The Now Icon: Anya Taylor-Joy
Terminato lo shooting per L'Officiel Italia, con Anya Taylor-Joy, testimonial di Flowerbomb di Viktor&Rolf, lʼattrice si presenta come una ballerina off duty, in maglione extralarge e calze di lana a righe indossate su un collant a rete. Cominciamo dalla nuova versione di “Emma”, il film di Autumn de Wilde tratto dal libro di Jane Austen in uscita a giugno, di cui Anya è protagonista. «Nel novembre del 2018 ho ricevuto out of the blue una mail dove mi si chiedeva di non confermare nessun nuovo progetto, seguita subito dopo da unʼaltra che mi avvisava che mi volevano per “Emma” e che il giorno dopo la regista sarebbe salita su un aereo per incontrarmi. Quando ho conosciuto Autumn de Wilde ci siamo intese allʼistante e quello che doveva essere un pranzo è proseguito con un lungo pomeriggio in giro per negozi di antichità, in un rapporto di complicità immediata quasi da madre e figlia» (La re- gista ha 49 anni e Anya 23, ndr). Anya, che aveva letto il romanzo a 11 anni, spiega la popolarità e la rilevanza contemporanea di un libro scritto nel 1815, «perchè è spiritoso! Credo che con questa produzione siamo riuscite a far emergere tutto lo straordinario senso dellʼumorismo della Austen. Durante le riprese ero perfettamente consapevole delle attese e della pressione che avrei subito interpretando un ruolo così amato. Pensavo che sarebbe stata unʼesperienza molto seriosa, ma invece sul set ci siamo divertiti moltissimo. Credo che farò inserire nei miei prossimi contratti che non intendo più lavorare con Josh OʼConnor (era il principe Carlo da giovane in “The crown”, e interpreta Mr. Elton in “Emma”, nda), perchè mi è impossibile mantenere unʼespressione seria se lui è nelle vicinanze. Jane Austen ha scritto nella prefazione del libro: “Sto introducendo unʼeroina che al di fuori di me piacerà a pochi”. Trovo che sia fantastico, lʼidea che si debba sempre piacere a tutti mi fa infuriare. Quello che volevo trasmettere del mio personaggio è che Emma è bella, intelligente e ricca, ha un cuore gentile ma è anche totalmente snob e può essere assolutamente crudele. Una crudeltà che deriva dalle sue insicurezze e dal suo senso di solitudine: è estremamente protettiva nei confronti dei suoi amici perché non vuole essere lasciata sola. Autumn aveva reso chiare al cast fin dallʼinizio le regole sociali del periodo della Reggenza. Da brava latino americana io abbraccio chiunque, ma Autumn non mi permetteva di farlo con nessuno sul set. E agli altri non era permesso toccarmi. Emma vive a tal punto sotto una campana di vetro che ogni volta che i personaggi si toccano le mani si scatenano reazioni travolgenti. Questo spiega in parte perchè sembri così elettrizzante sullo schermo il momento in cui Emma e Mr. Knightley (interpretato da Johnny Flynn, che sarà David Bowie nel biopic “Stardust”, nda) danzano insieme».
Per Autumm de Wilde, un passato da fotografa di moda, “Emma” è stato il primo film. «Il mio lavoro di attrice è entrare così tanto nel cervello del regista da sapere cosa vuole e cosa gli piace ancor prima che me lo dica esplicitamente. La Emma che presentiamo è davvero la creatura che Autumn ed io abbiamo concepito insieme. La chimica che si è creata tra noi ci ha permesso di dar vita a personaggi più complessi e interessanti». Gwyneth Paltrow aveva interpretato lo stesso ruolo nel ʼ96, lʼanno in cui è nata Anya. Allora Harvey Weinstein era un produttore esecutivo e la Miramax era il distributore del film. Le chiedo se pensa che essersi trovata a fare questo lavoro nellʼera del #MeToo renda il percorso di unʼattrice più facile. «Lo spero proprio, anche se è fondamentale che alle parole seguano i fatti. Personalmente sono stata fortunata fin dal mio primo film, dove la mia opinione è sempre contata quanto quella di tutti gli altri. Finora non ho mai visto niente di negativo nellʼindustria del cinema, toccando ferro mi auguro che ogni donna possa trovare il proprio spazio senza doversi sentire obbligata a scusarsi per questo». Nata a Miami, ultima di sei fratelli, Anya è entrata nel cinema per un colpo di fortuna: «Ero a spasso con il mio cane e un tipo in auto si mette a seguirmi. Era il responsabile di unʼagenzia di modelle e mi ha chiesto se ero interessata a