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Il colore delle nuvole non cambia. Qualunque sia il pittore. In tutti i luoghi. Il colore delle nuvole non cambia. Il colore della musica, invece, è capace di colorare tutto. Come un pittore esclusivo e personale che non teme giudizio alcuno perché unico come la persona che sei tu. Dove lo strumento musicale è la tavolozza dei colori. E il pianoforte è il principe indiscusso. È lo strumento che Khatia ha incominciato a suonare all’età di tre anni con sua madre, con il primo concerto alla Orchestra di Tblisi quando aveva sei anni. «In casa la musica faceva da padrona, suonavo sempre con mia sorella, adoravo quei piccoli momenti di libertà». Legata alle piccole gioie della vita familiare, Khatia decide di concentrarsi sul pianoforte invece del violino per dipingere i colori della musica. Unico strumento che permette di suonare e ritmare dieci note nello stesso momento, è quasi come vedere l’arcobaleno. Khatia lo descrive come «il simbolo della solitudine musicale» perché riesce a farti isolare completamente e a mostrarti i sogni più belli di quelli che si fanno di giorno ad occhi aperti. Chiamata da tutti la Beyoncé del piano, con la sua presenza scenica sta riuscendo nell’intento di avvicinare il mito del pop alla musica classica. Il suo nome è già richiesto nel microcosmo della musica classica internazionale. Molto giovane, ha attirato la curiosità dei suoi colleghi per le sue interpretazioni di Liszt o Chopin. «La musica classica in principio era la musica popolare. Era alla portata di tutti. È colpa dei promoter e dei musicisti se ora è percepita in questo modo così distante, così esclusivo». Ad alcuni esperti e appassionati di piano può non piacere l’estremo dinamismo e l’intensa velocità dello stile di Khatia.
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Fondazione Merz, Torino
Nata nel 2005 a Torino e dedicata a Mario e Marisa Merz, la cui figlia Beatrice ne è la presidente, la Fondazione Merz vede la collaborazione, tra gli altri, di Frances Morris, direttore della Tate Modern di Londra, e di Vicente Todolí, artistic advisor dell'Hangar Biccoca di Milano. Qui si possono visitare mostre dedicate alla sinergia artistica tra i Merz, tra gli artisti italiani più influenti del '900 che hanno fatto dell'arte povera la loro massima forma espressiva, ma anche opere di artisti italiani e internazionali. C'è anche spazio per i giovani, perché periodicamente vengono organizzati eventi espositivi a loro dedicati. Non solo opere, ma arte a tutto tondo declinata in incontri, laboratori e rassegne di arte visiva come Meteorite in Giardino che ha l'obiettivo di connettere diverse discipline artistiche legate all'arte contemporanea.