Un weekend a Siviglia
Non solo flamenco e corrida: la città andalusa è ricca di fascino, tanto più se vissuta in grande stile, in un hotel ricco di storia come l’Alfonso XIII
Costruito per ospitare in perfetta grandeur i visitatori più illustri dell’esibizione Ispano-americana del 1929 per cui fu creata la vicina, monumentale Plaza de Espana, con il suo trionfo di azulejos e le due torri visibili da tutta la città, l’Hotel Alfonso XIII fu inaugurato dal re di cui porta il nome, e negli anni ha ospitato l’who’s who dei viaggiatori venuti a scoprire il fascino di Siviglia, da Ava Gardner a Farah Diba, da Orson Welles a Brad Pitt fino al cast di Games of Thrones, quando girarono nell’Alcazar le scene ambientate nella reggia di Dorne. L’hotel stesso, nel 1961, fece da set per alcune scene di “Lawrence d’Arabia”. Costruito attorno a un patio in un mix di stili andaluso, moresco e castigliano, le pareti della hall e del ristorante San Fernando tutto attorno al patio ricoperte di azulejos di Triana, l’hotel è un punto di ritrovo per gli stessi sivigliani, frequentatori della terrazza, Ena, e del Bar Americano in stile Art Deco, dove il blu elettrico delle pareti si riflette in un suggestivo gioco di specchi. Vicinissimo a Plaza de Espana e alla fabbrica reale di tabacco dove avrebbe lavorato la Carmen di Bizet, l’hotel è vicinissimo anche alla superba cattedrale gotica e alla magnifica torre della Giralda, dalla cui sommità si ammira tutta la città, con le sue grandi chiese dalle cupole colorate (se la Basilica della Macarena è la più celebre, quella di El Salvador è la più flamboyant) e le sue piazze quadrate disseminate di alberi d’arancio. E se l’Alcazar è indubbiamente la ragione numero 1 per venire a Siviglia, la piazza della Cattedrale, coi suoi rooftop e le stilosissime carrozze coi cavalli nere e gialle, regala momenti magici, grazie a un cielo cobalto e una luce che si incendia d’oro rosa al tramonto.
Global Ambassador del gruppo The Luxury Collection di cui fa parte l’Alfonso XIII, Caroline de Maigret ha scritto una guida, “A night in Seville and the morning after”, (ed. Assouline) con una serie di indirizzi interessanti per entrare nello spirito della città, dal ristorante Petit Comité all’ultra trecentenario tapas bar El Rinconcillo, dagli abiti da flamenco di Lina Sevilla ai sombreros di Maquedano, alle ceramiche di Populart. Tra i luoghi da visitare de Maigret raccomanda il Museo del Flamenco e il Palacio de las Duenas, della defunta duchessa d’Alba, la donna più titolata del mondo. Fuori guida, per gli appassionati di pasticceria portoghese, merita una sosta Portunata, con meravigliosi pasteis de nata e ancor più golose queijadinhas di cocco o di mandorle.