posare. Gli ho risposto che avrei potuto farlo se lui mi avesse considerato come unʼattrice. Mi sono ritrovata sul set di un servizio fotografico con il cast di “Downtown Abbey”. Adam Leech (Tom Branson, nda) mi ha chiesto di recitargli la poesia che stavo leggendo. In seguito mi ha messo in contatto con il suo agente. Per questo non faccio che ripetergli che è stato la mia fata madrina». Senza nessun training formale Anya si è ritrovata sul set dellʼhorror di Robert Eggers “The Witch”, film per cui lui ha vinto la Palma di Miglior Regista a Sundance 2015, e che ha lanciato lei come attrice upcoming. Da allora ha lavorato senza concedersi soste, vincendo nel 2016 il Gotham Breakthrough Actor Award, venendo candidata lʼanno successivo ai Bafta nella categoria Rising Star e vincendo, sempre nel ʼ17, il premio Chopard al Festival di Cannes per giovani attori pro- mettenti. Anya sta per ritrovare Robert Eggers sul set di “The Northman”, una storia di vendetta ambientata tra i Vichinghi nel X secolo. Dopo “The Witch” Anya era apparsa nel 2017 in “Split” di M. Night Shyamalan, a fianco di James McAvoy, riprendendo due anni dopo il ruolo in “Glass”. «Ho iniziato a recitare a 18 anni, e mi sembra di scoprire progressivamente chi sono attraverso tutti i ruoli che via via mi scrollo di dosso. È stato bellissimo tornare a lavorare con M. Night, le persone con cui mi trovo meglio hanno sempre una componente di follia, io sono disposta a seguirli in capo al mondo e loro seguono me. Quando non sono in scena M.Night mi vuole sempre al suo fianco e mi chiede unʼopinione su tantissime cose. In generale il mio personaggio diventa una specie di sorella gemella con cui convivo per tutto il tempo. Vivo i miei ruoli con tale passione che recitare caratteri toTalmente differenti tra loro è assolutamente elettrizzante». A Londra Anya non ha ancora una casa definitiva. La sua percezione della città è molto cambiata rispetto agli inizi: «Appena arrivata non parlavo una parola dʼinglese e tutto mi sembrava grigio e scoraggiante. Io ero cresciuta in campagna, al sole dellʼArgentina, e mi sentivo totalmente persa. Ma oggi adoro la mia indipendenza, conosco Londra come il palmo della mia mano e quando la percorro in lungo e in largo con i miei combat boots mi sento totalmente sicura. Cʼè un senso di ribellione qui che scorre in parallelo con una cordialità tutta “tè e pasticcini”: trovo questa coesistenza esaltante». Al di là dei combat boots la moda lʼaffascina ancora poco: «Alla fine di questʼanno avrò girato 22 film in cinque anni, praticamente sono vissuta sempre in abiti di scena. Sto cominciando solo ora a scoprire il mio sen- so dello stile che definirei irriverente. Mi piacciono le cose eccentriche. La mia ultima ossessione è al limite del cattivo gusto: orecchini giganti, che mi sono fatta da sola appendendo a un gancio delle decorazioni natalizie». Volto dallʼanno scorso di Flowerbomb Midnight di Viktor&Rolf, Anya questʼanno diventa testimonial anche delle declinazioni Flowerbomb Eau de Parfum e Flowerbomb Dew. E quale attrice meglio di lei può interpretare questa dicotomia, il suo lato “The Witch” perfetto per Midnight e quello English rose in totale sintonia con Dew! «Viktor&Rolf fanno abiti che sono vere e proprie opere dʼarte, quasi costruzioni architettoniche. Flowerbomb Midnight è misterioso, sexy, Flowerbomb Dew lo è in un modo diverso, più corrispondente al mio concetto personale di sensualità: stare a letto tutta la domenica mattina tra lenzuola di seta, stiracchiandomi come un gatto. La sensualità del mattino dopo invece di quella della sera dellʼappuntamento». La self-confidence di Anya è impressionante... «La mia sicurezza deriva dalla mia famiglia, anche se siamo tutti sparsi per il mondo come zingari. Io sono la più piccola, la sesta di sei figli. È splendido avere una famiglia così numerosa e al tempo stesso essere cresciuta con la piena attenzione dei miei genitori, quasi fossi stata figlia unica. Mio padre è metà scozzese e metà argentino, uno sportivo con una mentalità competitiva, mia madre, di ascendenza africana, inglese e spagnola, è una persona piena di gioia di vivere, sempre pronta a ridere e a ballare. Ha fatto la fotografa, la designer di gioielli e la decoratrice di interni. Allʼetà