Fashion

ITS 2016

ITS. Tre lettere che rappresentano molto di più: il futuro della moda e del design sulla scena mondiale.
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Mayako Kano
Niels Gundtoft Hansen

ITS. Tre lettere che rappresentano molto di più: il futuro della moda e del design sulla scena mondiale.

Negli ultimi 15 anni ITS ha ricevuto 16,000 domande da designer di oltre 80 Paesi e ha trovato, riconosciuto e coltivato oltre 550 finalisti, inclusi Katy Reiss, Courtney McWilliams e Demna Gvasalia, adesso rispettivamente art director e senior stylist da Lanvin, design director da Givenchy e artistic director da Balenciaga e fondatore di Vetements. Quest’anno Demna è tornato alla finale, tenutasi a Trieste, ma stavolta per far parte della giuria, insieme a Carlo Carpasa, Iris Van Herpen, Silvia Venturini Fendi e Nicola Formichetti tra gli altri.

Naturalmente c’era anche Barbara Franchin, fondatrice e anima di ITS, visibilmente emozionata per l’importante anniversario. Renzo Rosso, partner di ITS fin dall’inizio, dice riguardo a questa edizione incentrata sul tema dell’Utopia: “Cercavamo la bellezza e l’abbiamo trovata.”

L’hanno trovata fra gli strati decostruiti della collezione ispirata agli anni ’30 e ’40 di Mayako Kano, designer neozelandese e vincitrice dell’ITS Fashion Award. Lontano da chiffon e pizzi, c’erano le collezioni di Niels Gundtoft Hansen e Anna Bornhold, che hanno vinto l’OTB Award. Il primo ha portato dalle strade natalizie della sua Copenhagen una collezione di menswear ispirata ai ragazzi sullo skateboard. La seconda, proveniente dalla Germania, propone una collezione unisex e, con le sue parole, “unexpected”, con maglie di lana ricamate in modo non troppo elaborato. Inaspettata anche la collezione di scarpe della giovane britannica Helen Kirkum, che ha vinto l’ITS Accessories Award. Ogni paio di sneakers fatto da diverse sneakers usate, strappate, cucite e rimodellate in un atto di riciclo elevato, creativo e originale. L’altro vincitore della categoria accessori è stato Young Jin Jang, sudcoreana, che ha vinto l’YKK Award con una collezione di borse realizzate in pelle con sezioni di legno che si connettono a incastro e che ricordano il cubo di Rubik. La tedesca Sari Rathel e la kazakhstana Tatiana Lobanova hanno vinto i premi nella categoria gioielli, tutte e due con collezioni unisex. C’è stato anche un italiano tra i due vincitori della categoria d’arte: Marco Baitella è stato scelto insieme alla slovena Jana Zornik.

A giudicare da questa quindicesima edizione, ITS non risente degli anni che passano ed è ancora all’altezza del suo nome, che sta per International Talent Support. Utopia è stato il tema di questa edizione, ma Barbara Franchin e il suo team l’aveva già trovata, anzi l’aveva creata 15 anni fa nel creare questa famiglia senza confini.

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