The Now Hustlers: Miles Chamley Watson
Schermidore statunitense, campione del mondo di fioretto nel 2013, biondissimo e altissimo: Miles Chamley Watson si racconta in questa intervista, tra vita privata, carriera e nuove opportunità
Photography/Director RICARDO GOMES
Styling RITA MELSSEN & JORDAN JAMAAL
Afroamericano, alto quasi due metri, tatuatissimo e dai capelli biondo platino, a nove anni Miles Chamley-Watson si avvicina allo sport per combattere il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD). Nato a Londra, ma con origini in Giamaica, Irlanda e Malawi, Miles è un atleta olimpico - bronzo a squadre a Rio - e primo Americano a vincere una medaglia d’oro individuale nel fioretto ai campionati del mondo nel 2013. Nel suo futuro anche una carriera da modello e attore.
L’OFFICIEL HOMMES ITALIA: Come hai trasformato la passione per la scherma in un lifestyle più ampio che include anche la moda?
MILES CHAMLEY-WATSON: Sono stato fortunato ad avere successo in questo sport, ma anche se ho vinto parecchio, la mia vittoria più grande è ispirare una nuova generazione di sportivi, il che è molto più importante di qualsiasi medaglia. Come lo è diventare un brand, avere grosse compagnie e firme che mi vogliono sponsorizzare perché capiscono la mia visione. Mi piace essere da esempio, ispirare ragazzi che come me hanno dei sogni. Quando ho cominciato la scherma non avevo un role model da seguire, non ci sono tanti schermitori neri, credo sia arrivato il momento di promuovere lo sport e farlo diventare meno elitario e più accessibile a tutti. E poi mi è sempre piaciuta la moda perché è molto simile allo sport che amo.
LOHI: In che senso?
MC: In realtà, modeling e scherma vengono entrambi rappresentati sulla passerella, ovvio, quando sei in passerella, sei solo tu che cammini e/o reciti una parte, mentre quando gareggi, sei tu contro l’avversario. Diversa adrenalina, ma mentalmente, quando sei là fuori... sei sempre da solo. Sono due mondi molto diversi, ma simili. Adoro entrambi.
LOHI: Perché?
MC: Perché la moda ti permette di essere libero, di essere te stesso. Anche se non tutti apprezzano il tuo stile, criticano quello che indossi, o fanno commenti negativi sul tuo modo di essere, è la tua visione, nessuno la può cambiare. La moda, come lo sport, è un collante che unisce persone di razze e culture diverse, gli abiti che indossiamo non ci definiscono come esseri umani, ma esprimono la nostra personalità. Quando indosso la mia “armatura”, i guanti, la maschera, mi sento come un super eroe, e come la moda, la scherma ha un passato antico. Il mondo della moda è stato il primo a riconoscere questa mia missione, e quindi ho rispetto per questa arte, mi piacerebbe che la scherma fosse una disciplina più apprezzata, non solo durante le Olimpiadi.
LOHI: Quali sono gli elementi importanti per lasciare una traccia permanente?
MC: Il mio motto è: “Create a legacy, not a moment”, lascia un contributo al mondo, non un solo momento. Ho sempre voluto essere il migliore in questo sport, ma voglio anche lasciare un segno, cambiare il futuro dello sport a modo mio. Ho tre regole importanti. La prima, “Be the best!”, cerca di essere il migliore perché i risultati non mentono, poi, “Usa la tua piattaforma al meglio”, la tua fama, tutto quello che hai a disposizione per fare del bene, infine “Crea delle opportunità”. Ecco perché è nata la Miles Chamley-Watson Foundation: il mio ADHD non è una menomazione ma un’opportunità e spero che lo possa essere per altre persone come me.
Prossimamente su L'Officiel Hommes Italia n° 28
TEAM CREDITS:
HAIR: Andy Lecompte;
MAKE UP: Wendi Miyake;
TAILOR: Shirlee Idzakovich;
PHOTO ASSISTANT: Brandon Minton;
HAIR ASSISTANT: Axel Rojas;
MAKE UP ASSISTANTS: Jordann Aguon e Ty Sanderson using MAC COSMETICS;
STYLING ASSISTANT: Elliott Soriano.