Fashion Week

Il lusso Versace conquista LA alla vigilia degli Oscar

“Ho sentito il bisogno di tornare a una certa sartorialità e pensare un po’ meno streetwear. Avevo voglia di vero glamour, quello non appariscente, quello che non è fatto soltanto di paillettes e di sfavillii. Di vestire la donna regalandole una silhouette carica di fascino". Donatella Versace si ispira a una storica collezione della maison del 1995 e porta in scena al Pacific design center la nuova collezione co-ed fall-winter 2023/24, svelata a pochi giorni dalla notte degli Oscar. Invitando allo show la sua Versace family, in un front-row affollato di star globali del calibro di Cher, Miley Cyrus, Dua Lipa o Elton John. Mentre in passerella un line-up di supermodel, da Gigi Hadid a Kendall Jenner passando per Naomi Campbell, ha animato il catwalk al tramonto.

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La collezione Fall/Winter 2023 di Versace a Los Angeles

“Con questa collezione mi sono messa alla prova. Avevo voglia di una sfida. A Milano sono a casa mia, sfilare a Los Angeles è stato uscire dalla mia comfort zone. Quando lavoro e creo una collezione voglio sentirmi insicura… Forse sono pazza ma è questo mettersi in discussione che mi aiuta a crescere e migliorare”. Donatella Versace vola nella città degli angeli per presentare la nuova collezione fall-winter 2023/24 in uno show co-ed, uomo e donna, che racconta un nuovo capitolo della storia di Versace. Lo show, inizialmente pianificato il 10 e anticipato alla serata del 9 marzo, a pochi giorni dalla notte degli Oscar, ha portato in scena sulla terrazza del Pacific design center in Melrose avenue una nuova Versace. “Avevo voglia di lusso dopo tutta questa abbuffata di street-style. Ho lavorato andando a valorizzare le fondamenta della maison Versace, del lavoro di Gianni. Partendo da una collezione del 1995 e da una rinnovata voglia di sartorialità, di architetture, di forme e di tagli”.

Il linguaggio estetico recupera un certo glamour Hollywoodiano delle grandi dive del passato (in contemporanea allo show la maison ha anche allestito una piccola exhibition a Beverly Hills per raccontare il legame di Versace con il mondo delle celebrities, mettendo in mostra alcuni degli abiti più iconici dell’Atelier Versace che, negli anni, hanno calcato i red carpet internazionali, ndr). Ma il risultato che calca la passerella racconta una contemporaneità elegantemente fascinosa. Che affonda le sue radici in una certa idea di eleganza classicamente couture con un tocco di sensualità hard à la Versace (nel moodboard dello show compaiono anche alcune immagini iconiche degli abiti leather e bondage che consacrarono Versace a livello globale, ndr).

Il nuovo di stagione viene svelato sotto gli occhi di un front-row stellare. Un trionfo di icone pop, da Elton John a Dua Lipa, passando per Miley Cyrus, Cher, Anne Hathaway, Lil Nas X, Demi Moore, Channing Tatum, Pamela Anderson, la famiglia Hilton al completo, Simone Ashley, Lucien Laviscount o l’italiano Marco Mengoni, tra gli altri. Pronti ad applaudire lo show allestito sul rooftop del Pacific design center dove, per l’occasione, è stato creato un anfiteatro geometrico con vista panoramica sulla città di Los Angeles. Ad animare il line-up della sfilata, un cast di di super model, capitanato da Gigi Hadid e chiuso da Kendall Jenner con Naomi, Vittoria Ceretti o Emily Ratajkowski ad animare gli oltre 80 look in pedana. Che raccontano, per lei, una femminilità  raffinatamente architettonica, dal gusto sartoriale, elegantemente fascinosa, pronta a esplodere nell’evening wear con un trionfo di archietture flamboyant. Mentre per l’uomo l’estetica di stagione gioca con una mascolinità forte e decisa, con acuti militari, che si concede qualche barocchismo nell’eveningwear.

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ALCUNE TRA LE CELEBRITIES CHE HANNO PRESO PARTE ALLO SHOW DI VERSACE FALL/WINTER 2023 A LOS ANGELES

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Dua Lipa
Channing Tatum
Delilah Belle Hamlin
Matt Bomer
Taylor Zakhar Perez
Ivy Getty
Elton John, Lil Nas e Miley Cyrus
Paris e Nicky Hilton
Ariana DeBose
Pamela Anderson
Lucien Leon Laviscount
Miley Cyrus
Lil Nas
Anne Hathaway e Lil Nas
Jeff Satur e Jaylerr
Cher
Lily James

L’OFFICIEL: Come è nata l’idea di sfilare a Los Angeles?

DONATELLA VERSACE: Questa stagione avevo voglia di un cambiamento. Anche se adoro Milano, che ha fatto passi da gigante come metropoli e come città di moda con una risonanza globale, avevo voglia di sperimentare un environment differente, nuovo. Anche di fare qualche cosa all’aperto con un contatto più diretto e forte con la natura. Ho avvertito l’esigenza di essere vicina a uno scenario unico, extra, speciale. Per questa ragione ho pensato a Los Angeles, che è una città che adoro e a cui sono legata profondamente.

