Hommes

Love Triangle: David Dawson racconta l'esperienza sul set di "My Policeman"

Nell’attesissimo film “My Policeman” David Dawson esplora le dinamiche complesse di un amore clandestino.

Cappotto, Tod's; pull e stivali, salvatore ferragamo;  pantaloni, Frame.
Cappotto, Tod's; pull e stivali, salvatore ferragamo; pantaloni, Frame.

Photography by Zeb Daemen
Styled by Michael Miller

Fin dal suo annuncio, la frenesia intorno al film in uscita a ottobre negli States “My Policeman” si è concentrata su Harry Styles protagonista della storia d’amore omosessuale. L’altro è David Dawson, attore inglese noto soprattutto per i suoi ruoli in “The Last Kingdom” e in svariati sceneggiati della BBC. In “My Policeman” Dawson è Patrick Hazelwood, un curatore di musei la cui relazione clandestina negli anni ’50 con il giovane e affascinante poliziotto Tom (Styles) potrebbe mettere a rischio la vita di entrambi. In quanto gay, per David Dawson girare “My Policeman” è stata sicuramente un’esperienza forte dal punto di vista emotivo, ma anche educativa e appagante. «Di certo mi è rimasta addosso e nel modo più meraviglioso». 

L’OFFICIEL HOMMES ITALIA: Com’è andata l’audizione per “My Policeman”?
David Dawson: Sono da anni un grande fan del regista Michael Grandage, ho lavorato con lui e per lui a teatro in alcune occasioni. Quando il mio agente ha ricevuto da Michael una chiamata in cui gli chiedeva se fossi interessato a un’audizione ho divorato lo script quella stessa notte. A volte ti imbatti in storie per cui come attore ti senti addosso una sensazione curiosa, proprio come è successo a me per Patrick: sapevo che avrei fatto di tutto per essere io a interpretarlo. Volevo osservare quel periodo della società inglese in cui essere una persona come me sarebbe stato incredibilmente difficile. Ero affascinato dalla domanda: cosa devi fare per sopravvivere in quel mondo ed essere felice? E come avrei affrontato io quella situazione? Perciò, queste considerazioni, insieme al fatto che si trattava di Michael Grandage, mi hanno davvero fatto desiderare di fare parte di questo progetto.

Scorri verso il basso per scoprire tutta l'intervista all'attore David Dawson

clothing apparel person human suit overcoat coat brick sleeve
Completo, camicia e calze, valentino; mocassini, valentino garavani.


LOHI: Com’è stato lavorare con Harry Styles ed Emma Corrin?
DD: Incredibile, davvero speciale. Loro sono stati stupendi e lo dico in totale sincerità. Abbiamo avuto il lusso di godere di un periodo di prove, e avuto il tempo di costruire davvero una chimica e una dinamica tra noi tre. E anche separatamente, cioè tra Harry e me e Harry ed Emma. Nell’entrare in un progetto del genere, quando ci sono tre personaggi che diventano così intimi, speri di poter lavorare con qualcuno di cui ti fidi e con cui ti puoi divertire, e a me con loro è andata di lusso. Il livello di supporto che abbiamo ricevuto e che ci siamo scambiati tra di noi, significa, almeno così spero, che abbiamo creato qualcosa di speciale. Da allora, sono andato a vedere Harry per la prima volta mentre si esibiva a Brixton e sono stato molto fiero di lui. È uno showman incredibile. E anche Emma, che ho visto a teatro nel West End, è stata eccezionale. 

LOHI: Nel film il tuo personaggio viene processato. Forse è una testimonianza di quanto le cose siano cambiate, ma non avevo mai realizzato quanto negli anni ’50 spesso le persone queer dovessero affrontare non solo forme di violenza fisica o esclusione dalla società, ma anche procedimenti legali. Come ti sei sentito nella parte di qualcuno che viene processato per la sua identità?
DD: Mentre facevo ricerca su quell’epoca ho trovato molte storie di uomini di quel tempo e la mia reazione iniziale, in quanto gay, è stata di emozione e anche di rabbia. Ma mi ha ricordato me stesso quando, anni fa, avevo lavorato con un tizio di nome Tony Warren, che aveva creato la soap opera “Coronation Street”. Lo interpretavo (nello sceneggiato “The Road to Coronation Street” del 2010, ndr) e ho cercato di diventare suo amico. Lo impersonavo nei panni di giovane uomo gay e sedevamo insieme per ore e mi raccontava di quel periodo e, in effetti, le sue storie erano fatte di romanticismo ed eccitazione rispetto a quella sorta di vita clandestina che doveva vivere. È una testimonianza a favore della comunità queer, di come abbiano fatto a trovare speranza e passione e amore e amicizia in una situazione tanto orribile. 

clothing apparel person human footwear shoe chair furniture
Suit, Maison Margiela; camicia, Budd London; tie, dsquared2; calze, london sock company; scarpe, valentino garavani.
clothing apparel shirt person human sleeve shoe footwear long sleeve
Camicia, erdem; pantaloni, DUNHILL; cintura, Hermès; scarpe, malone souliers.

LOHI: La storia è ambientata a Brighton, gli scenari sono meravigliosi e si sposano alla perfezione con il tono generale del film. È stato d’aiuto girare lì?
DD: Certamente, è una città di mare vittoriana, un luogo che già amavo molto. Ci sono andato per anni, con la famiglia o con gli amici e ho anche recitato al Theatre Royal Brighton. Però hai ragione, Brighton ha un suo ruolo nella trama perché è un posto pieno di storie e di amori. Ha anche tutte quelle viuzze nascoste, come i segreti della nostra storia  e i segreti che i personaggi non svelano gli uni agli altri. E poi c’è moltissima arte. Diverse zone sono rimaste proprio com’erano negli anni ’50. Mi piace recitare in costume per via di quel ragazzino che è ancora nella mia testa e che voleva essere un attore; il brivido di entrare in un set e ritrovarsi in un periodo storico totalmente diverso; non perdi mai quella gioia. Tutte quelle macchine fantastiche e la moda e l’etichetta, il come ti dovevi muovere a quei tempi. Ma anche il vedere come le donne e gli uomini si dovevano comportare. 

LOHI: Hai girato diverse produzioni in costume. C’è un altro genere che ti piacerebbe esplorare?
DD: Sono un fan degli horror, fin da quando ero giovane.

LOHI: Alla fine del film, i tre protagonisti raggiungono quella che sembra essere la loro ultima opportunità di trovare la pace. Sei stato capace di uscire dal personaggio con una tua sensazione catartica?
DD: La cosa che questo film mi ha davvero dato è un senso di gratitudine per tutto ciò che la comunità LBGTQ+ e i suoi alleati hanno ottenuto per me, che ora posso vivere una vita con tutte queste libertà. E anche il riconoscere che c’è ancora tanto altro da fare. 

clothing apparel face person human
Lupetto, Prada.

GROOMING Brady Lea
SET DESIGN Josh Stovell
PHOTO ASSISTANT Jack Snell
STYLING ASSISTANT Lacie Gittins
SET DESIGN ASSISTANT Benthe De Vries and Tagore Chayne

Articoli consigliati