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Marisa Berenson: la vita della Musa di Halston, Valentino e Yves Saint Laurent

Era la donna icona degli anni '70, era la musa che gli stilisti si contendevano, era la fedele amica di Halston. Marisa Berenson, a cui Pierpaolo Piccioli ha dedicato la sfilata Primavera Estate 2022 di Valentino, era la ragazza più glamour dello Studio 54. Scopri la sua vita, gli eventi della sua carriera e il suo inimitabile stile qui sotto

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Quando la moda la hai nel sangue, è difficile ignorarla. Lo è stato per Marisa Berenson, musa, amica e confidente di Halston ( “lo consideravo più che un amico, un fratello. Mi ha accompagnata all’altare” ), amica di Yves Saint Laurent (“lei è la vera donna degli anni ’70” disse il designer) e Paloma Picasso, stella dello Studio 54 (insieme a Bianca Jagger e Liza Minelli) e modella di punta degli anni ’60. Ora, in occasione della sfilata di Valentino Primavera Estate 2022, Pierpaolo Piccioli, direttore creativo della Maison, la sceglie come musa per la sua collezione, ispirata all’iconica White Collection di Valentino, da cui proviene il famoso abito da sposa di Jackie Kennedy

>>Scopri chi è la musa della collezione Primavera Estate 2022 di Valentino,  Marisa Berenson: vita, carriera ed stile.

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Marisa Berenson fu la modella per eccellenza degli anni ’60. Nata da Robert L. Berenson e dalla contessa Maria Luisa Yvonne Radha de Wendt de Kerlor, sua nonna era la leggendaria Elsa Schiaparelli. Al suo fianco, sempre la fidata sorella Berinthia, detta ”Berry”, anch’essa modella, attrice e fotografa. La sua carriera inizia a sedici anni, quando una cara amica di famiglia, Diana Vreeland, allora direttrice di Vogue, la reclutò dopo averla incontrata ad un ballo a New York. Nessuno si sarebbe immaginato il successo planetario della ragazza che in solo un anno, entrò nella hall of fame della moda. Sue le copertine dei più grandi giornali del momento, suo il ruolo nel film di Luchino Visconti Morte a Venezia, sua l'iconica parte di Lady Lyndon in Barry Lyndon di Kubrick. E ancora, suo l’abito da sposa disegnato apposta da Valentino in persona per il suo primo matrimonio ( di cui il fotografo ufficiale fu Andy Warhol)

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Da modella ad attrice, “Luchino vide in me qualcosa che neanche io sapevo di avere” ma quel ruolo, nel lontano 1971 le aprì le strade del cinema, una delle poche donne della moda che con successo hanno portato avanti la carriera di attrice. Ma su Marisa Berenson ci sarebbero da scrivere pagine e pagine di storia, o di storie: di come Andy Warhol le regalavo dei dipinti, della sua amicizia con Diane Von Furstenberg (e di come si, letteralmente, stiravano a vicenda i capelli ricci con un ferro da stiro), della sua presenza alla grandiosa sfilata di Versailles nel 1973, quando il suo caro amico Halston incantò il difficile pubblico francese con i suoi abiti meravigliosi. Ci sarebbe da raccontare la tragica perdita della amata sorella Berry, morta durante l’attentato alle Torri Gemelle, della sua ritrovata fede nella speranza dopo un viaggio in India che le cambiò la vita introducendola alla meditazione. Ci sarebbe da raccontare della sua pittoresca villa a Marrakesh , dei viaggi insieme a “nonna Schiap” (Elsa Schiaparelli) a Parigi, dove conobbe Salvador Dalí e Alberto Giacometti, di quando il suo secondo marito, l’avvocato Aaron Richard Golub le regalò due immensi camion per traslocare da Los Angeles a New York, dove lui abitava, o di quando posò per la copertina di L’Officiel . Marisa Berenson ha vissuto una vita da copertina e non stupisce che il mondo la iniziò a chiamare “The Queen of Scene”

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Quintessenza dello stile boho-chic, icona degli anni a cavallo tra i sessanta e settanta, Marisa Berenson non sbagliò (e non sbaglia tutt’ora) mai un colpo quando si trattava di moda. Dai suoi turbanti colorati (come nel celebra scatto di Slim Aarons) ai suoi micro short, scopri alcuni dei look più glam indossati dall'attrice

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