La Haute Couture regina di Parigi
Dior e il femminismo di Judy Chicago
Una grande costruzione gonfiabile nei giardini del Musée Rodin di Parigi a raccontare la donna-madre da cui nasce tutto. Il racconto stagionale della couture di Dior targata Maria Grazia Chiuri parte dal lavoro dell’artista femminista Judy Chicago chiamata dalla designer a collaborare partendo da una domanda che troneggia all’ingresso: What if women ruled the world? E attorno allo stesso concetto, che ha guidato da creazione delle opere che ornano la sala, si muove anche l Chiuri e L’atelier di Avenue Montaigne creando un guardaroba elegantemente sofisticato ispirato a donne importanti come la Venere del Botticelli, la Nike di Samotracia o la dea Athena. Perché tutti i look che calcano io tappeto violaceo punteggiato di fiori, opera della stessa Chicago, sono divinità vestite di pepli e corone di foglie dorate, di giacche architettoniche e vesti fluttuanti. Dress code perfetto per un Olimpo dorato.
La riviera Italiana di Giambattista Valli
Una exhibition al Jeu de Paume per mostrare i capolavori dell’atelier al mondo dorato della couture ma anche al pubblico. Per la sua collezione numero 15 Giambattista Valli ha voluto fare le cose in grande e ha scelto di aprire le porte ai parigini per mostrare gli abiti ispirati da una: «Vacanza italiana... Mi sono fatto ispirare dal concetto di riviera italiana e da quelle donne bellissime che hanno raccontato quel lifestyle». Sotto i riflettori ritratti di donne eleganti e fascinose, dal volto incorniciato con maschere di piume. Indosso un trionfo di fiori e volant. Di abiti dagli strascichi chilometrici in giallo sole. Di gonne monumentali e cappe infiocchettate. Di tuniche semplice dai colori squillanti. Per un racconto che porta con se i profumi, e i colori, Amalfi e di Ravello, di Capri, di Sabaudia e di Sorrento.
La repubblica delle donne di Schiaparelli
«Da quando ho iniziato questa collezione ho pensato molto alle donne. E mi sono guardato intorno pensando alle donne che ammiravo. A mia madre, alle mie sorelle, alle mie amiche e ovviamente a Elsa Schiaparelli». Daniel Roseberry, alla sia seconda collezione couture per la maison Schiaparelli, inizia cosí il racconto della nuova stagione. Una stagione dedicata alle donne o meglio a due universi di femminilità: «Una donna surrealista e una donna seduttrice», da cui nasce un dialogo svelato negli outfit dello show. In un rincorrersi di abiti-trench di seta scivolata, tailleur pantalone fluidi, giacché portare a pelle e abiti tunica che accarezzano il corpo. A fare da contraltare crinoline arcobaleno, scolli parabolici, cascate di cristalli luminescenti e giacche alate gonfiate dal vento. Fil rouge, il corpo femminile che viene ornato da piccoli bijoux da portare a palle ma anche da ramificazioni preziose che si insinuano sulle braccia e sul volto. In un mix che tanto sarebbe piaciuto alla stessa Schiaparelli.
L'arte cinetica di Iris Van Herpen
Un filamento di DNA che rotea sul fondo della sala buia del Cirque d’Hiver. In testa gli studi del neuroanatomista spagnolo Ramon y Cayal. Perché il processo creativo di questa stagione ha portato Iris Van Herpen verso questi lidi e per creare la nuova collezione, battezzata Sensory seas, ha scelto un punto di partenza unico. Tutto il guardaroba immaginato dalla stilista-ingegnere racconta il movimento e la tridimensionalità attraverso abiti avveniristici. Fatti di cerchi sovrapposti e dipinti a mano. Fatto di petali fluttuanti che si muovono a ogni passo. Fatto di onde di voile mosse dal vento e fatto di sovrapposizioni di organza immacolata. A dipingere un universo avveniristico e fantascientifico, poetico e sorprendente. Che traghetta la couture verso un universo di arte sci-fi.