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FRANCE Alloure: breve storia dello stile francese

La donna francese, in particolare la figura della Parisienne, protagonista delle pagine de L’OFFICIEL, si è da sempre distinta per uno stile personale innato che ne accentuava bellezza e fascino. Il mito resiste, anche se oggi è diventato plurale.

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Per più di cento anni L’OFFICIEL ha contribuito in modo significativo alla creazione di quell’aura che appartiene esclusivamente alla moda parigina, di una Parigi capitale della moda, della rivoluzione e della modernità. Fondato nel 1921, L’OFFICIEL era l’organo ufficiale della Chambre Syndicale de la couture parisienne. Il suo primo direttore, Dominique Gaffory credeva fermamente che solo in Francia l’arte de la couture potesse fiorire. Il buon gusto francese veniva spesso associato con la sua tradizione aristocratica come con il patrimonio dei suoi espertissimi artigiani.

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Modelle in Jean Patou e Yves Saint Laurent fotografate da Pottier, 1964

La donna francese, soprattutto quella incarnata nella figura mitologica della Parigina, era accreditata con uno stile personale innato che accentuava la sua bellezza e il suo fascino. “La Parigina può essere Françoise Hardy o Charlotte Gainsbourg” dichiarava Paul Smith, “elegante, possiede una allure unica e non c’è niente di studiato nel suo look”. In realtà, già nell’Ottocento, gli scrittori francesi avevano iniziato ad affermare che almeno qualche provinciale o straniera che aveva passato del tempo a Parigi e aveva indossato la couture, poteva essere considerata a tutti gli effetti una specie di Parigina.

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Yasmeen Ghauri sulla copertina di L'OFFICIEL dell'aprile 1990

Nel 2000 Farida Khelfa (la modella e collaboratrice di Azzedine Alaïa) veniva descritta da L’OFFICIEL come una “vera Parigina” mentre Carla Bruni era definita “la più italiana delle Parigine e la più Parigina delle italiane”. Nel 1990 una copertina riportava le parole “Paris lumière/Paris mystère, Paris mon coeur”, firmato da Yves Saint Laurent. La centralità di Parigi e della Francia viene enfatizzata negli articoli de L’OFFICIEL per tutti gli anni Venti nel difficile periodo successivo alla prima Guerra Mondiale, quando nazionalismo, protezionismo e patriottismo emergono da articoli con titoli come “La moda al servizio della Francia”.

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A sinistra: modella in Atelier Versace fotografata da Pasquale Abbattista, 1992; A destra: modella in Chanel fotografata da Patrick Bertrand, 1972

Negli anni Cinquanta emerge un nuovo stile di fotografia notturna particolarmente glamorous in cui modelle in abiti haute couture posano di fronte a luoghi altamente riconoscibili come Place de la Concorde, Notre Dame e la Tour Eiffel.

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Modella in Manguin fotografata da Pottier, 1951

Alla fine degli anni Settanta e Ottanta, sotto l’influenza di Guy Bourdin e Helmut Newton, la fotografia di moda è sempre più eroticizzata e troviamo su L’OFFICIEL immagini di donne ferme di notte sulla strada davanti all’arco di Trionfo, in Place Vendôme o ancora sui ponti che attraversano la Senna in una continuità di titoli e immagini Paris-centrici.

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Oggi la Parigina continua a esercitare una potente influenza sugli ideali globali di femminilità che si fanno via via più inclusivi comprendendo donne nere, arabe e asiatiche. La Parigina, dichiara ancora L’OFFICIEL nel 2000: “è creativa, interpreta la moda con insolenza e leggerezza. Tutto il mondo ammira il suo chic leggendario. Il mito resiste perché la Parigina è diventata plurale, non c’è più solo un tipo di Parigina ma tante”.

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Estratto ed editato da un testo di Valerie Steele tratto da “L’Officiel: One Hundred People And Ideas From A Century In Fashion” di Stefano Tonchi. Edizioni Marsilio.

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