House of the Dragon: l'intervista a Harry Collett in uscita con la seconda stagione
L’attore classe 2004 interpreta Jacaerys Velaryon, il figlio di Rhaenyra Targaryen, nella serie “House of the Dragon”. Ma dice: «Non vorrei sentirmi incastrato né vincolato in un unico ruolo. Mi piacerebbe una parte da supereroe! Un bel film Marvel sarebbe pazzesco».
Text by SIMONE VERTUA
Photography PIP
Styling KATIE DULIEU
«Ammetto che non è mai stato un mio desiderio diventare un attore. A sei anni ho cominciato a ballare, avevo anche fatto uno spettacolo in una specie di centro commerciale. Poi un agente mi ha notato e ha riferito a mia madre che avevo un portamento da attore, così sono andato alla mia prima audizione e sono rimasto folgorato. È stato come se una valanga mi travolgesse», racconta l'attore britannico Harry Collett. Dopo una comparsa in “Dunkirk”, ha recitato in “Morto tra una settimana (o ti ridiamo i soldi)” e “Dolittle”, per poi arrivare ad “House of the Dragon”. Basato a Londra, trascorre il tempo libero a casa in compagnia della madre e della sua cagnolina, Bella, scrive sceneggiature e fa il Dj. In attesa dell’uscita della seconda stagione di “House of the Dragon”, sta lavorando ad un nuovo progetto cinematografico (ancora segreto).
L’OFFICIEL ITALIA: Come hai portato avanti lo sviluppo del tuo personaggio in “House of the Dragon”?
HARRY COLLETT: All’audizione mi avevano assegnato delle battute senza dirmi di che ruolo si trattasse e io mi ero preparato leggendo la mia parte: un personaggio che si stava prendendo cura del suo fratellino, e nel momento del provino, l’ho recitata con grande trasporto. Poi mi hanno chiamato in studio per dirmi che sarebbe stato per “House of the Dragon” e ho subito pensato che fosse fuori dalla mia portata. Mi spaventava l’hype che ruotava intorno al genere e ai libri, poi ho ricevuto la chiamata e ancora adesso fatico a credere di essermi aggiudicato il ruolo. Non ho letto tutti i libri, ma ho dovuto fare molta ricerca e leggere le sinossi. Naturalmente gli amanti della saga possiedono la propria idea altamente soggettiva sul personaggio e non puoi mettere d’accordo tutti. Comunque spero di essere riuscito a soddisfare anche i fan più esigenti.
LOI: Cosa ti ha colpito di più del set?
HC: È un organismo enorme. Quando entri sul set è come se il tuo ruolo prendesse vita automaticamente. Tutto è fuori scala, dai costumi alle ambientazioni, soprattutto in questa ultima stagione.
LOI: Chi sono i tuoi personaggi preferiti?
HC: Naturalmente mia mamma, Rhaenyra Targaryen! Lei è la sesta monarca e prima regina donna dei Sette Regni. Poi mi piace la rivalità tra Aemond e Daemon Targaryen, da spettatore ho adorato il loro rapporto perché rende la serie molto più emozionante.
LOI: Qual è il tuo rapporto con il genere fantasy?
HC: Da bravo inglese mi ero limitato a guardare il “Signore degli Anelli” e “Harry Potter,” ma dopo essere stato Jacaerys Velaryon mi sono innamorato del genere, le ambientazioni, i personaggi e la strabiliante storia creata da George R. R. Martin, una follia per me.
LOI: C’è qualche ruolo o genere con cui vorresti sperimentare?
HC: Non vorrei sentirmi incastrato né vincolato in un unico ruolo. Mi piacerebbe una parte da supereroe! Un bel Marvel sarebbe pazzesco. Parlando di genere vorrei fare pratica con un film d’azione, ma il mio desiderio è misurarmi con un western, perché ce ne sono pochi in circolazione al giorno d’oggi.
LOI: Con quali registi ti piacerebbe lavorare?
HC: Ho lavorato con Christopher Nolan per “Dunkirk”, avevo un ruolo marginale per circa sette secondi e mi piacerebbe tornare a lavorare con lui con un ruolo più importante. Mi piace lo stile di Quentin Tarantino, Dexter Fletcher e Guy Ritchie.
LOI: Chi sono i tuoi attori di riferimento?
HC: Leonardo Di Caprio è di grande ispirazione per me, perché è arrivato al successo in giovane età. È un attore brillante, versatile, e in “Wolf of Wall Street” di Martin Scorsese - uno dei miei film preferiti - l’ho trovato geniale, sarebbe bello fare un film al suo fianco. Tra le attrici mi piace Kate Winslet e trovo fantastica anche Helena Bonham Carter.
«È bello poter mostrare la propria personalità attraverso l’abbigliamento, ho imparato ad apprezzare anche i capi che mi colpiscono di più e una volta che li indosso avverto il senso di empowerment che trasmettono» Harry Collett
LOI: Ti interessa la moda?
HC: Ho amato il percorso stilistico che ha portato avanti Harry Styles, in un certo senso ha dato libertà agli uomini permettendogli di indossare quello che vogliono. È bello poter mostrare la propria personalità attraverso l’abbigliamento, ho imparato ad apprezzare anche i capi che mi colpiscono di più e una volta che li indosso avverto il senso di empowerment che trasmettono. Ho una dipendenza per gli occhiali da sole, ne possiedo tantissimi modelli. Tra i miei marchi preferiti ci sono Prada, Dior e Louis Vuitton.
LOI: Ho visto su Instagram che sei anche DJ. Come hai iniziato?
HC: Per noia, mentre aspettavo l’inizio delle registrazioni della seconda stagione cercavo di impegnare il mio tempo libero. Ero andato a sentire Michael Bibi, un DJ piuttosto popolare sulla scena house e quando sono uscito dal live ho pensato: “Devo assolutamente comprarmi una consolle”. La mia formazione è da autodidatta, ho seguito dei tutorial su YouTube e mi sono fatto degli amici che provengono dal settore musicale e mi hanno aiutato nella fase iniziale. Mi piace suonare live, adoro lo scambio di energia e le reazioni del pubblico, sarebbe bellissimo campionare dentro di sé quelle emozioni.
LOI: So che nel tempo libero scrivi, pensi a una carriera da sceneggiatore?
HC: Sì, forse, questi testi verranno probabilmente demoliti e non vedranno mai la luce, ma spero che un giorno riuscirò a fare qualcosa di buono. Quando mi vengono delle idee, le scrivo, mi reputo abbastanza creativo, quindi mi piace avventurarmi in mondi differenti.
LOI: Qual è stato il miglior consiglio che tu abbia ricevuto?
HC: Robert Downey Jr. sul set di “Dolittle” mi ha insegnato che, come diceva Mies van der Rohe, less is more, e da allora la mia recitazione è più naturale.
LOI: Cosa ti sentiresti invece di consigliare ai nostri lettori?
HC: Che non è mai troppo tardi per incominciare. Si può sempre provare, senza rimandare perché potresti reprimere un lato creativo che non hai mai realizzato prima d’ora. Vale la pena correre il rischio per non avere rimpianti. E serve perseveranza, per via del covid sono rimasto tre anni senza lavori prima di ricevere “Dolittle”, ed ero sul punto di mollare. E invece non bisogna, potresti essere vicino ad una situazione che ti svolta la carriera.
Grooming: PAUL DONOVAN