L'Officiel Art

"Decodes Domesticity" la fotografia di Talia Chetrit

La famiglia viene messa a fuoco nel lavoro della fotografa Talia Chetrit, rivelando i personaggi e le connessioni che quelli a noi più vicini offrono.

Nella foto di Talia Chetrit ”Seated Portrait,” 2019.
Talia Chetrit ”Seated Portrait,” 2019.

Nel 1996 gli americani che avevano accesso a Internet passavano meno di 30 minuti online al mese e Google non esisteva ancora. È stato l’anno dell’assassinio di Tupac, dello strangolamento di JonBenét Ramsey, della rielezione a presidente di Bill Clinton.

Talia Chetrit ed io siamo entrambe “Xennials”, un termine che si riferisce a quelle persone comprese nella cuspide tra la Gen X e i Millennial, cresciute in un mondo analogico ed entrate nell’età adulta agli albori dell’era digitale. I ragazzi di oggi scattano, condividono e comunicano naturalmente attraverso le fotografie, mentre allora prendere in mano una macchina fotografica sembrava un atto profondamente adulto.

Nella foto Talia Chetrit ”Untitled,” 2020
Talia Chetrit ”Untitled,” 2020

I primissimi lavori di Talia Chetrit, attentamente editati e ritagliati, erano parte di una mostra che si era tenuta nel 2013 alla Lesie Fritz Gallery di New York, insieme alle fotografie più recenti, dove comparivano gli stessi soggetti quasi 20 anni dopo. I protagonisti delle sue fotografie erano principalmente l’artista e i suoi familiari più stretti. C’è una qualità banale in quelle immagini e, a prima vista, sembrano istantanee di una attraente e ricca famiglia bianca, più adatte a un album di famiglia che alle pareti di una galleria, se non fosse per il talento eccezionale di Talia Chetrit. Da ragazza, era solita reclutare la famiglia come soggetto, perché facilmente disponibili, per poi diventare un prisma attraverso cui esplorare l’intimità, l’erotismo, i ruoli di genere, l’assurdo e la fotografia stessa. Chetrit ha indagato questi temi con un piglio più clinico che biografico, raramente sentimentale, sebbene compaiano all’improvviso momenti di tenerezza.

Nella foto un immagine di Talia Chetrit  “Mom around Dad,” 2014.
Talia Chetrit “Mom around Dad,” 2014.

In un doppio ritratto di lei con sua madre, l’uno del 1995 e l’altro del 2013, una donna guarda con intensità dentro l’obiettivo, la sua testa fusa con quella di una teenager il cui sguardo punta verso il basso, a bocca aperta. La ragazza distaccata è ovviamente l’artista stessa, che al momento in cui l’immagine veniva mostrata era più vicina come età a quella in cui aveva ritratto la madre. In un certo modo entrambe sono Talia Chetrit, che padroneggia il dualismo della connessione e ambivalenza. In “Parents”, del 2013, vediamo nuovamente la madre, 18 anni dopo e questa volta testa a testa con il padre di Talia Chetrit. È una fotografia più sofisticata, in studio e l’affascinante coppia di mezz’età trasuda la bellezza e l’intensità emotiva delle star di Hollywood che sanno come interpretare il proprio ruolo. Le teste prive di corpo fluttuano su di un fondo nero.

Nella foto di Talia Chetrit "Portrait", 1995/2013.
Talia Chetrit "Portrait", 1995/2013.

Quando LA><ART ha commissionato a Talia Chetrit di realizzare un manifesto su La Cienega Boulevard nel 2014, lei ha scelto un’immagine di sua madre in riva al mare, mentre guarda nostalgicamente verso l’orizzonte. Le dimensioni esagerate del cartellone fornivano nuove possibilità all’esibizionismo familiare, mentre i passanti l’interpretavano come una discreta forma di pubblicità. Il lavoro sui genitori è andato in crescendo con un video fatto in segreto a madre e padre mentre venivano fotografati. Presentato come frammenti di scatti durante diverse sessioni, il ruolo di Talia Chetrit dietro all’obiettivo rendeva i suoi genitori timidi, insicuri, giocosi e consapevoli dell’immagine – caratteristiche che si svelano tipicamente solo nell’ambito di relazioni intime. Ingannare i genitori filmandoli, ha fatto tornare col pensiero alle sue prime fotografie, ma ha anche svelato le complesse dinamiche di potere – psicologiche, sessuali e familiari – emblematiche del lavoro di Talia Chetrit. Allo stesso tempo ama e provoca i suoi soggetti e lo stesso accade con gli spettatori.

Nella foto Talia Chetrit, Billboard on La Cienaga Boulevard in Los Angeles, 2014
Talia Chetrit, Billboard on La Cienaga Boulevard in Los Angeles, 2014

Entra in gioco Denis.

