Jaume Vilardell interpreta Dior
Il fulcro della collezione couture 2019 di Dior era la cultura circense, e ora la collezione del brand francese viene illustrata da Jaume Vilardell che con china e l'acquarello restituisce l'idea ex tempore dagli abiti.
L’O: Come si riescono ad esprimere sensazioni, gioie, turbamenti attraverso un tratto di penna?
JV: «Non è sempre facile riuscirci. Tuttavia il brief di un lavoro, potrebbe richiedere l’opposto: accuratezza e pulizia nel tratto. La cosa più bella dell’atto di disegnare è quando raggiungi quello stato emotivo ed emozionale tale da trasmetterlo nel tuo disegno. La mia prima “cotta” per le illustrazioni di moda è avvenuta quando ho visto un profumo di Dior disegnato da René Gruau, che è tutt’ora una delle mie maggiori reference».
L’O: Il potere dell’illustrazione è quello di non avere bisogno di parole o di traduzioni per veicolare un messaggio. In che modo ti ha conquistato e perché?
JV: «Se mettiamo a confronto, per esempio, i disegni della prima collezione di Coco Chanel (1917) con quelli della sua proposta rivoluzionaria del 1954, la differenza è abissale. Non si nota soltanto un cambiamento radicale nella morfologia e nell’estetica degli abiti, ma anche i tipi di donne che li vestivano: indipendenti, dinamiche, chic, androgine. Designer come Christian Dior, Yves Saint Laurent e Karl Lagerfeld erano illustratori qualificati. È interessante osservare come le donne nei loro bozzetti siano cambiate nel corso degli anni e le collezioni stesse. Ad ogni modo stiamo parlando di immagini estremamente idealizzate con un fine paradigmatico e ispirazionale».
L’O: Come è cambiata oggi l’estetica femminile nel disegno? E come è cambiata l’illustrazione di moda?
JV: «Si può dire che la moda sia un riflesso di un determinato contesto culturale, ma è anche certo che sia influenzata da tendenze dettate dal fashion system.Un esempio può essere il balzo dai disegni delicati di Alfredo Bouret negli anni cinquanta, a quelli di Antonio López negli anni sessanta: più volubili, astratti e colorati, influenzati dalla pop-art e dalla contro-cultura. Attualmente, la rapida evoluzione dei media digitali sta incoraggiando gli illustratori ad esprimersi in maniera diversa».