Barnaba Fornasetti racconta l'ultima collaborazione con Poltrona Frau
Pensare con le mani e giocare con la propria identità. La nuova collaborazione di Poltrona Frau raccontata da Barnaba Fornasetti.
L’atelier Fornasetti, riconosciuto a livello internazionale per il design e la decorazione di oggetti d’arredo, torna a collaborare con Poltrona Frau per la Milano Design Week 2025. Creativamente uniti, i due marchi hanno elaborato due nuove riedizioni della collezione ‘The Five Seasons’. Da un lato la poltrona 1919, storico modello bergère in pelle capitonné, che riflette il savoir-faire del marchio di Tolentino. Dall’altro un oggetto che evoca il dorato mondo dei ruggenti anni Venti, nell’era del proibizionismo, delle feste in stile Grande Gatsby: il baule-bar Isidoro. Entrambi rivestiti in Pelle Frau ColorSphere Impact Less e impreziositi dal trompe-l'oeil giocoso “Ultime notizie”, prelevato dall’archivio Fornasetti.
L’OFFICIEL: Che cosa apprezza della legacy di Poltrona Frau e in che cosa si distingue di altri marchi con cui avete collaborato?
BARNABA FORNASETTI: Sono affascinato dal modo in cui la manualità artigiana si coniuga alla tecnologia avanzata. In questa collaborazione vedo una sperimentazione che permette la diffusione del valore di cui sono custode da sempre: l’invito all’immaginazione declinato su oggetti di uso quotidiano di eccezionale qualità e pensati per vivere nel tempo, senza essere vincolati dalle tendenze.
LO: Nel 2024 avevate collaborato con Poltrona Frau per la Vanity Fair XC Imagine Edition, che cosa ha imparato questa volta di nuovo?
BF: Ho avuto la riprova che il nostro incontro avviene nel solco della condivisione di alcuni valori imprescindibili come la celebrazione dell’heritage, la conservazione delle tecniche artigianali e la valorizzazione di oggetti di vita quotidiana come multipli artistici.
LO: Nelle stampe che avete presentato a Poltrona Frau vi sono collage di articoli che la riguardano. Come è nata la stampa “Ultime Notizie”?
BF: Mio padre Piero Fornasetti aveva originariamente creato questo decoro nel 1950 per un tessuto in seta. Io l’ho ripreso, modificato e portato a nuova vita nel 2003. Questa mia versione è composta da variopinte farfalle che svolazzano su ritagli di giornali riportanti notizie da tutto il mondo riguardanti Fornasetti. Ma non vuole essere autocelebrativo, al contrario! L’intento è quello di ricordarsi che non bisogna dare troppo peso alle notizie visto che sono effimere come farfalle. Da qui la scritta incisa sul piattino della 1919 e sulla targa applicata al Baule-bar Isidoro: “Non soffermarti sulle notizie perché le notizie volano”.
LO: Come mai le farfalle, c’è un legame personale?
BF: Le farfalle sono creature affascinanti e simboliche. Anche mio padre le apprezzava e da giovane dipinse “La venditrice di farfalle”, un quadro raffigurante una donna che vende farfalle, ora posto nella mia cucina che è un po’ tutta a tema farfalle, sia il pavimento che i mobili. Inoltre, la cucina si affaccia sul giardino interno che, nella bella stagione, ospita numerose farfalle attratte dai fiori della ricca vegetazione. Tempo fa una di queste è entrata nella stanza e ha vissuto svolazzando per una settimana.
LO: Qual è secondo lei la soddisfazione più grande nell’intraprendere delle collaborazioni?
BF: Apprezzo quando il nostro immaginario viene letto da sguardi e menti diverse, reinterpretato con un nuovo rapporto tra forma e decorazione rispetto alle nostre pratiche correnti. Mi piace che un decoro di Fornasetti prenda vita in molteplici contesti. Il frutto delle collaborazioni, a mio avviso non deve essere semplicemente qualcosa da possedere, ma piuttosto qualcosa con cui convivere e lasciarsi ispirare ogni giorno.
LO: Qual è l’obiettivo finale della decorazione Fornasetti?
BF: È un modo di comunicare, è veicolo di cultura, stimolo per l’immaginazione, spunto di rinnovamento del pensiero. Trovo necessario reimparare a sognare e vorrei che l’arte di Fornasetti fosse utile a questo.
LO: Poltrona Frau ha collaborato con Gio Ponti, e anche suo padre Piero era molto legato a Gio Ponti. Crede avrebbe collaborato con il marchio?
BF: Al di là della relazione professionale che c’era tra mio padre e Gio Ponti, sono certo che avrebbe collaborato con Poltrona Frau perché all’epoca le collaborazioni tra artisti, designer e artigiani avvenivano in maniera spontanea e naturale. Bastava la stima reciproca, un’idea o l’amore per la bellezza che li accomunava.