioielliera per oltre trentacinque anni, ha guadagnato una reputazione internazionale per le sue cinture lavorate con perline di vetro, pellami italiani, cristalli Swarovski e mini bijoux. Nel video del suo ultimo singolo “Summertime” Orville Peck indossa un completo customizzato dalla stylist Catherine Hahn, che ha realizzato per lui un abito-patchwok floreale.
Se i primi segnali di un possibile ritorno in auge dell’estetica country li avevano già dati Diplo e Post Malone, appassionati di completi alla Elvis, Orville Peck non fa che consolidare il trend. La sua incredibile ascesa, però, non è merito soltanto dei suoi look avvolti da mistero. Coprire, nascondere, proteggere sono funzioni secondarie della maschera. La sua funzione principale è permettere a colui che la indossa di trasformarsi in ciò che essa rappresenta. “Le maschere” - ci viene detto - “bisognerebbe togliersele di dosso”. Ma la maschera non è soltanto il luogo dell’inganno e della mistificazione, è anche comunicazione, creazione, dichiarazione di ruoli. Quello di Orville appare ormai chiaro: infrangere le regole del country con melodie shoegaze e look fetish.