Conosco Chetrit personalmente, ma capita di rado che riusciamo a vederci. Quando mi sono imbattuta in alcune immagini di lei che se la spassava in un campo con un uomo dalla figura slanciata, ho capito che c’era un nuovo personaggio in famiglia. Le fotografie, così grandi e luminose da sembrare quasi deliranti, sono andate in mostra nel 2018 presso il Kölnischer Kunstverein. In “Untitled” (Outdoor Sex #1) e “Untitled” (Outdoor Sex #2) Chetrit copula allegramente con un un uomo che poi avrei conosciuto come Denis. Lei porta la macchina fotografica e lui, evidentemente, sta al gioco. È legato a lei e lei alla macchina attraverso il pulsante di scatto che serpeggia sullo sfondo dell’azione, a ricordarci che l’artista è all’opera. Con un balzo in avanti di un anno, abbiamo una visione più chiara della coppia in un pezzo intitolato “Seated Portrait”. Qui Chetrit è reclinata e parzialmente nuda con una T-shirt bianca tirata sopra il suo pancione di donna incinta e tiene in mano il pulsante di scatto. Sta sulle gambe del compagno che è totalmente nudo, a parte un paio di occhiali stilosi. Etrambe le figure guardano direttamente in camera, così come sembrano fare il pancione di lei e il pene in erezione di lui.

Nella foto di Talia Chetrit "Untitled (Outdoor Sex # 1)", 2018.
Talia Chetrit "Untitled (Outdoor Sex # 1)", 2018.

Nel suo nuovo ruolo di genitore, Talia Chetrit celebra la vita domestica sovvertendola con scene dal fascino perverso, esagerato a tratti kinky: un fascino che diventa assurdo quando si rincorre un bambino nella maggior parte dei casi, ma specialmente anacronistico nel 2020, quando nessuno poteva andare da nessuna parte. “Guys” (Ragazzi) è un ritratto di padre e figlio. Denis indossa un abito stiloso di tulle bianco e assume una goffa posa da animale, appoggiandosi a una chaise-longue a stampa leopardata. Il figlio di cinque mesi è sullo sfondo, messo a quattro zampe e intento a imitare l’atteggiamento del padre. Entrambi guardano in macchina, il che significa Chetrit. L’espressione del bambino e i lineamenti sono simili a quelli della madre. In un’altra scena vediamo Denis, questa volta in bondage nero che dà il biberon al bambino in cucina. Degli antichi strumenti di ferro penzolano sullo sfondo mentre lui si incurva all’indietro, serrando gli occhi all’obiettivo. Sta al gioco.

Nella foto Talia Chetrit "Untitled", 2020
Nella foto Talia Chetrit "Boot / Baby", 2020.
A sinistra: Talia Chetrit "Untitled", 2020. A destra: Talia Chetrit "Boot / Baby", 2020.

Per questo articolo ho pescato alcuni lavori e opere dell’ultima decade che rivelano una timeline cronologica inerente all’invecchiamento e all’evoluzione della famiglia, ma è importante notare che Chetrit resiste alla serialità o narrazione lineare. Durante il suo ultimo show alla Kaufmann Repetto Gallery di New York, ha presentato nuovi lavori dedicati al figlio e al compagno, Chetrit Family. Estratti dal suo archivio adolescenziale, le fotografie in bianco e nero ritraggono una riunione di famiglia nel Queens per celebrare il compleanno di suo nonno. La disarmante sincerità dell’immagine e il fascino del vecchio mondo ricalibrano il lavori più sensazionali e parlano della complessità delle esperienze vissute. Si potrebbe facilmente passare oltre, buttandoci solo un’occhiata, mentre io l’ho trovato l’aspetto più esposto della mostra. Una fotografia dello stesso rullino rivela una vista delle Twin Towers nella skyline di Manhattan. Sia il nonno sia le torri ora non ci sono più. Penso a Svetlana Boym e al suo libro del 2001 “The Future of Nostalgia”: «Nostalgia (da nostos ‒ il ritorno a casa e algia ‒il desiderio) è il desiderio di una casa che non esiste più o che non è mai esistita. La nostalgia è un sentimento di perdita e di sradicamento, ma è anche una storia d’amore con la nostra stessa fantasia. L’amore nostalgico può solo sopravvivere in una relazione a lunga distanza. L’immagine cinematografica della nostalgia è una doppia esposizione, o la sovrapposizione di due immagini – quella di casa e del luogo lontano, del passato e presente, del sogno e della vita quotidiana. Nel momento in cui cerchiamo di forzare una singola immagine, si rompe la cornice o si brucia la superficie». Mentre Talia Chetrit esercita la sua abilità formale e concettuale nel mantenere il pubblico a debita distanza, la famiglia di Talia Chetrit diventa un prisma attraverso cui esplorare l'intimità e l'erotismo, i ruoli di genere, l'assurdo e la fotografia stessa.

Tags

Articoli consigliati