Milano Fashion Week, al via la Primavera Estate 2023
Tra debutti, anniversari, ritorni e new names, pensiamo anche all’impatto di una mobilità
spesso schizofrenica. Arriva la nuova edizione della settimana della moda donna con un calendario ricco di sfilate ed eventi.
Dopo averlo tanto invocato, il ritorno alla normalità della Milano Fashion Week è una realtà. In programma dal 20 al 25 settembre, con una coda digital il 26, la settimana della moda donna per la Primavera-Estate 2023 alza il sipario su 68 sfilate, 210 appuntamenti in calendario, tra cui spiccano debutti intriganti, ritorni eccellenti e new names pronti a farsi valere.
Per la stragrande maggioranza dei marchi il concetto dello show in remoto resta un’esperienza da cui hanno imparato come raggiungere d’amblé un pubblico molto più eterogeneo e vasto. Ma non in grado di sostitutire il grande rituale della sfilata, con gli street photographer schierati fuori dalla location, la sala che si riempie man mano, le intense sessioni di people watching e quegli attimi tra impazienza, curiosità e tensione, quando la passerella si accende di abiti e di top-model.
Tra i big, spiccano il ritorno di Ferragamo che segna il debutto del direttore creativo, l’inglese Maximilian Davis. Ma di debutti si parla anche in Etro, alla prima attesissima prova di Marco de Vincenzo nel suo nuovo ruolo; in Missoni, dove Fabrizio Grazioli affronta per la prima volta la catwalk dopo l’ottimo esordio nel giugno scorso per l’uomo; in Bally, questa volta con il marchio alla sua prima sfilata in calendario il sabato e con il nuovo stilista, il filippino-americano Rhuigi Villaseñor; infine fuori calendario, in Benetton, che vede l’arrivo al timone creativo di Andrea Incontri.
C’è poi il ritorno di anche di Boss, di Vivetta e di Antonio Marras, quest’ultimo fresco dell’accordo da poco annunciato con il gruppo Calzedonia, che ha rilevato l’80% del marchio per sviluppare un piano di valorizzazione ed espansione.
Due invece gli anniversari da festeggiare: i 70 anni di Moncler e i 30 di Anteprima che per l’occasione apre le porte al pubblico, come ha scelto di fare anche Diesel, consentendo a chi si è registrato online di partecipare allo show. Mentre sul fronte del supporto agli upcoming brand, è da segnalare la sfilata di Act N°1, trasmessa sul canale Instagram di Valentino. E quella di Matty Bovan, il talento Brit che Dolce & Gabbana ha affiancato, occupandosi della fornitura dei materiali, della realizzazione pratica della collezione e del momento in passerella.
Bovan sfila la domenica appena prima di un appuntamento chiave per la fashion week milanese, i CNMI Sustainable Fashion Awards che si terranno al Teatro La Scala, in partnership con la Ethical Fashion Initiative delle Nazioni Unite, con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dell’Agenzia ICE e con un accordo con la Ellen MacArthur Foundation, realtà che si occupa di ridefinire l’industria fashion secondo i principi dell’economia circolare, la cui fondatrice Dame Ellen MacArthur presiederà la giuria internazionale che decreterà i vincitori.
Insomma, tutto più o meno come prima, con la soddisfazione per il comparto moda e settori collegati di avere archiviato i primi sei mesi del 2022 con 92 miliardi di euro di fatturato, un +25% rispetto all’anno precedente, eguagliando però il record del 2008. Ma con un secondo semestre le cui stime danno una crescita zero e un ultimo trimestre in negativo, a causa della problematica congiuntura energetica. Ed è su questo punto che la gente della moda, dovrebbe fare una riflessione, cominciando proprio dall’imminente fashion week.
L’impatto positivo della manifestazione non solo sui vari brand, ma su tutta la città è indiscutibile e benedetto. Ora che ci apprestiamo a solcare in lungo e in largo la città, per raggiungere le venue a volte lontane tra loro, ricordiamoci di compensare, per quanto è possibile, le emissioni delle auto. Consideriamo l’ipotesi di ottimizzare gli spostamenti, magari offrendo un passaggio a qualche collega che a sua volta potrà indirizzare il proprio driver alla sfilata successiva, limitando così il traffico. Teniamo presente che le navette della CNMI esistono, funzionano (quasi sempre) bene e noi non mettiamo a repentaglio il nostro fashion-carisma nell’usarle. Privilegiamo, per quanto si può, la scelta di mezzi di trasporto elettrici o, perché no?, della cara rete di trasporti pubblici.
La realtà che forse tendiamo a rimuovere è che in Ucraina si combatte ancora e che da adesso in poi le ripercussioni delle sanzioni contro la Russia si faranno sentire, con piani governativi più o meno soft di razionamento energetico. Il sacrosanto desiderio di lasciarci la pandemia alle spalle e ritrovare il gusto di vedere ed essere visti non può prescindere dalla consapevolezza che la sostenibilità ambientale e sociale con cui tutto il sistema si sta confrontando, dipende anche dalle piccole scelte della fashion people che lo anima.