Il sipario si apre su The AP Archive di Alessia Pellarini
Dopo 23 anni di carriera nelle grandi maison di moda, Alessia Pellarini presenta il suo nuovo progetto battezzato The AP Archive.
«Amo la reazione delle persone quando si aprono le tende durante lo showcase del mio archivio. Alla fine la moda stessa è un po' come un teatro» racconta all'anteprima stampa Alessia Pellarini che ha appena presentato il suo nuovo progetto The AP Archive, un hub concepito come uno scrigno delle meraviglie in cui protagonisti sono i suoi abiti del suo guardaroba collezionati dagli anni Novanta. Il suo background vanta collaborazioni con i marchi più importanti del fashion system: entra in Prada negli anni 2000 come junior design nel 2000 ed esce dal marchio come design director nel 2010, passa a Chloé fino al 2012, e dopo un breve periodo da Tommy Hilfiger, la troviamo al fianco di Karl Lagerfeld come design director di Fendi dal 2012 fino a Febbraio 2023.
«Dopo aver lasciato l'ufficio stile di Fendi a Febbraio avevo deciso di trasferirmi a Milano e stavo riflettendo sul destino del mio guardaroba. Non mi piaceva l'idea di mettere i miei vestiti in un deposito o venderli, perchè reputo che ci sia un attaccamento personale con i propri vestiti, perciò ho pensato che fosse il momento giusto per creare un mio mondo a parte. The AP Archive è di fatto un format di rental che ho concepito in spazio in collaborazione con Studio 2046 di Daniele Daminelli. Un creative hub dove incontrare persone, realizzare shooting, e poi c'è uno spazio online dedicato ai noleggi dei look. Siamo molto aperti anche al noleggio abiti per occasioni personali, per il teatro, il cinema e i video musicali, ma valuteremo ogni richiesta in maniera specifica». Il sito online (disponibile a partire da Lunedì 27 Novembre) sarà strutturato in tre parti: The AP Archive con i capi dell’archivio di Alessia con una curva taglie che va dalla 40 alla 50, con possibilità di noleggio dai 4 agli 8 giorni, incluso il listino prezzi che parte da 15 Euro al giorno, servizio di tintoria e assicurazione inclusi; The AP Space dedicato alla presentazione dello showroom a Milano progettato come uno scrigno o teatro delle meraviglie aperto a collaborazioni con artisti e fotografi; E infine The AP Editorial con servizi fotografici ed editoriali gestiti dalla stessa Alessia che forniscono spunti creativi per reinterpretare i capi del suo archivio.
E all'interno di questo cabinet de curiosité - strutturato sulle tonalità del rosa e declinato nelle campionature più polverose - una volta aperte le tende ci si accorge subito dello spiccato senso estetico e culturale coltivato dagli anni Novanta ad oggi. Nel suo archivio riaffiorano i capi delle collezioni di Celine by Phoebe Philo, Balenciaga, Comme des Garçons, Maison Martin Margiela, Prada, Chloé, Fendi, Chanel, Gucci, Richard Quinn, Marc Jacobs e Sacai (solamente per citarne alcuni) con un totale che si aggira intorno alle 3.000 proposte tra abbigliamento, scarpe, borse ed accessori. «È un guardaroba in continua evoluzione. Ho indossato quasi tutto tranne quello che non era della mia taglia» racconta Alessia, ma come ha coltivato la sua ricerca di acquisto durante gli anni? «Quando acquisto vado molto di pancia. A volte mi oriento su capi più speciali, alcuni vestiti del mio guardaroba li ho disegnati io durante la mia carriera, alcuni pezzi sono oggetti del desiderio e altri li ho comprati perchè possiedono un design unico». Per il futuro dice di non voler fare grosse previsioni ma non esclude l'idea di ritornare a lavorare per un'azienda e qualora ci fosse la possibilità di portare avanti di pari passo il suo The AP Archive: «Del resto come diceva Karl Lagerfeld: "Don't take no for an answer"».