Fashion Week

La poetica del workwear per Craig Green

Debutto a Parigi con la stagione Autunno-Inverno 2020 per lo stilista inglese, che per l’occasione realizza la collezione più completa e matura della sua carriera
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Contenuti forti si accostano ad una mise en scène sempre d’impatto e ad alto tasso emozionale. Con questi tratti distintivi Craig Green si è conquistato un posto di tutto rispetto alla fashion week parigina. Ciò che colpisce fin dalle prime uscite è la palette cromatica che parte essenziale, con uscite in monocolore dal bianco al nero, dal giallo al verde militare, fino all’esplosione finale delle sfumature arcobaleno. La Workwear Jacket, il capo più iconico del brand, subisce un’evoluzione e si trasforma in casacche con pettorine multitasca, bomber con le distintive strisce di tessuto svolazzanti ai lati della giacca, poncho con impunture a contrasto che mappano il corpo. E infine le invenzioni più spettacolari, come la giacca che è anche sacco a pelo da indossare, tenda per rifugiarsi o il top-blusa realizzata in maglia di gomma, che ricorda il packaging da supermercato. Il concept della collezione, forse non visibile a tutti, era chiaro: elevare il bagaglio emozionale a qualcosa di utile, portare con sé tutte quelle emozioni che spesso portano sulle spalle tutta la vita. Craig invita a riflettere su quanto gli uomini spesso non siamo avvezzi a lasciarsi andare, che si vive in uno stato di “packaging” da qui l’idea della maglia tubolare, da qui lo spunto di riflessione. Per chi non conoscesse il più importante talento emergente inglese, la sua attività si estende anche ad altre sfere creative. I suoi lavori sono stati presentati in luoghi prestigiosi come il Metropolitan Museum of Arts, e gli sono stati commissionati i costumi per “Obsidian Tear” di Wayne McGregor alla Royal Opera House nel 2016 e nel 2017 per “Alien: Covenant” di Ridley Scott. È stato anche chiamato da Moncler nel 2019 per realizzare una spettacolare capsule collection, così come da Nike per sviluppare una concept collection. Esplorando i concetti di uniforme e di utility, i suoi fashion show sono da sempre un avvenimento di culto e fortemente atteso, perché Craig Green è uno dei pochi designer che parla dell’universo maschile mettendolo a nudo. Gli abiti riflettono gli stati d’animo, un modo di proteggersi e aprirsi al tempo stesso, in un dialogo visivo che non ha bisogno di verbalità.

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