che ho io oggi, 23 anni, si è fatta carico di tre figli adottivi e poi ne ha fatti altri tre. Ci ha dedicato tutto il suo amore e tutto il suo tempo. Una vera Wonder Woman». Con lo spin-off di “X Men, New Mutants”, in uscita ad aprile, “Radioactive”, diretto da Marjane Satrapi (la graphic novelist e regi- sta di “Persepolis”) con Rosamund Pike sui nostri schermi a giugno, il thriller psi- cologico “Last night in Soho” in uscita a ottobre, Anya è attualmente impegnata a girare per Netflix “The Queenʼs Gambit”, la storia della campionesa di scacchi Bess Harmon. Non si stanca mai? «Non ho mai sopportato che alla parola ambizioso si dia un connotato negativo: non mi ritengo ambiziosa perchè inseguo il successo, ma perché cʼè così tanto che voglio riuscire a fare da un punto di vista creativo. In questo momento mi piacerebbe lavorare in un musical, o in un film sulle arti marziali, che richieda un forte coinvolgimento fisico. Il regista con cui spero di lavorare? Wes Anderson: il suo gusto per le cose eccentriche è molto simile al mio».
Per Autumm de Wilde, un passato da fotografa di moda, “Emma” è stato il primo film. «Il mio lavoro di attrice è entrare così tanto nel cervello del regista da sapere cosa vuole e cosa gli piace ancor prima che me lo dica esplicitamente. La Emma che presentiamo è davvero la creatura che Autumn ed io abbiamo concepito insieme. La chimica che si è creata tra noi ci ha permesso di dar vita a personaggi più complessi e interessanti». Gwyneth Paltrow aveva interpretato lo stesso ruolo nel ʼ96, lʼanno in cui è nata Anya. Allora Harvey Weinstein era un produttore esecutivo e la Miramax era il distributore del film. Le chiedo se pensa che essersi trovata a fare questo lavoro nellʼera del #MeToo renda il percorso di unʼattrice più facile. «Lo spero proprio, anche se è fondamentale che alle parole seguano i fatti. Personalmente sono stata fortunata fin dal mio primo film, dove la mia opinione è sempre contata quanto quella di tutti gli altri. Finora non ho mai visto niente di negativo nellʼindustria del cinema, toccando ferro mi auguro che ogni donna possa trovare il proprio spazio senza doversi sentire obbligata a scusarsi per questo». Nata a Miami, ultima di sei fratelli, Anya è entrata nel cinema per un colpo di fortuna: «Ero a spasso con il mio cane e un tipo in auto si mette a seguirmi. Era il responsabile di unʼagenzia di modelle e mi ha chiesto se ero interessata a posare. Gli ho risposto che avrei potuto farlo se lui mi avesse considerato come unʼattrice. Mi sono ritrovata sul set di un servizio fotografico con il cast di “Downtown Abbey”. Adam Leech (Tom Branson, nda) mi ha chiesto di recitargli la poesia che stavo leggendo. In seguito mi ha messo in contatto con il suo agente. Per questo non faccio che ripetergli che è stato la mia fata madrina». Senza nessun training formale Anya si è ritrovata sul set dellʼhorror di Robert Eggers “The Witch”, film per cui lui ha vinto la Palma di Miglior Regista a Sundance 2015, e che ha lanciato lei come attrice upcoming. Da allora ha lavorato senza concedersi soste, vincendo nel 2016 il Gotham Breakthrough Actor Award, venendo candidata lʼanno successivo ai Bafta nella categoria Rising Star e vincendo, sempre nel ʼ17, il premio Chopard al Festival di Cannes per giovani attori pro- mettenti. Anya sta per ritrovare Robert Eggers sul set di “The Northman”, una storia di vendetta ambientata tra i Vichinghi nel X secolo. Dopo “The Witch” Anya era apparsa nel 2017 in “Split” di M. Night Shyamalan, a fianco di James McAvoy, riprendendo due anni dopo il ruolo in “Glass”. «Ho iniziato a recitare a 18 anni, e mi sembra di scoprire progressivamente chi sono attraverso tutti i ruoli che via via mi scrollo di dosso. È stato bellissimo tornare a lavorare con M. Night, le persone con cui mi trovo meglio hanno sempre una componente di follia, io sono disposta a seguirli in capo al mondo e loro seguono me. Quando non sono in scena M.Night mi vuole sempre al suo fianco e mi chiede unʼopinione su tantissime cose. In generale il mio personaggio diventa una specie di sorella gemella con cui convivo per tutto il tempo. Vivo i miei ruoli con tale passione che recitare caratteri toTalmente differenti tra loro è assolutamente elettrizzante».
