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Pleats Celebration: il trentesimo anniversario di Issey Miyake Pleats Please

Il team di ISSEY MIYAKE PLEATS PLEASE racconta i 30 anni del marchio con una serie di capi che celebrano lo statement del plissé e la joie de vivre.

Installazione ISSEY MIYAKE MAKING THINGS alla Fondazione Cartier pour l'art contemporain Paris, 1998.
Installazione ISSEY MIYAKE MAKING THINGS alla Fondazione Cartier pour l'art contemporain Paris, 1998.

Issey Miyake è universalmente riconosciuto per una delle creazioni più avanguardistiche del secolo scorso: il plissé. Nato a Hiroshima, e sopravvissuto alla bomba atomica, avviò la sua formazione all’Ecole de la Chambre Syndicale de la Couture di Parigi, così come Yves Saint Laurent, Karl Lagerfeld e Valentino Garavani, ed ebbe le prime esperienze lavorative da Guy Laroche, Hubert de Givenchy e Geoffrey Beene. Nel 1968, durante le rivolte studentesche francesi, si mise in discussione, come riportato dal Wall Street Journal nel 2012: «Mi sono detto: “Sono un bugiardo”. Mi sono reso conto che il futuro è nella produzione di abbigliamento per molti, non per pochi. Volevo creare capi che fossero universali come i jeans e le t-shirt». Partendo da un’idea di Miyake - alla ricerca di un materiale leggero e veloce da asciugare - fu Makiko Minagawa, la direttrice del dipartimento tessile, a realizzare nel 1988 la prima tirella di poliestere plissettato. Il brevetto arrivò subito. Il procedimento prevedeva di tagliare e cucire il poliestere che veniva successivamente inserito tra strati di carta poi posizionati in una pressa riscaldata. Il risultato era un tessuto tridimensionale leggero, lucente, anti piega e antistatico, perfetto per la costruzione di abiti geometrici lavabili in lavatrice. L’eccezionale successo di questo tessuto nel 1993 diede vita ad un’intera linea, ISSEY MIYAKE PLEATS PLEASE. Sensibile all’arte di Christo, Robert Rauschenberg, Isamu Noguchi, Constantin Brâncuși e Alberto Giacometti, Miyake proponeva capi monocromatici e e stampati, i cui disegni vennero affidati dal 1996 al 1998 ad artisti di fama mondiale come Yasumasa Morimura, Nobuyoshi Araki, Tim Hawkinson e Cai Guo-Qiang con la serie “Guest Artist Series”. Opere d’arte che sono state esposte alla Fondation Cartier insieme agli abiti nella mostra “Issey Miyake, Making Things”.

LOI: Come è nato il plissé di Issey Miyake nel 1988?
IMT: All’epoca della nascita del marchio, per creare abiti sottili, leggeri e flessibili, fu sviluppato un tessuto a maglia di poliestere da un unico filo con Toray Industries, Inc. L’idea di utilizzare materiali come fodere e interlinee per il tessuto esterno era rivoluzionaria, ma dettata dalla necessità di tenere sotto controllo i costi di produzione. Questo perché il processo di plissettatura richiede una quantità di materiale tre volte superiore a quella abituale. Oggi continuiamo a esplorare il potenziale della plissettatura in ambito tecnologico e tecnico.

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Nella prima foto: PLEATS PLEASE ISSEY MIYAKE, F/W 1999, foto Francis Giacometti. Nella seconda foto: Guest Artist Series N.1 Yasumasa Morimura 1996.

LOI: Qual è l’essenza di ISSEY MIYAKE PLEATS PLEASE?
IMT: È difficile raccontarla, perché ogni fase del marchio ha una sua storia. ISSEY MIYAKE ha origine dalla più semplice delle idee: un pezzo di stoffa. E crediamo che non ci siano confini in termini di design. Per noi è importante pensare a chi indossa i capi. Creiamo un abbigliamento comodo e confortevole che si integra nella vita quotidiana e capi innovativi che entusiasmano le persone.

LOI: In 30 anni di storia ci sono state collaborazioni con molti artisti… 
IMT: Il rapporto con l’arte risale al 1996 con la “Guest Artist Series” in cui gli artisti avevano utilizzato gli abiti come tele. Questo fa divertire sia chi lo indossa sia chi gli sta attorno, ed espande il potenziale dell’abbigliamento come strumento di comunicazione in chiave umoristica.

LOI: Quanto sono importanti vestibilità e movimento per i vostri capi?
IMT: Gli abiti di PLEATS PLEASE hanno un “ma”, uno spazio non riempito che permette all’aria di circolare tra la pelle e il tessuto, assecondando qualsiasi movimento del corpo. Sono comodi, leggeri, morbidi, compatti, resistenti alle pieghe.

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PLEATS PLEASE dalla sfilata di Issey Miyake S/S 1994, Paris Collection, foto Philippe Brazil.


LOI: Come avete pensato di festeggiare il 30mo anniversario?
IMT: Con una selezione di capi eccitanti e colorati come “MONTHLY COLORS: MAY”, con un totale di sette varianti colore, e la serie “PATH”, che riporta una stampa astratta con le parole “PLEATS PLEASE”, dove le lettere sembrano muoversi liberamente.

LOI: Come è nata l’idea delle stampe per la collezione anniversario?
IMT: Volevamo creare un motivo gioioso utilizzando le lettere del nostro logo. Abbiamo ritagliato carta dipinta in vari colori per dare vita alle lettere e le abbiamo disposte una ad una, allineandole e sovrapponendole per creare questo motivo. Quando una persona si muove con questi abiti, le lettere appaiono e scompaiono, e questi movimenti fanno sembrare che le lettere si muovano e danzino insieme al corpo.

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PLEATS PLEASE ISSEY MIYAKE 30th Anniversary Special Series: PATH e MAY.

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