Emil, conversazione con Giulia Mojoli sul concetto assoluto di uniforme e femminilità
Non è solo un brand di abbigliamento. Ma un vettore/contenitore di pensieri e sentimenti. Creato e immaginato da una donna per le donne.
Chi è Emil? Emil è uno spazio calmo dove stare bene e trovare il filo delle cose. Una realtà design pensata nel 2017 e voluta da Giulia Mojoli con l'idea di proporre piccole collezioni di abbigliamento realizzate in Italia da mani esperte in materiali naturali come lino, seta grezza, legno e argento. Un profilo estetico essenziale, quello di Giulia per Emil, giunta al nono mese di gravidanza del suo secondo figlio e quindi ammantata da una calma zen quasi magica che affiora luminosa durante tutta la nostra intervista. Giulia è tante cose contemporaneamente. È designer di Emil e art director dello Studio Juma, è madre e conoscitrice esperta delle civiltà orientali con una passione per il cinema di Wong Kar Wai. E questi mondi così diversi eppure così affini si riflettono negli abiti che lei disegna e immagina come la parte viva di un concetto a lei caro, quello di permanenza. I capi Emil rappresentano dunque qualcosa sì di sfuggente, il cui fascino però è destinato a durare nel tempo.
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Funziono così, vado in tante direzioni ma poi creo un unicum
ON WOMAN è l’ultimo progetto realizzato da Emil, un evento offline aperto al pubblico dove sono convogliati i tasselli che ne compongono il dna. Le donne e la femminilità hanno fatto da collante a un desiderio di Mojoli di fare sintesi tra il progetto fotografico e la nuova collezione. Di fare ordine tra gli elementi del suo caos interiore. Raccontare le donne, amiche e muse, con età, fisici e stili differenti, le ha dato l'occasione di lasciarle libere di scegliere e mescolare i capi messi a loro disposizione. On Woman è stata l'opportunità per portare a terra, in concreto, una sinergia di immagini, parole e abiti. All’evento allestito a Casa Canvas a Milano, si è potuto vivere e percepire una complicità speciale, risultato di un’indagine profonda e densa avvolta su un’unica e centrale questione, che cos’è la femminilità. Una domanda aperta che ha lasciato ampio margine di interpretazione da parte delle muse di Emil. Le risposte sono poi state raccolte in un video curato da About Forte per Emil e trascritte in una fanzine presentata durante i giorni di evento.
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Sulla femminilità, l'indagine On Woman di Emil curata da About Forte
Il palinsesto di On Woman ha visto poi susseguirsi gli interventi di altre figure femminili coinvolte. La giornalista e autrice Giada Biaggi con un talk di riflessione sul tema del femminile; un workshop sulle tinture naturali su seta organica curato da Francesca Crespi; una sessione di Krya Meditation con la yoga Teacher Corinna Capponi. In chiusura c'è stato anche un momento beauty con il face massage e trucco naturale insieme alla make-up Artist Kassandra Frua de Angeli. Tutti temi che fanno parte della ricerca quotidiana di Mojoli. Si rifarà in futuro? Molto probabilmente sì. Per una realtà nata online come quella di Emil, approdare offline e stabilire un contatto con le amiche del brand può solo che contribuire positivamente a rafforzare e intensificare un dialogo destinato a riverberare a lungo. Giulia ha in mente un calendario itinerante in Europa, magari due volte l’anno, in cui coivolgere 10 donne sempre diverse e local in concomitanza con gli shooting delle nuove collezioni.
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Le silhouette Emil sono anche uniformi? A questa domanda Mojoli ci racconta della linea Uniform: capi e accessori dalle linee essenziali pensati per attraversare le stagioni creatori di un'estetica ripetuta e ripetibile. Quindi la risposta è sì. Le forme sono grafiche, semplici ma ricercate, proprio come la camicia bianca dal colletto a punta, nostalgica dei 70, dalla mano ruvida. La palette è llimitata e per questo sceltissima: bianco, avorio, nero. "Ogni tanto mi concedo un blu", aggiunge timidamente lei. Perché togliere aiuta a fare sintesi e quindi a dare un ordine. La pandemia ha cambiato il modo di fare ricerca e di sperimentare, le persone si fidano e comprano di più e con maggiore consapevolezza. E i brand con un dna di ricerca come Emil trovano lo spazio per emergere ed essere apprezzati. Cosa ci aspettiamo per il 2022? L'idea è di tornare al corpo e al benessere della persona. Oltre alla linea di accessori e oggetti di design, sono previste opzioni olfattive con i saponi. Inoltre nel repertorio tessile di Emil arriverà anche una vestaglia molto speciale basata sul concetto di abiti patchwork ottenuti con cascami di lavorazioni e coperte. In pochi forse ricordano che lo scarto di produzione dei tessuti legato all'abbigliamento si aggira intorno al 15% sul complessivo. Agire su questo argomento ormai è più che doveroso ed etico.
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Emil e il tema della sostenibilità che è anche cultura e consapevolezza
Sul tema della sostenibilità Giulia è molto chiara. "Avere un brand di abbigliamento e dichiararsi attenti all'ambiente parte anche dal riconoscere quali sono le informazioni false oggi in circolazione. La prima è sicuramente la convinzione diffusa, amplificata negli ultimi anni che se un brand è piccolo e curato con amore sia di per sé anche sostenibile." Ed è qui che il ragionamento si ribalta. "I grandi business hanno un peso maggiore nella bilancia dell'impatto globale, hanno risorse interne da dedicare alla ricerca e i muscoli per assorbire l'eventuale fallimento di scelte coraggiose". Quali sono allora le scelte che un piccolo brand può fare per rendere il proprio impatto quanto più possibile leggero sul nostro pianeta? Nel 2022 inizierà per Emil un percorso nuovo che vede l'introduzione di un rapporto di consulenza per attivare la conversione green, già attivata con il cambio di packaging ed etichette, insieme ai nuovi progetti di produzione sempre più Zero Waste. Anche questo è il potere gentile delle donne.