Ornella Vanoni, «Ho amato donne e le ho fatte soffrire. Le canne? sono la mia medicina»
Tra amori ed eccessi, Ornella Vanoni ha ripercorso la sua vita a Belve, intervistata da Francesca Fagnani.
Ornella Vanoni, che belva si sente? «Dove abitavo c’erano tutti finestroni, e io non giravo in mutande ma proprio nuda. Tutti mi dicevano che mi avevano visto dalle finestre. Sì, sono una scostumata! Pensa che c’era un periodo in cui avevo solo due paia di mutande, un paio nere e le altre bianche» dice una delle voci più celebri della musica italiana parlando della sua spregiudicatezza, già a partire dalla giovane età. Ornella Vanoni risponde a ruota libera alle domande di Francesca Fagnani, con la verve cui ci ha abituato negli anni. Dei suoi amori femminili (peraltro mai negati) dice: «Una è stata una grande amicizia che è durata tanti anni. Un’altra è durata meno. Le donne sono attraenti, però a me purtroppo il sesso femminile non interessa molto, e infatti ho fatto soffrire queste persone. Io mi innamoro della persona, in quell’altra cosa non sono molto brava. Sarò…come si dice adesso... fluida, ma nel giudizio soltanto». E se si parla di amori, indimenticabili sono quelli per Giorgio Strehler e Gino Paoli. Se il primo «è l’uomo che mi ha amata di più, ma non mi ha protetta da situazioni estreme perché non poteva farne a meno. Voleva tornare con me, ho detto di no», del secondo dice «io sono ironica, lui no. Questa ironia di me si sa, si vede e si sente. Di lui proprio no, però se vuole essere ironico, poverino, non diamogli contro», rispondendo così - non troppo velatamente - a una critica fattagli dal cantautore genovese, quella di essersi lasciata andare con l'età dicendo cose che dovrebbero rimanere nella sfera privata.
Il vizio più grande? «Le canne», dice Ornella Vanoni senza esitare. «A un certo punto non dormivo più. Mio padre mi fece fare perfino la cura del sonno: ero disperata. Finché un giorno non mi hanno fatto fare una canna e allora ho detto: ecco la mia medicina». Qualche tempo fa su Instagram si mise - scherzosamente - a cercare un badante che sapesse rollare le canne... tanto che «Quando cammino per strada i ragazzi mi urlano Ornella! Io non ho lavoro ma rollo da Dio, vengo a farti da badante!», dice la cantante e attrice nata a Milano nel 1934.