Si indossa in cucina o per guardare le serie tv (e non in camera da letto). Per ragioni
di empowerment femminile o per emergere sul web (e non per il partner). L’intimo
dei nuovi marchi indie si muove verso lidi imprevisti, comprese le arti decorative.

La lingerie mainstream, rappresentata dai marchi fast-fashion, &egrave; fabbricata intorno a un&rsquo;idea piuttosto asessuata di donna ma, per fortuna, nell&rsquo;ultimo decennio, la creativit&agrave; di alcune giovani donne imprenditrici e la facilit&agrave; di accesso del web hanno dato origine a un nuovo culto. In mancanza di definizioni, si potrebbe chiamarla post-lingerie: un movimento dai caratteri controculturali che ha gi&agrave; un nutrito seguito di devote e devoti. In cucina a masturbarci oppure in bagno a guardare &ldquo;Stranger Things&rdquo;, il luogo della post-lingerie non &egrave; pi&ugrave; la camera da letto e la sua forma di vita non &egrave; per forza la coppia eterosessuale. &Egrave; il caso della capsule collection nata nel 2017 dalla collaborazione tra la It Girl Maripier Morin e Blush - brand fondato da Edward N. Ajmo nel 1988 a Montreal &ndash; che trae ispirazione dalle forme d&rsquo;antan, &laquo;quando la bellezza stava nella forma e nel taglio. Oggi le donne indossano la lingerie anche per se stesse&raquo;, afferma Tiffany Ajmo, &laquo;e non necessariamente per piacere al partner&raquo;. La pensa cos&igrave; l&rsquo;ideatrice di Wovo, Frida Affer, retail concept nato nell&rsquo;ottobre 2015 e punto di riferimento milanese per il nuovo erotismo disimpegnato, divertente e senza et&agrave;.

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La centralit&agrave; del corpo femminile e dell&rsquo;esperienza personale, derivate dalle tendenze intimistiche degli anni novanta, si sommano alle voci delle donne oggi diventate pi&ugrave; potenti

Modello di  Cristina Aielli 

Modello di Cristina Aielli 

Rete e metallo punk, sgambature e trasparenze. Oppure elementi haute couture. Molti dei capi sono fatti a mano. In Italia, ma non solo. Anche in Canada, Polonia e in Nuova Zelanda

Il riferimento alle sottoculture &egrave; evidente nel mix di fishnet e metallo e c&rsquo;&egrave; persino un elemento haute couture, dato che &egrave; tutto made-to-order. Anche Murielle Victorine Scherre ha creato ad Anversa La fille d&rsquo;O nel 2003 a partire da un&rsquo;esperienza personale, quando da ragazza andava a comprare l&rsquo;intimo con sua madre e il suo corpo cambiava, facendosi oggetto di desiderio. &laquo;Mio zio aveva uno store ad Anversa, il primo a presentare Vivienne Westwood e Galliano&raquo;, e proprio l&igrave; Murielle ha iniziato a vendere i suoi design. &Egrave; orgogliosa della sua libert&agrave; imprenditoriale e artistica, che ritiene &laquo;vitale perch&eacute; non ho investitori di cui tener conto. Ho anche sviluppato un reggiseno post-mastectomia perch&eacute; una donna me lo ha chiesto e ha avuto il coraggio di guidarmi nel processo di design&raquo;. Anche Le Petit Trou, fondato da Zuzanna Kuczyńsk nel 2003 e prodotto in Polonia, &laquo;&egrave; nato dal bisogno di avere lingerie sexy, confortevole e bella. Al centro del brand ci sono le esigenze delle donne normali, allo scopo di renderle sicure e sexy nel quotidiano&raquo;. La centralit&agrave; del corpo femminile e dell&rsquo;esperienza personale deriva, in parte,

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Creazione della designer belga Murielle Victorine Scherre di La fille d'O

Dettagli punk per il marchio Kaleigh Peddie

Vengono tenute in considerazione le esigenze delle donne normali: dalle diverse sfumature della pelle al comfort per le differenti taglie o et&agrave;, al design coraggioso che richiede un reggiseno per chi ha subito una mastectomia

da certe tendenze ribelli e intimistiche degli anni novanta, e in questo senso Lonely &egrave; davvero straordinario.&nbsp;Nato in Nuova Zelanda in seguito alla crisi finanziaria del 2008, Helene Mirren, designer del brand, e le ragazze del suo team sono convinte che le voci delle donne stiano diventano potenti: &laquo;Non ci interessa il &ldquo;come dovresti apparire&rdquo;, ci interessa come ti fa sentire il nostro prodotto. Offriamo un&rsquo;alternativa all&rsquo;immaginario iper-sessualizzato che si&nbsp;vede ovunque. Per questo abbiamo deciso di scattare in pellicola e di non manipolarla&raquo;. Una filosofia espressa nell&rsquo;algida estetica della romana Cristina Aielli. Un percorso cominciato poco pi&ugrave; di due anni fa quando presenta un suo disegno alla Oxford Conference&nbsp;of Corsetry e riceve un responso entusiasta. A Cristina piacerebbe mantenere il suo prodotto circoscritto all&rsquo;interno di una nicchia di produzione d&rsquo;alta moda, &laquo;fedele alla linea dell&rsquo;artigianato, con principi fondamentali come la confezione a mano e l&rsquo;unicit&agrave; del prodotto finito&raquo;.&nbsp;Anche per lei la sessualit&agrave; femminile non &egrave; pi&ugrave;&nbsp;percepita unicamente in funzione dell&rsquo;uomo e la lingerie si muove verso

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Sentirsi belle, libere e guardate. Esprimersi attraverso un immaginario alternativo a quello ipersessualizzato e manipolato che si vede ovunque, eccetto forse nei brand mainstream di intimo

nuovi significati, nel suo caso quelli dell&rsquo;arte decorativa.&laquo;Ho accolto queste necessit&agrave; inedite offrendo soluzioni per diverse tonalit&agrave; di pelle e realizzando prodotti su misura, ascoltando le&nbsp;esigenze delle mie clienti&raquo;. L&rsquo;esempio forse pi&ugrave; noto di post-lingerie, per natali e network d&rsquo;influenza, &egrave; Yasmine Eslami, designer che, dopo aver studiato al prestigioso Studio Ber&ccedil;ot e lavorato per dieci anni da Vivienne Westwood, nel 2010 ha lanciato un brand dal design moderno e sensuale, i cui materiali sono leggerie trasparenti: cr&ecirc;pe italiano, tulle tedesco e tocchi di pizzo francese. Yasmine, lapidaria, riassume il valore del suo brand nell&rsquo;esigenza di &laquo;sentirsi belle, libere e guardate&raquo;. Dove a guardare, a quanto pare, non sono pi&ugrave; i maschi, almeno non quelli di una volta.

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Lo stile incentrato sull'unicità del corpo femminile del marchio neozelandese Lonely

Cover: Body Le Petit&nbsp;Trou 
Foto1&nbsp;e Foto2: modelli di Bully Boy 
Foto 3: Rete per il marchio Kaleigh Peddie 
Foto 4: Crop top e gonna di latex, Wovo 
Foto 5: Top, Poutfits&nbsp;

Post-lingerie

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