"Protect the Dolls", perchè la T-shirt manifesto di Conner Ives ha conquistato la moda?
Nata quasi per caso, cucita con urgenza e sentimento la notte prima di una sfilata, la T-shirt "Protect the Dolls" di Conner Ives è diventata in pochi giorni molto più di un semplice capo d’abbigliamento. È uno slogan, un manifesto di resistenza e un atto d’amore verso la comunità trans.
Poche lettere nere su cotone bianco: 'Protect the dolls'. Quando la moda si fa cassa di risonanza delle lotte delle minoranze
Durante la London Fashion Week di febbraio 2025, Conner Ives - stilista statunitense classe 1996, noto per i suoi abiti upcycled - stava chiudendo frenetici preparativi tra fitting e rifiniture. Eppure, tra le mille cose da fare, scrisse un promemoria nel telefono: «crea una T-shirt che dica qualcosa», racconta al New York Times. La sera prima dello show, tra scampoli e deadstock, stampò con carta transfer un semplice slogan: "Protect the Dolls". Un modo spontaneo per dare voce a ciò che provava in quel momento, come ha poi raccontato: «Ci siamo svegliati la mattina dopo e la nostra casella di posta era piena di messaggi tipo: "Dove posso comprarla?" È successo tutto così in fretta».
Quel gesto, inizialmente intimo, ha avuto una risonanza globale. Ives ha sfilato con la maglia in chiusura dello show, ma è il giorno dopo che il tam-tam digitale ha preso vita. Celebrità come Pedro Pascal, Troye Sivan e Haider Ackermann hanno sfoggiato il capo con orgoglio. Se l'attore di The Last of Us l’ha indossata per festeggiare i suoi cinquant’anni - gesto carico di significato, considerando che sua sorella è una donna trans - Troye Sivan l’ha portata con sé sul palco del Coachella, contribuendo alla vendita di oltre 200 pezzi in meno di 24 ore.
«Negli ultimi sei mesi c'è stato un cambiamento, e tenere separate le sfere di moda e politica non mi è sembrato più rilevante», ha raccontato Conner Ives. Che ha poi continuato: «Quando penso alle difficoltà che stanno affrontando le persone trans negli Stati Uniti, continuo a pensare a quando avevo dodici anni, ero un ragazzino gay bianco in un sobborgo benestante di New York e avevo paura. Figuriamoci cosa può provare una ragazza trans nel cuore dell’America, sotto un governo che le dice esplicitamente che non esiste».
Dietro alla frase Protect the Dolls si cela uno slogan molto forte: nel linguaggio queer, “dolls” è un termine per indicare le donne trans. E proprio a loro Ives ha voluto rivolgere la sua solidarietà in un momento storico in cui i diritti di queste persone vengono attaccati sistematicamente da molti governi nel mondo, come dimostra anche la recente decisione della Corte Suprema del Regno Unito, che ha escluso le donne trans dalla definizione legale di “donna” secondo l’Equality Act del 2010. O ai continui attacchi rivolti a queste persone da parte della nuova amministrazione statunitense. Senza considerare la già precaria situazione di molte persone in questa comunità, storicamente discriminata.