Fashion Week

Jil Sander, minimalismo in crescendo

Lucie e Luke Meier, per la sfilata di Jil Sander protagonista della seconda giornata di Pitti Uomo, tratteggiano un climax di essenzialità impreziosita da decori artigianali, volumi morbidi e giochi di sovrapposizioni
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La sfilata di Lucie e Luke Meier per Jil Sander è una di quelle che fa discutere. Il brand è stato tra i protagonisti della seconda giornata di Pitti Uomo, con lo show organizzato nel complesso di Santa Maria Novella. Non è la prima volta che per un evento il pubblico modaiolo accede alla basilica e ai chiostri le cui radici affondano fino al XIII secolo. Ma siccome è impossibile abituarsi  tanta meraviglia, nel percorso fino alla sala dove si celebra il rito della passerella, anche i più scalmanati abbassano la voce e si riempiono gli occhi di bellezza. Com’era già accaduto all’appuntamento milanese dello scorso settembre per la collezione donna, lo spazio dove si muovono i modelli è occupato da voluminose installazioni che creano delle micro montagne di colore, saturando l’ambiente di una calda luce che vira all’arancio, su cui si stagliano le forme essenziali dei primi look. Sono uscite precise, di una semplicità portata talmente agli estremi da scatenare in alcuni angoli del parterre il pensiero del «Sarà tutto così?»,  perché la croce del minimalismo è che è un attimo sconfinare nella ripetitività. La buona notizia è che man mano che lo show avanza le silhouettes prendono corpo, conquistano volumi ammorbiditi, che specie nel retro o nelle allacciature sciallate dei cappotti ricordano soluzioni da couturier al femminile. Nascono sovrapposizioni di tuniche riscaldate da maglieria  in versione oversize, su pantaloni a gamba larga, intervallati magari da una camicia delicatamente dipinta, mentre dei ricami sussurrati arricchiscono i capi, proprio come i piccoli pendenti d’argento sterling applicati. Il ritmo impresso dai Meier va in crescendo, un climax ascendente di dettagli e giustapposizioni, nel segno di una fluidità raffinata, tutta da esplorare. A fine sfilata c’è chi arriccia il naso, perché si aspettava «Qualcosa di più». E chi invece scivola via contento, come dopo aver gustato una cena parca, fatta di ingredienti sopraffini cucinati con amore.

 

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