Allegrío il ristorante must-to-see a Roma
In via Vittorio Veneto al civico 114 apre un nuovo ristorante ideato da Sabrina Corbo. Una liaison creativa tra la food experience e l'home decor.
«Questo concept viene dalla pancia» racconta Sabrina Corbo vestita head-to-toe Emilio Pucci fuori da Allegrìo, il suo nuovo locale che concilia la sua passione per il design alla food experience italiana e contaminata. «Il design è sempre stata una mia passione, per i miei 18 anni avevo chiesto a mia mamma come regalo di compleanno l’abbonamento alla rivista AD e oggi mi ritrovo coinvolta come membro del Design Centre of London. Il mio obiettivo era creare un format internazionale che conciliasse l’experience culinaria al design, senza dimenticare la mia Italia, ma avendo vissuto per tanti anni a Londra ho cercato di dare un respiro internazionale con uno sguardo più inglese. Il tutto in una zona centralissima di Roma». Il risultato è una destination place di ambient food composto da 4 stanze: Joyful, Lucky, Intrepid, In Love.
"Le stanze tematiche sono il risultato della mia passione per le contaminazioni. Adoro anche la bellezza delle tradizioni" Sabrina Corbo.
«Lo definirei un viaggio nelle emozioni. Dopo la pandemia siamo tutti reduci da una devastazione emozionale e il concept è basato su questo. Di solito gli ospiti si adattano all'ambiente, nel caso di Allegrío è il contrario e per me è fondamentale». Ad accogliere gli ospiti all'ingresso il bancone in bronzo e legno dello scultore bronzista Marco Riccardi. Il light design è studiato dall’architetto Massimiliano Baldieri, mentre le illuminazioni sono opera di Moritz Waldemeyer, light designer britannico-tedesco di fama internazionale che ha creato la sua installazione “Where the Stars Align”, un’atmosfera unica che accompagna gli ospiti nei i diversi mondi di Allegrío.
«Io sono molto superstiziosa, del resto nelle mie vene scorre sangue partenopeo e ho sempre amato i charms per allontanare la sfortuna, dai cornini alla smorfia» spiega Sabrina Corbo, «Ho raccontato la mia idea al mio amico e artista contemporaneo napoletano Lello Esposito che mi è venuto incontro e ha lavorato a tutti i simboli che gravitano intorno ad Allegrìo. Il risultato è un logo con un sole genderless, he racchiude l'ottimismo e omaggia le tradizioni con un cornetto portafortuna sulla i che funge d’accento. Credo che ognuno di noi costodisca nel proprio profondo un "Sole" interiore che ricerca costantemente la bellezza e l'arte di vivere». Ogni stanza si distingue con wallpapers, decori e i disegni dipinti a mano ad hoc. Fiore all'occhiello le 500 rose nella stanza In Love tra cui quelle di porcellana di Capodimonte realizzate dalla bottega Barra del 1922. E ancora le decorazioni su porcellana di Matilde Argiolas e Marie Daâge, e le sculture di brozo di Lello Esposito che rappresentano il sole, le sirene, i corni, le maschere e San Gennaro.
Per la proposta food si comincia la mattina con il breakfast a cura del pastry chef Mario di Costanzo, segue il business lunch, l’aperitivo fino ad arrivare alla cena ed al dopocena con una dink list da Alessio Navacci e Riccardo Martellucci. In cucina la squadra è capitanata dall’executive chef Daniele Creti e dal sous chef Marco Melatti, mentre la sala vede la direzione condivisa di Eligio Schirru e Davide Gelormini, Sommelier delle quattro sale. E infine mastri pizzaioli pluripremiati Ivano Veccia e Peppe Aiello con la loro pizza ‘Matta’ dal connubio tra la tradizionale romana e napoletana. «Se dovessi immaginarmi il menù ideale, io consiglierei un piatto romano, una pizza o la lasagna povera e per chiudere in bellezza un babbá».
Allegrío aprirà le porte al pubblico domenica 21 maggio 2023