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Francesca Moretti, anima di Bellavista

«Amo i vini non dosati, che esprimono il territorio della Franciacorta e il lavoro in vigna». La Presidente del Gruppo Terra Moretti Vino porta la sua filosofia nell’azienda di famiglia.

Francesca Moretti Bellavista
Francesca Moretti Bellavista

«È di una bellezza la Franciacorta in questi giorni!». Francesca Moretti, enologa e dallo scorso anno Presidente del gruppo Terra Moretti Vino – con cantine in Lombardia, Toscana e Sardegna –, ci accoglie in Bellavista, ad Erbusco (BS). «Su questa collina ho radici ben salde, faccio fatica a pensarmi in un posto diverso, sono come una pianta che ha bisogno di respirare la natura», e aggiunge a una domanda non fatta, «come le piante, che non si possono muovere, ho un carattere abbastanza rigido, seguo le regole, sono organizzata, “tedesca”».

Un’attitude utile per una donna in un mondo prettamente maschile. «Sì, devi essere ferma nelle scelte, nelle convinzioni e decisioni». Già adolescente, dopo una vacanza negli châteaux francesi con i genitori: – «arrivammo dopo un viaggio lunghissimo, ma erano luoghi di una poesia incredibile» – aveva deciso che avrebbe lavorato nel vino, ma i suoi non le permisero di andare a studiare enologia a San Michele all’Adige, al tempo in un convitto di soli maschi. «Ho fatto il liceo qui, e poi l’Università a Milano, con la specializzazione in viticoltura ed enologia. La tesi fu sulla zonazione dell’azienda Petra», appena acquisita dalla famiglia, che seguì in toto incluso il progetto della cantina fatta dall’architetto Mario Botta.

«Dal 2000 sono tornata in Franciacorta, ho creato una società di distribuzione, perché nel  frattempo eravamo cresciuti. Tanto. Cinque anni fa mio padre mi ha voluto come Amministratore Delegato. È stata una esperienza importante», ripete più volte. «Capire i numeri è fondamentale, e lo ringrazio. Ma sono un enologo e un paio di anni fa ho realizzato che volevo tornare a seguire la vigna e la cantina, in primis per Bellavista, e avere più tempo per i miei figli, oggi di 12 e 10 anni.

Il vino stava evolvendo, e volevo che entrasse il mio gusto. Amo i vini non dosati, che esprimono il territorio, e sono come me, senza troppi belletti. Mi piacciono le cose vere, dove si sente il lavoro, da noi ogni vigna è seguita dalla stessa persona,  con un approccio artigianale. Investiamo tanto in questo. Alma Non Dosato e Alma Rosé Non Dosato (entrambi Franciacorta DOCG Grande Cuvée, nda) sono i miei preferiti, accanto allo storico Alma Brut; è questo il mio approccio filosofico», un lavoro premiato dal padre Vittorio, lo scorso anno, che le ha lasciato la Presidenza del Gruppo Vino.

Il racconto continua in cantina, un tunnel di 1,7 km dove il vino – il Franciacorta è un metodo Classico – fa la seconda fermentazione in bottiglia e rimane a lungo sui lieviti, le bottiglie poste sui pupitre vengono ruotate e inclinate progressivamente a mano, con il remuage. Ed anche qui Francesca esperimenta, come con la fermentazione direttamente nelle bottiglie Salmanazar (da 9 litri): «Mio marito la mattina scherza e mi chiede, “anche oggi in divisa?” perché esco di casa per andare al lavoro, e indosso jeans, Blundstone e un maglione.

Passo così tanto tempo all’aperto, nelle vigne, o qui in cantina... ma amo la moda: i miei preferiti sono Givenchy, Gianbattista Valli e Valentino. Per una prima al Teatro alla Scala ho indossato un suo vestito rosso, era così amplio, meraviglioso». È forte il legame tra la famiglia Moretti e il tempio della lirica milanese, dal 2004 sostiene alcuni dei suoi progetti e ogni anno gli dedica il Bellavista Grande Cuvée Brut DOCG. «Quest’anno sarà il primo senza Carla Fracci, mi mancherà tanto il suo forte abbraccio».

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