L’importanza della (Future) Nostalgia nel nuovo disco di Dua Lipa
«Ho alcune buone notizie per voi. Ho deciso di pubblicare questo venerdì 27 marzo il mio nuovo disco e non vedo l’ora di condividerlo. Ora sono molto più sicura di me stessa rispetto al passato, non ho più paura di buttarmi, sperimentare e provare nuove cose» ha dichiarato Dua Lipa. Prevista in realtà per il 3 aprile, l’uscita del disco è stata anticipata di qualche giorno a causa di uno sgradevole quanto imprevisto leak che ha cominciato a circolare online nel pomeriggio di domenica 22 marzo, mandando in frantumi i piani dello staff e l’umore della povera Dua, in lacrime per l’accaduto durante una diretta Instagram. Cambiano altresì le date del tour, riprogrammate a partire dal 2021 per via della contingente emergenza sanitaria da covid-19 che il mondo si ritrova ad affrontare. Dua doveva passare anche da Milano il 30 aprile, ma l’evento è ora schedulato per il 10 febbraio 2021 al Mediolanum Forum. Il disco a cui Dua Lipa ha dedicato gli ultimi due anni di lavoro prova a mettere in standby i problemi della vita reale, anche solo per 38 minuti (durata della registrazione), con un sound pop, a tratti disco, tutto da ballare. La copertina è una cartolina Googie, corrente futuristica degli Anni ’50 e ’60 influenzata dalla cultura dell’automobile. Dua Lipa si presenta infatti alla guida di un veicolo retrò che sembra essere uscito da un film di Quentin Tarantino. Con un cielo scuro e una luna blu alle spalle, Dua indossa una camicia rosa sbottonata, annodata sotto il seno. Un orecchino d’oro a cerchio a destra e a sinistra un pendente deformato. Stringe il volante con un paio di lunghi guanti bianchi che presentano ritagli geometrici casuali. Lo scatto è del celebre fotografo Hugo Comte, che firma tutto il booklet. A bordo della vettura cromata Dua Lipa si dirige col piede premuto sull’acceleratore verso una dimensione spazio-temporale sospesa tra passato e presente con una nuova consapevolezza: l’importanza della nostalgia. Se l’artwork guarda oltre gli orizzonti, il concept invece rispolvera ricordi di un passato molto prossimo sotto forma di citazioni, richiami, allusioni. La copertina ad esempio rievoca più o meno esplicitamente uno outtake di Madonna ritratta da Steven Meisel per la SS 1995 di Versace. «Mi sono ispirata a molti artisti, come Gwen Stefani, Madonna e Blondie» ha ammesso Dua Lipa, trasparente nella sua dichiarazione d’intenti sin dal primo singolo estratto “Don’t Start Now”. Per la presentazione al mondo della sua hit da classifica Dua ha indossato un body Mugler giallo, caratterizzato da vistosi cut-out sul davanti, collant velati decorati da una riga al centro della gamba e booties in satin stretch Jimmy Choo. Un’estetica molto “nineties” che ritroviamo anche nel video di “Physical”, secondo estratto di Future Nostalgia, in cui indossa prima una classica canotta a costine Helmut Lang con un paio di jeans dal taglio dritto e infine un minidress nero Saint Laurent. Dua Lipa ci ha abituato ai déjà-vu proprio a colpi di look. Sul red carpet dei Grammy Awards 2020 è scivolata via tra i fotografi con il suo due pezzi di seta bianca firmato Alexander Wang come fossimo in pieni anni Novanta. Gonna maxi slip a vita media, top con scollatura drappeggiata, ombretto blu scintillante e una manicure a scacchi opera della nail artist Mei Kawajiri. Un look che ricorda quello delle TLC e che rappresenta una dichiarazione d’amore per la moda dell’ultima decade del secolo scorso scatenando vibrazioni, inevitabilmente, nostalgiche. Le stesse che ritroviamo in Future Nostalgia, titolo affatto casuale per un lavoro che riassume in musica una sensibilità pop malinconica, ma non per questo debole. Lo sprint nostalgico, anima dei due brani già estratti, non arretra neppure in “Love Again”, che ricampiona “Your Woman” (1997) dei White Town, e anzi alza il tiro nell’ultimo singolo “Break My Heart”, che rappresenta un generoso tribute agli INXS di Michael Hutchence ed Andrew Farris e a quella “Need You Tonight” dal successo planetario. Il video, con tutti quei cambi di setting, riporta alla mente “Canned Heat” di Jamiroquai. Limiti temporali effimeri e camere d’albergo con pareti oltrepassabili, come i confini musicali entro i quali prova a muoversi Dua Lipa per portare a termine una missione non semplice: salvare il Pop dalle ombre della contemporaneità.