LO: Che cosa rappresenta questa città per te?

DV: Tanto, vado spessissimo a Los Angeles. Amo le due anime che racconta. Quella più glamourous, del cinema e delle celebrities. Ma anche quella della natura, dei ragazzi che vanno a fare sport sulle spiagge. Sani, belli, atletici. Mi piace questa idea di una città popolata da persone che si curano, esternamente e internamente, a livello di spirito. E’ una città che combina, meglio di qualunque altra, la sua anima metropolitana e quella naturale. E’ una città che vive di opposti: il relax più totale da una parte, la mondanità estrema dall’altra. E mai come a Los Angeles queste due anime coabitano insieme.

LO: In tandem con lo show avete anche lanciato un programma di borse di studio dedicato a studenti di moda, appartenenti alla comunità LGTBQ+, sostenuto dalla Fondazione Versace e dal Council of Fashion Designers of America (CFDA)…

DV: Si, è una iniziativa in cui credo molto. E’ stato un vero onore poter visitare l’LGBT Center di Los Angeles, per lanciare ufficialmente questo percorso di mentorship istituito insieme al CFDA a supporto di giovani studenti appartenenti alla comunità LGBTQ+, interagire con loro direttamente in prima persona e anche con tutto il mio team creativo. Poter vedere dal vivo l’incredibile lavoro svolto da questa organizzazione è molto importante per me. Il supporto che questa comunità fornisce alle persone che ne hanno bisogno, è impagabile e sono felice di offrire il mio contributo e di aiutarli nel lavoro che svolgono.   

LO: Quanto c’è di Donatella Versace nella città degli angeli?

DV: Sono venuta spesso qui per fare vacanze perché sono legata a doppio filo a questa città, racconta me in maniera profonda. La dimesione privata, intimistica e salutare. Il volto più mondano, quello che è illuminato dai riflettori. E poi è una città generosa, che regala ispirazioni. Grazie a un fermento creativo sotterraneo che sta donando punti di vista innovativi sull’arte, per esempio, sulla scultura o sulla letteratura. Los Angeles è una factory a cielo aperto, un punto di incontro per creare il nuovo… o quantomeno sperimentarlo. Los Angeles è un laboratorio dove provare a scrivere il futuro.

LO: Questa idea di sperimentazione compare anche nella nuova collezione? Come è stato il processo creativo che ti ha portato ai capi in passerella?


DV: Sono partita da una parola… Eleganza, pensando che questo show avviene pochi giorni prima degli Oscar. Pensando all’eleganza delle attrici icona del grande schermo. Che avevano una vita personale abbastanza privata e che quando calcavano il red carpet erano pronte a incarnare un fascino mozzafiato, uno chic incredibile. Ho sempre pensato che quello fosse il vero glamour di Los Angeles. E nel percorso creativo ho guardato indietro a una collezione di Gianni del 1995. Per raccontarla avevamo fatto un servizio fotografico con Richard Avedon proprio a Los Angeles, con Kristen McMenamy e Nadja Auermann. Ho avvertito il bisogno di qualcosa di più strutturato, più sartoriale, più dressy per questa stagione.

LO: Quindi questa stagione è un po’ un addio all’universo dello streetwear per abbracciare un’idea di eleganza classica?

DV: Si, c’è bisogno di tornare alla sartorialità e pensare un po’ meno streetwear. C’è bisogno di vero glamour, quello non appariscente, quello che non è fatto soltanto di paillettes e di sfavillii. Avevo voglia di vestire davvero la donna regalandole una silhouette carica di fascino. E anche per l’uomo mi sono mossa nella stessa direzione.

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LO: Il tuo manifesto sembra essere basato su un ritorno all’essenza della sartorialità…

DV: Si, bisogna lavorare su una nuova idea di sartoriale, quello che anche le giovani donne vogliono. L’essenza della moda, di una giacca, un abito, tagliato alla perfezione per valorizzare il corpo. Eliminando quegli orpelli “estetici” che possono derivare dallo styling. Anche io l’ho fatto in passato, ma questa stagione per me il focus è sull’architettura dell’abito.

LO: E su un ritorno al lusso…

DV: La parola lusso in passato è stata abusata. Luxury ha un significato preciso, soprattutto nel mondo della moda. E Versace è una maison luxury. La semplicità, credo che questo rappresenti il vero lusso oggi: un tessuto speciale, unico prezioso e un taglio perfetto. Questa stagione avevo voglia di lusso. Niente ricami, niente sovrastrutture, niente orpelli. Ma architetture, tagli e forme. Se dovessi racchiudere questa stagione, e il mio lavoro futuro per la maison, in una parola direi che è l’essenza del lusso.

LO: Se dovessi scegliere un capo e un colore per raccontare la tua idea di eleganza oggi cosa sceglieresti?

