Nel cuore delle battaglie per i diritti e la dignità della comunità LGBTQIA+, in un mese importante come questo, emerge con estrema forza la figura di Ambrosia Fortuna, performer e attivista italiana transgender. Con le sue parole e le sue azioni, Ambrosia ha saputo - in svariate occasioni - celebrare l'intera comunità queer. Per quanto sia fondamentale rendere omaggio ogni singolo giorno dell'anno a questa realtà, durante il Pride Month celebriamo con particolare enfasi il suo impegno instancabile, rivolto in particolare alla comunità transgender, troppo spesso bersaglio di discriminazione, violenza e ingiusta esclusione sociale.
Ambrosia ha deciso di affrontare queste sfide raccontando e omaggiando storie di vita vera, come quella di Cloe Bianco, una donna transgender che si è tolta la vita nel giugno del 2022 a causa dell’orrendo giudizio e pregiudizio che la società le ha inflitto. Durante il Pride di Napoli dello stesso anno, Ambrosia l'ha ricordata con queste parole:
"Ero a Napoli, quando leggevo un passo della lettera scritta da Cloe Bianco. Una delle sue ultime memorie scritte prima di togliersi la vita: 'Una donna brutta - Vita transgenere'. La bruttezza è un concetto relativo, ma che nell’immaginario eteronormato diventa quasi oggettivo, conforme, l’opposto e il contrario di quello che la società (e non la storia) definisce corretto e dunque bello. Cloe infastidiva, Cloe era qualcosa che il mondo non poteva ammettere alla corte dei giusti, del comune senso del sentire. Perché quello che sentiva Cloe era qualcosa che non doveva esistere. Lei stessa non doveva esistere, come donna, come insegnante, come essere umano capace di amare e di avere passioni. La bruttezza che Cloe sentiva di avere era questa. Non altro. Cloe non è stata compresa. Cloe non è stata ammessa a far parte di quel modello canonico femminile di massima conformità. I tratti associati alla maschilità devono sparire, essere impercettibili; la donna trans deve essere bella, preferibilmente delicata, seducente, esotica quel tanto che basta per poter essere una fantasia erotica che non disturba e non mette in crisi l'orientamento del soggetto desiderante. Pensare che Cloe e le donne trans debbano ammettere alla loro vita queste pene, solo per essere state libere di capire chi erano davvero, ci fa sedere nella parte dei colpevoli. L’idea che nel riconoscersi, ci si debba attendere tali ingiustizie è una colpa, è un oltraggio. Sentire la colpa di essere nate in un corpo che non sentivano loro non è giusto. Non lo è per Cloe, non lo è per le persone trans e non lo sarà per i tuoi futuri figli o chiunque incontrerai. Ora ti capisco, Giacomo, quando dicevi: 'Il mondo ride sempre di quelle cose che, se non ridesse, sarebbe costretto ad ammirare; e biasima sempre, come la volpe, quello che invidia. Non ti stancare di amarmi.' A tutte le persone queer e trans invisibilizzate e uccise da una società che le discrimina, per tutti i corpi non conformi, a te chiunque tu sia, io ti vedo e sei bellissimə."
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PHOTOGRAPHY & GLAM Luciano Chiarello
STYLING Pasquale Cangemi
«Pensare che Cloe e le donne trans debbano ammettere alla loro vita queste pene, solo per essere state libere di capire chi erano davvero, ci fa sedere nella parte dei colpevoli».
In un’altra occasione, Ambrosia ha onorato la Tarantina, una figura iconica dei Quartieri Spagnoli di Napoli, simbolo della resilienza e della vitalità della comunità transgender. Il ruolo di questa figura si inserisce nel contesto dei "femminielli". Parliamo di una figura storica e culturale unica della cultura partenopea, di uomini che vivono e si identificano come donne, incarnando un'identità di genere che affonda le sue radici nei secoli. Con la loro presenza e il loro ruolo nella società, i femminielli hanno sempre rappresentato un faro di diversità e inclusione. La Tarantina, nata il 22 marzo 1936, continua a vivere con dignità e fierezza, e Ambrosia l’ha omaggiata nel giorno del suo ottantunesimo compleanno.
"Ottantotto primavere le tue, un'opportunità per ricordare le sorelle che non sono più con noi, che vivono nella nostra memoria e che hanno lasciato un'impronta indelebile nella storia, e per celebrare quelle che quotidianamente ancora fanno la differenza nella vita, nella mia e in quella di noi tuttə, come te. Grazie, Tarantina."
Così, Ambrosia Fortuna ci insegna quanto siano fondamentali l’accettazione e l’inclusione per una società giusta. Le sue parole e le sue azioni ci invitano a riflettere, a celebrare la bellezza in tutte le sue forme, a riconoscere e rispettare l’umanità in ognuno di noi. Ogni vita merita rispetto e dignità, e ogni storia ha il diritto di essere raccontata e ascoltata. La società deve evolversi, abbracciando la diversità e garantendo un futuro in cui nessuno debba più soffrire per la propria identità. Insieme, possiamo costruire un mondo in cui ogni persona possa sentirsi amata e rispettata per ciò che è realmente.
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Team credits:
PHOTOGRAPHY Isaac Flores
GLAM Giuseppe Gannuscio
STYLED & DIRECTED Riccardo Maria Chiacchio