Doppia personale di Duilio Forte e Giorgia Marras presso ONO Arte Contemporanea.

&Egrave; molto importante tenere a mente ci&ograve; che un artista prova a dirci. Ancora pi&ugrave; importante &egrave; per&ograve; quello che invece prova a nasconderci.

Che sia un gesto, un lieve movimento o un urlo sordido. Quello che l&rsquo;artista dice &egrave; molto spesso quello che nasconde. E viceversa. 
Certo, ci si pu&ograve; immedesimare nel pensiero dell&rsquo;artista. Si pu&ograve; fingere di comportarsi come tale, di agire nella stessa direzione in cui muove l&rsquo;estro geniale.

Ma non &egrave; abbastanza, non &egrave; sufficiente per&nbsp;ricavare una lettura profonda e accurata della mente del maestro. 
Si pu&ograve; tentare di&nbsp;ricostruire tramite l&rsquo;invenzione o l&rsquo;immedesimazione. Ricostruire cio&egrave; il percorso di un&rsquo;opera, studiare le vicissitudini che hanno creato il capolavoro, l&rsquo;atmosfera, il personaggio.

Duilio Forte e Giorgia Marras fanno cos&igrave;. Ricostruiscono. Si appropriano di una storia che non appartiene al proprio vissuto personale, una storia di centoventiquattro anni fa: la storia della creazione di un capolavoro.

Per la doppia personale presso la galleria ONO Arte Contemporanea di Bologna, i due artisti si confrontano con la mitologica creatura di Edvard Munch. La loro &egrave; una mostra che crea l&rsquo;immagine del cielo infuocato di mille colori. &Egrave; un urlo liberatorio, espressionista. &Egrave; L&rsquo;Urlo.

Se Forte, tramite l&rsquo;installazione site-specific &ldquo;Finis Extra&rdquo;, ci propone una lettura intima e personale della dimensione privata di Munch attraverso la riproduzione immaginaria di un ipotetico studio d&rsquo;artista, Marras ci spinge verso una narrazione dell&rsquo;esperienza pittorica legata a L&rsquo;Urlo con la graphic novel &ldquo;Munch Before Munch&rdquo;.

Le opere dei due si confrontano sull&rsquo;universo parallelo costruito attorno ad una figura leggendaria e oscura, cercando di personificarla e renderla umana, tangibile. &Egrave; evidente il tentativo di una lettura emotiva del personaggio di Munch, l&rsquo;artista di Oslo, nato da una famiglia puritana&nbsp;in un quartiere operaio.

Attraverso le immagini e la scultura, Forte e Marras ci proiettano in uno spazio interiore, ignoto a tutti noi, ma vissuto dall&rsquo;artista.

©Duilio Forte

©Giorgia Marras

L'Urlo prima di Munch

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