Musica

Cosmo sulle ali del cavallo bianco, vuole "il pop più stralunato possibile"

Sulle ali del cavallo bianco, il nuovo progetto discografico di Cosmo è uscito il 15 marzo dopo tre anni dal suo ultimo album. Scritto e prodotto con Alessio Natalizia è accompagnato da un tour già quasi tutto sold out.

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Cosmo sulle ali di un cavallo bianco ha deciso di salvarci tutti. O almeno vale per chi lo ascolta. Le 11 tracce dell’album - Scritto, prodotto e suonato insieme a Alessio Natalizia, in arte Not Waving, è una pausa dalla musica trita e ritrita di festival e radio, dalle tendenze impersonali e mainstream che non hanno nulla da dire ma solo mostrare e mostrare. Sulle Ali del cavallo bianco è un viaggio tra reale e irreale, una sorta di iper uranio raccontato in chiave pop. Un approccio alla musica naïf tra gioco e ricerca per un sound alieno, strambo, non scontato. Tra le references musicali mondi paralleli, e apparentemente inavvicinabili, come quello di Lucio Dalla e Attenti al Lupo ripresa in Gira che ti Gira, e quello di E se ispirato invece a Enfants di Ricardo Villalobos, con un coro di bambini registrato alla scuola dei figli di Marco. L’album arriva anche con un tour quasi tutto sold-out, che esclude l’utilizzo dei telefoni cellulari, che verranno vietati, per salvaguardare l’empatia umana e la capacità di emozionarsi in una dimensione collettiva.

Foto di Matteo Strocchia e Marco Servina

L’OFFICIEL ITALIA: Partiamo con il tour, il 10 e 11 aprile tappa all’Alcatraz di Milano, di cui una data sold out. Aspettative? 
COSMO: Spero che ci siano momenti di grande pianto collettivo. Mi aspetto cose belle perché negli ultimi anni il rapporto con il pubblico è super. Sulle ali del cavallo bianco è un disco emotivo, sento di essere pronto e non vedo l’ora. 

LO: Ma quale trip ti sei fatto per intitolare l’album e la canzone “Sulle ali del cavallo bianco”?
C: Alcune session sono state un delirio, ascoltando la base della canzone mi è passata per la mente l’immagine di un cavallo bianco alato che passava sul fiume Dora, vicino il mio studio; parlandone con il team, tra una battuta e una risata, la cosa ha preso forma seriamente finché abbiamo deciso di battezzarla così. Il cavallo è per me una sorta di mezzo di trasporto creativo per una terra di mezzo in cui si dissolvono identità, abitudini e tutto ciò che diamo per scontato.

LO: Trovi nella musica una forma di evasione?
C: Un’evasione utopica. Un’attrazione verso qualcosa di meglio per distruggere la percezione superficiale che abbiamo del mondo. Un viaggio psichedelico per tornare qui (nel presente) in una versione nuova, magari migliorata.

LO: L’album è un progetto a quattro mani con Alessio Natalizia, aka “NOT WAVING” come mai la scelta?
C: Alessio è un bravissimo produttore con una visione avanguardista. Scrivere e produrre con lui, in questo nostro modo anche naïf, mi ha aiutato in molte fasi di lavoro, uno stimolo continuo senza mai porci limiti. È il nostro primo disco insieme ma abbiamo voglia di farne già altri e sperimentare il pop più stralunato possibile.

LO: Il nuovo album è più pop ma le sonorità restano fedeli alle precedenti. Su quali aspetti hai lavorato?
C: Il mio linguaggio (espressivo) subisce delle trasformazioni organiche e coerenti con il tempo e con tutto ciò che apprendo, faccio mio e trasformo. Non salto di palo in frasca per seguire le tendenze cambiando genere.

LO: Questo secondo te è uno dei problemi della scena italiana?
C: Il grosso problema è scimmiottare il mercato estero prendendo come riferimento quello che funziona, o ha funzionato, lì. Questa strategia è totalmente perdente. L’altro problema è credere di sapere cosa sia radiofonico… alla fine si fissa uno standard comune che ripropone sempre le stesse cose. È un sistema chiuso che a volte parte anche da artisti e produttori. Secondo me si dovrebbe lavorare di più sulla ricerca, recuperare i suoni negli angoli più remoti e impensati, e trasformarli. 

LO: Cosa ti piace ricercare?
C: Musiche assurde. Fare accostamenti strani e in un certo senso sbagliati. A me e Alessio piace stupirci, provare a mettere insieme mondi sonori lontani e scoprire cosa esce fuori. Non cerchiamo rassicurazione, voglio scrivere canzoni in un ecosistema sonoro non scontato. E perché no, anche produrre altri artisti.

LO: C’è stata una canzone dell’album che ha avuto una genesi particolare?
C: Gira che ti gira. L’abbiamo cambiata diverse volte prima di trovare la quadra. Adesso ci piace parecchio. 

LO: Una che ti ha coinvolto a livello emotivo?
C: Tutto un casino. L’abbraccio e Il Messaggio: in cui c’è una strumentale potente e ogni volta che la ascoltavo mi venivano gli occhi lucidi e rendeva difficile lavorarci su. Le persone lo stanno scoprendo pian piano e amando. 

LO: Il brano Tutto un casino si conclude con: “Voglio soltanto dare tutto, Regalare e ringraziare, Restituire questo amore che sento, Muoio dentro”. Vivi l’amore in questo modo?
C: Non lo so. Penso che sia un messaggio d’amore intriso di filosofia orientale. Ringraziare e restituire amore è la chiave della buona fede in una persona, forse se ci si pone in questo modo è possibile vivere meglio e in armonia. Questa canzone parla del mio anno e di come mi sono sentito: amare a volte è difficile e complicato, ma inevitabile. 

LO: Ha avuto un effetto liberatorio?
C: Si, dovevo dire delle cose a una persona e l’ho fatto scrivendo una canzone. 

LO: E come si vive una dimensione che da intima diventa pubblica, condivisa? 
C: Sono momenti strani. Sto vivendo una sorta di fase due. I brani più sofferti e sentiti sono quelli che arrivano di più al cuore della gente. Li capiscono e condividono.

LO: Una delle canzoni è dedicata alla tua bimba, diventare padre ha influito sul fare musica?
C: Credo di si ma in modi che intenzionalmente non saprei spiegare bene. Mi ha cambiato come persona perché mi ha portato, dentro e fuori, delle emozioni mai provate prima. Stando con i bambini ho focalizzato quanto mi piaccia la dimensione del gioco e ho cercato di trasportalo anche nella musica. I bambini giocano e creano senza sforzi e in totale spontaneità, per un genitore questo è il miglior tempo speso con loro. 

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