Sport Heroines: Ayomide Folorunso
Ayomide Folorunso, velocista e ostacolista italiana, appartenente ai Gruppi Sportivi della Polizia di Stato, racconta i suoi successi, come si è approcciata al mondo della corsa e le sue battaglie legate all'universo dello sport
Special Project FABIA DI DRUSCO
«Silenzia il rumore», dice a sé stessa Ayomide Folorunso ai blocchi di partenza, ma anche, «appena finisco, mangio il pollo che mi sono preparata!». Velocista e ostacolista italiana (appartenente ai Gruppi Sportivi della Polizia di Stato), la giovane atleta di origini nigeriane vede lo sport come una ventata di possibilità. «Senza l’atletica non avrei mai vissuto tutte le straordinarie avventure di questi ultimi anni. Ho visitato posti meravigliosi e ho conosciuto personaggi che mai avrei sognato di conoscere, come ad esempio Allyson Felix, una forza della natura. Da sempre la ammiro moltissimo e essermela trovata a pochi metri di distanza durante una staffetta mi sembra ancora surreale». Femminista convinta, è fiera dei risultati dell’ultimo anno delle sue compagne. «Continuiamo così! Finalmente nessuno può più ignorare la forza delle donne, abbiamo dimostrato il nostro valore, è ora di prenderci quello che ci aspetta. Ho conosciuto Federica Cesarini a Tokyo (canottiera italiana, vincitrice dell’oro alle ultime Olimpiadi insieme a Valentina Rodini nda), ho toccato la sua medaglia e abbiamo chiacchierato un po’. Aveva le stelle negli occhi e io con lei; non ci sono parole per spiegare la soddisfazione nel vedere lo sport femminile finalmente riconosciuto». Ha scelto la corsa perché: «Per iniziare questo sport ci vuole poco, soltanto un paio di scarpe da ginnastica e tanta voglia di mettersi in gioco. Correre è una sfida contro gli altri, ma più di tutto è una sfida contro se stessi, questo mi affascina, il continuo superare i propri limiti. Il fisico aiuta certamente, ma è la mentalità il turning point: bisogna affrontare le gare con un coltello fra i denti e spirito da guerrieri. Mi vedo come un’aquila, un animale che affronta le correnti, non se ne lascia travolgere. Vorrei avere la loro stessa forza e conquistare le vette inesplorate della mia vita.»
" A pochi metri dal traguardo inciampo. Faccia a terra. In quel momento hai due opzioni: o ti arrendi, o ti alzi e con tutte le forze che hai finisci la gara"
«La lezione più importante che mi ha insegnato questo sport è come reagire agli ostacoli. Posso raccontarti il mio episodio più formativo? Ero alla mia prima gara fuori Italia, in Brasile, per le Gymnasiadi del 2013. Era stato un anno difficile, avevo avuto grandi soddisfazioni ma anche grandi difficoltà. A pochi metri dal traguardo inciampo. Faccia a terra. In quel momento hai due opzioni: o ti arrendi, o ti alzi e con tutte le forze che hai finisci la gara. Sono arrivata a pochissimi centesimi dal bronzo. Ero amareggiata ma ho imparato la lezione più importante di sempre: ci saranno ostacoli, ma Ayomide si alzerà e continuerà a lottare. Lo sport è come uno specchio, ti mostra di che pasta sei fatto. E pensare che non ero mai inciampata in nessun allenamento». Da quel fatidico anno, di strada la giovane ne ha fatta trasformando le gare in affermazioni personali. «Rimane immutata l’agitazione pre-gara, non si affievolisce con il tempo, ma io ho il mio rituale che mi fa stare in pace con me stessa. Non mi capita spesso di avere la mia famiglia accanto, ecco perché prima di ogni competizione preghiamo insieme. La religione ha sempre fatto parte del mio percorso e non lo nascondo. Ho deciso di seguire questa strada e ne vado fiera». Ayomide è così sicura quando si racconta, che mi permetto di chiederle cosa pensi del razzismo nel mondo dello sport: «Per fortuna in questa realtà i valori sono altri, si guarda alla persona, alle sue virtù, alla sua storia più che al colore della pelle. Non mi sono mai trovata in difficoltà qui, è il fuori che ancora deve cambiare. Evviva il rispetto della persona e dell’atleta; è il 2022, lasciamo i commenti e le barriere create dall’ignoranza alle epoche passate!».