Fashion Week

L’inno alla vita di Kenzo

Il direttore creativo Felipe Oliveira Baptista disegna una collezione che si interroga sui contrasti del tempo presente. E che diventa un invito a non abbandonare la speranza
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«Enjoy your lifetime». Fanno effetto le parole di La Vita il pezzo di Beverly Glenn-Copeland che accompagna la sfilata parigina di Kenzo. Il direttore creativo Felipe Oliveira Baptista, incurante del cattivo tempo, ha scelto come location il giardino dell’Istituto Nazionale dei Giovani Sordi e ha fatto bene e a non farsi spaventare dalle intemperie. Ci vuole della poesia per trovare il bello in una giornata uggiosa, figuriamoci in un mondo squassato da una pandemia, eppure Oliveira ci prova. Manda in passerella modelle e modelli schermati da grandi copricapi, ispirati a quelli con cui gli apicoltori si proteggono, nuvole ondeggianti e colorate da cui fanno capolino le rivisitazioni di alcuni elementi tipici della maison. Le stampe d’archivio di papaveri e ortensie vengono rielaborate con un effetto di lacrime digitali, mentre certi dettagli e volumi della cultura giapponese del fondatore Kenzo Takada trovano spazio in ensemble dal sapore vagamente apocalittico. «Non avevo mai lavorato a una collezione con così tante domande nella testa e con sentimenti contrastanti sul nostro presente e futuro», racconta il designer in una lunga lettera aperta all’interno del Kenzo journal fatto recapitare agli invitati fisici e virtuali. «Questa è una collezione eclettica, varia e piena di contrasti dove i vestiti sono pensati per trasformarsi in base alle circostanze. La maison è sempre stata sinonimo di divertimento, ottimismo, celebrazione della vita, che è fatta di alti e bassi, gioia e malinconia, sorprese e pragmatismo. Oggi il mondo è malato, ma è ancora vivo e finché c’è vita c’è speranza». Speranza da coltivare nel cuore e da trasmettere anche attraverso ciò che si indossa.

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