Interviste

@younggoats: Francis Delacroix

Abbiamo parlato con Francesco Cerutti, più conosciuto con lo pseudonimo Francis Delacroix: fotografo del momento e della scena trap Italiana.
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Principalmente scatti foto di rapper, come sei arrivato a capire che era questo il soggetto giusto per la tua arte?

Non l’ho capito fin da subito. Ho fatto un’esperienza in California che più di altre mi ha aiutato a cambiare la mia prospettiva lavorativa.

Frequentare e lavorare con Tyler, The Creator e gli altri ragazzi dell’ Odd Future mi ha aiutato a capire quanto una precisa estetica fotografica possa identificarsi nell’immaginario collettivo di una determinata scena musicale, dividendolo anche nettamente dagli altri.

Dopo aver passato tre mesi lì sono tornato.

In Italia oramai il fenomeno legato alla musica Trap era scoppiato completamente e quindi intorno allo scorso novembre ho deciso di provare a dare al movimento Italiano delle particolari connotazioni attraverso la mia fotografia.

 

Le tue immagini sembrano catturare l’attimo, riesci a pianificare o in qualche modo controllare il setting?

La ricerca dell’attimo giusto è tutto per me. Seguendo musicisti in tour sono innumerevoli le situazioni degne di essere immortalate. Molte volte basta qualche secondo di ritardo perché l’immagine, una volta impressa, perda di significato. Appena trovo il momento giusto regolo velocemente i settaggi della camera e cerco di inquadrare e scattare il prima possibile, in modo da non perdere per sempre lo scatto perfetto.

 

Quale lavoro fotografico ti ha influenzato maggiormente? Da dove trai ispirazione?

Spesso in libri. In particolare “Portraits and Fashion” e “ Lady Gaga X Terry Richardson” di Terry Richardson o “In Your Face” e “Sir” di Mario Testino.

Inoltre tutti i lavori di Brick Stowell e Sagan Lockhart, fotografi freelance che seguono assiduamente molti rapper statunitensi.

Per quanto riguarda la fotografia nel cinema, per me fondamentale, i miei lavori preferiti sono “Romeo + Juliet” di Baz Luhrmann e “Celebrity” di Woody Allen. I film sono tra le mie più grandi fonti d’ispirazioni, ogni fotografo ne dovrebbe essere totalmente ossessionato.

 

Quali attrezzature utilizzi per realizzare i tuoi scatti/Quando scatti, cosa porti con te e perché?

Nessuna attrezzatura particolare, porto sempre con me una serie di fotocamere analogiche compatte, tra cui svariate Yashica e una Fujifilm DL1000. Per il digitale invece uso una Panasonic DX100.

 

Spiega il tuo processo lavorativo, come svolgi il lavoro di post produzione?

E’ molto semplice: scatto, sviluppo e seleziono.

La maggior parte dei mie lavori sono in analogico quindi c’è solo una minuscola parte di post-produzione. Si può dire che utilizzo le immagini cosi come sono state scattate. La parte importante del mio lavoro sta, secondo me, nella selezione degli scatti, ovvero scegliere quello più adatto al mood che si vuole creare.

 

Tra tutte i tuoi scatti, qual è la tua preferita e perché?

Questa foto è probabilmente quella che preferisco.

L'ho scattata nel backstage del video Caramelle della Dark Polo Gang. Quella è stata una giornata molto produttiva e stimolante, ricca di momenti da immortalare. La chitarra che compare è la mia, quella che uso per tutte le mie produzione.

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Qual è la cosa che avresti voluto sapere quando hai iniziato a lavorare come fotografo?

Che la pazienza è qualcosa di fondamentale, sia nello scatto che nell’organizzazione del lavoro.

Molte volte mi è capitato di essere impulsivo, mentre è necessario sapere che, alcune volte, quelli che credevi essere scatti unici si rivelano inutilizzabili, e non ci si può fare assolutamente niente.

L’opportunità di realizzare dei buoni scatti si presenta di continuo, bisogna solo sapere aspettare e coglierli al momento giusto.

 

Hai dei progetti che stai portando avanti al momento o che pianifichi per il futuro?

Da febbraio ho iniziato a collaborare particolarmente con la Dark Polo Gang, seguendo il collettivo attivamente sia in tour sia in situazioni di vita quotidiana, realizzando scatti durante i backstage dei video e per il packaging dei dischi.

Nel frattempo continuo sempre a realizzare scatti su tutta la scena Trap Italiana, in modo da continuare il percorso.

Un altro progetto a cui mi sto dedicando è la raccolta di ritratti di persone che lavorano nel mondo della moda, dai ragazzini reseller fino agli stilisti affermati, scattati soprattutto durante le Fashion Weeks di Milano e Parigi. Ma per ora questo è un work in progress.

 

Com’è il tuo legame con la moda?

Il mio interesse per la moda è in crescita. Il Trap Italiano è molto vicino al mondo della moda, per certi aspetti quasi più che in altre nazioni. Essendomi avvicinato ad essa, era inevitabile che ne rimanessi affascinato, avendo anche avuto l’occasione, grazie ai miei lavori, di conoscere alcune personalità uniche che lavorano in quell’ambito.

Per cui ora, visto che non sono un esperto, cerco di imparare il più possibile su di essa, partecipando a sfilate, fashion week, parlando con gente che ne sa più di me, consultando libri di fotografia dedicati.

Sarà sicuramente uno dei miei possibili futuri sbocchi professionali.

 

Ti occupi anche di musica, qual è il settore nel quale vuoi concentrarti nel futuro?

Sicuramente continuerò a concentrarmi sulla fotografia. Negli scorsi anni ho avuto un po’ di difficolta nel prendere una decisione, essendo entrambe due passioni che mi stanno molto a cuore e che in un certo senso sono molto vicine tra loro.

Questo non toglie che ci potrebbe essere qualche sorpresa nei prossimi mesi, si vedrà.

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Credit: Francis Delacroix
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