DV: Il nero prima di tutto come colore simbolo. E poi un little black dress, un’icona intramontabile che anche Gianni ha riletto, ripensato, ricreato diverse volte. Chiunque vuole nel suo armadio un piccolo abitino nero perfetto che ti fa sentire bellissima. Questo è il vero lusso di oggi. Che non è l’alta moda. Ma è un ritorno alle radici di questa maison. Il vero lusso per me oggi è nella perfezioen di una silhouette. Nella costruzione di un abito.

LO: Hai citato spesso l’archivio e la storia della maison come ispirazione di questa stagione… Come interagisci con la storia di Versace?

DV: Non ho bisogno di andare in archivio per ricordarmi la storia di Versace: è tutta nella mia testa. Preferisco il mio ricordo alla realtà. Non ho nemmeno preso i capi quando ho iniziato a creare questa stagione. Ho preferito raccontarli alle sarte dell’atelier e ai ragazzi del team creativo per lasciarli liberi di rileggeri passato con lo sguardo e il pensiero, di oggi. Mi piace vivere nel presente e scoprire il futuro con gli occhi di una bambina curiosa.

LO: In tutto il tuo percorso creativo hai tratteggiato un’idea di donna precisa. E questo è il nuovo tassello di un mosaico articolato e in divenire. Come definiresti oggi la donna Versace?

DV: Luxury in una parola. E’ una donna lussuosa, che indossa un guardaroba fatto di architetture, di tagli, di tessuti. La perfezione. Un abito perfetto è il miglior regalo che si possa fare a una donna. Quando una donna con un abito si sente bella, confident, forte è il miglior regalo che possa ricevere. E allora vuol dire che io ho fatto bene il mio lavoro. La mia donna oggi? Non ce n’è una: la donna Versace sono tante, non è mai la stessa donna. Un giorno può essere Dua Lipa e il giorno dopo può essere una signora di una certa età, pazzesca, che ama indossare una femminilità potente. Quando scegli Versace è perché ti regala un piccolo sogno, di lusso, di perfezione, di forza. Davvero non c’è una sola donna Versace… Se ci fosse una sola donna Versace mi arrabbierei. E lo stesso vale per l’uomo. Non amo parlare di un uomo o di una donna Versace ma di una comunità.

LO: In tutti questi anni di carriera ti sei mai sentita “arrivata”?

DV: Il momento più bello è quello che non si è ancora vissuto! Non penso al passato. Sono sempre stata entusiasta del futuro, di ciò che deve ancora venire. E comunque, neppure oggi mi sento “arrivata”. Non credo che succederà mai, fortunatamente. Ho tante cose da dire, tante idee e ancora più progetti. Una vita non basterà a realizzarli tutti. O magari sì, vedremo...

LO: C’è stato un momento speciale o un personaggio in particolare che ti ha aiutato a crescere?

DV: Sono stata molto fortunata, ho incontrato artisti meravigliosi e vissuto momenti che non avrei mai immaginato. Ho molti amici dotati di grande talento, vederli immersi nel lavoro o semplicemente conversare con loro è una fonte d’ispirazione e di crescita continua.

LO: Quale è oggi il tuo rapporto con le celebrities, considerando che hai avuto la fortuna di lavorare con alcune tra le più grandi star globali?

DV: E’ un rapporto molto personale, intimo. Se non conosco la celebrities non posso lavorare con loro. Non riesco a pensare come poterle vestire. Il miglior lavoro con un talento nasce dallo scambio. Con Dua Lipa, per esempio, siamo amiche e questo mi aiuta a capire cosa creare per lei. Con le nostre celebrities cerco di avere un legame speciale, ascoltando le loro parole, le loro emozioni, le loro paure. Devono andare in scena davanti al mondo e un abito può diventare un’aiuto per regalarti più sicurezza, donarti un piccolo super potere.   

LO: Delle celebrities di oggi chi ti piace? C’è qualcuno che ti ha conquistato per quello che ti ha trasmesso?

DV: E molto difficile sceglierne una sola… In questo momento forse Doja Cat, mi piace. E’ una persona che non smette mai di pensare, di osare, di spingere i confini, di sperimentare. E’ una ragazza eccezionale, intelligentissima e con un senso della moda incredibile. Ma quello che mi conquista di lei è la sua capacità di trasformarsi con il vestito. Osa. È una donna che osa. Osa un po’ come Madonna faceva nei primi anni del suo lavoro. La adoro. E’ una delle ragazze più intuitive e più creative che ci possano essere in questo momento.

LO: Qual è il tuo sogno per Versace?

DV: Vorrei che mi lasciassero fare quello che ho fatto in questa collezione (ride). Scherzi a parte voglio riuscire a far capire che cosa è Versace che, ancora oggi, è un unicum nel panorama globale. E’ lusso vero. Voglio fare in modo che questa maison rimanga rilevante non soltanto nella moda, ma in generale nella conversazione culturale globale

ALCUNI BEST LOOK DELLA COLLEZIONE FALL/WINTER 2023 DI VERSACE

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