Corse e motori per l’Italia di Junya Watanabe
«Questo è un mondo crudele...Non regala nulla a nessuno» riecheggia nella sala dello show. Sono le voci italiane di scuderie automobilistiche ad animare la serra del Palais de Tokyo raccontando un neorealismo tutto Made in Itlay che profuma di anni 50, di benzina e di motori, di pneaumatici bruciati e asfalto. Una sola parola: Classico. L’inverno di Junya Watanabe è un tributo alle icone italiane dell’alta velocità. Tanto che i co-branding della stagione evocano Pirelli e Brembo ma anche Campagnolo, Moto Guzzi e Abarth per una storia di motori e uniformi rétrò. Tutto profuma di passioni italiane, tra cornetti scaramantici e pompose musiche da gara. Compresa quella per la sartoria visto che accanto al remix di loghi sportivi compare un tailoring preciso e maniacale, studiato a quattro mani con Caruso. A completare il racconto del creativo nipponico e la sua indagine sul workwear contemporaneo le collaborazioni con Brooks Brothers e Levi’s, con Canada Goose, Gieves & Hawkes, Carhartt, Le Laboureur, Beton Cire, New Balance, Heinrich Dinkelacker e Guy Cotten. Alcune salite sul catwalk altre conservate in show-room. In un crescendo di giacche contaminate con casacche sporty, coat dal volto metamorfico e pantaloni nati da una crasi di formale e active.