A Londra Anya non ha ancora una casa definitiva. La sua percezione della città è molto cambiata rispetto agli inizi: «Appena arrivata non parlavo una parola dʼinglese e tutto mi sembrava grigio e scoraggiante. Io ero cresciuta in campagna, al sole dellʼArgentina, e mi sentivo totalmente persa. Ma oggi adoro la mia indipendenza, conosco Londra come il palmo della mia mano e quando la percorro in lungo e in largo con i miei combat boots mi sento totalmente sicura. Cʼè un senso di ribellione qui che scorre in parallelo con una cordialità tutta “tè e pasticcini”: trovo questa coesistenza esaltante». Al di là dei combat boots la moda lʼaffascina ancora poco: «Alla fine di questʼanno avrò girato 22 film in cinque anni, praticamente sono vissuta sempre in abiti di scena. Sto cominciando solo ora a scoprire il mio sen- so dello stile che definirei irriverente. Mi piacciono le cose eccentriche. La mia ultima ossessione è al limite del cattivo gusto: orecchini giganti, che mi sono fatta da sola appendendo a un gancio delle decorazioni natalizie». Volto dallʼanno scorso di Flowerbomb Midnight di Viktor&Rolf, Anya questʼanno diventa testimonial anche delle declinazioni Flowerbomb Eau de Parfum e Flowerbomb Dew. E quale attrice meglio di lei può interpretare questa dicotomia, il suo lato “The Witch” perfetto per Midnight e quello English rose in totale sintonia con Dew! «Viktor&Rolf fanno abiti che sono vere e proprie opere dʼarte, quasi costruzioni architettoniche. Flowerbomb Midnight è misterioso, sexy, Flowerbomb Dew lo è in un modo diverso, più corrispondente al mio concetto personale di sensualità: stare a letto tutta la domenica mattina tra lenzuola di seta, stiracchiandomi come un gatto. La sensualità del mattino dopo invece di quella della sera dellʼappuntamento». La self-confidence di Anya è impressionante... «La mia sicurezza deriva dalla mia famiglia, anche se siamo tutti sparsi per il mondo come zingari. Io sono la più piccola, la sesta di sei figli. È splendido avere una famiglia così numerosa e al tempo stesso essere cresciuta con la piena attenzione dei miei genitori, quasi fossi stata figlia unica. Mio padre è metà scozzese e metà argentino, uno sportivo con una mentalità competitiva, mia madre, di ascendenza africana, inglese e spagnola, è una persona piena di gioia di vivere, sempre pronta a ridere e a ballare. Ha fatto la fotografa, la designer di gioielli e la decoratrice di interni. Allʼetà che ho io oggi, 23 anni, si è fatta carico di tre figli adottivi e poi ne ha fatti altri tre. Ci ha dedicato tutto il suo amore e tutto il suo tempo. Una vera Wonder Woman». Con lo spin-off di “X Men, New Mutants”, in uscita ad aprile, “Radioactive”, diretto da Marjane Satrapi (la graphic novelist e regi- sta di “Persepolis”) con Rosamund Pike sui nostri schermi a giugno, il thriller psi- cologico “Last night in Soho” in uscita a ottobre, Anya è attualmente impegnata a girare per Netflix “The Queenʼs Gambit”, la storia della campionesa di scacchi Bess Harmon. Non si stanca mai? «Non ho mai sopportato che alla parola ambizioso si dia un connotato negativo: non mi ritengo ambiziosa perchè inseguo il successo, ma perché cʼè così tanto che voglio riuscire a fare da un punto di vista creativo. In questo momento mi piacerebbe lavorare in un musical, o in un film sulle arti marziali, che richieda un forte coinvolgimento fisico. Il regista con cui spero di lavorare? Wes Anderson: il suo gusto per le cose eccentriche è molto simile al mio».
Foto Alan Gelati
Testo Vanessa Scott
Styling Chloe Beeney
Hairstylist Carlos Ferraz @Carol Hayes Management
Make up artist Nathalie Eleni using Giorgio Armani Beauty
Manicure Chisato Yamamoto @David Artists.
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