I Giardini Medicei di Santa Maria Novella
Non più solo sublimi acque di colonia, da Melograno a Rosa Gardenia: dopo L'Iris la Maison fiorentina lancia altre 3 fragranze ispirate a un lavoro filologico di recupero di preziose varietà botaniche in voga alla corte granducale
Derivato dal giardino romano e da quello arabo, il giardino fiorentino rinascimentale portato all’apogeo dai Medici, considerato come un Eden laico, affascinerà anche Francesco I, finendo per influenzare quello che diventerà il modello universale del giardino alla francese sviluppato a Fontainebleu. I quadri fiorentini, e in particolare le lunette con le ville Medicee conservate in una di queste, La Petraia, ce ne restituiscono tutta la simmetria e lo splendore. A questa tradizione si rifà la nuova collezione di Eau de Parfum “I Giardini Medicei” di Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella, di cui entra a far parte anche L’Iris, lanciata l’anno scorso e dedicata al fiore simbolo di Firenze dal 1266. Una composizione sontuosa, dove le note di testa di galbano, pepe timur e neroli si incontrano con il geranio, la magnolia champaca e il gelsomino sambac del cuore su una base di muschio, ambra grigia, e di concreta di iris fiorentino, risultato di sei anni di decantazione dai rizomi dei fiori, assimilata alle nuove creazioni con un cambiamento nel packaging, che diventa un cofanetto/libro con stampe botaniche dorate su fondo bianco, e nel flacone.
«Per noi, questo è un sogno che finalmente realizziamo: una meticolosa attività di ricerca ci ha portato alla riscoperta di alcune delle più rare specie botaniche dell’epoca Medicea», sottolinea il CEO e maitre parfumeur Gian Luca Perris. «Quattro storie olfattive uniche, che hanno il potere di connettere l'Officina alla sua anima più intima». La più inaspettata delle 3 nuove fragranze? Bizzarria, ispirata all’omonima chimera che riunisce in un’unica pianta arancia amara, cedro e limone, coltivata nelle limonaie granducali nel ‘600, e riscoperta nel 1980 tra le curiosità botaniche della Villa Medicea di Castello. Un mix di pepe timur e neroli, assoluta di fiori d'arancio, davana e zenzero su una base di legno di cedro e muschio. Chic ed epurata, Magnolia evoca appena spruzzata la rosa bianca e il geranio, per poi svilupparsi in un cuore di magnolia grandiflora, assoluta di magnolia champaca e di gelsomino sambac, su una scia sensuale e seconda pelle di ambra e muschio, grazie a un'estrazione al CO2 del fiore protagonista, che «racconta così contemporaneamente il fiore e il frutto», spiega Perris.
Sublime nella sua dolcezza, Gelsomino ha un cuore di assoluta di gelsomino sambac, geranio e ylang ylang che subentra alle note iniziali di bergamotto, mandarino e pepe rosa. Un’interpretazione ispirata al gelsomino di una varietà particolare, più simile a una piccola rosa che al fiore classico, arrivato da Goa nel 1688 come dono del re del Portogallo a Cosimo III de’ Medici. Il granduca se ne riservò l’esclusiva della coltivazione in una serra segreta, la "Stufa dei Mugherini”, appositamente costruita nella Villa di Castello, per decorare la quale i suoi antenati avevano chiesto a Botticelli La Primavera e La nascita di Venere. Un Giardino Segreto di cui l’Officina sta attualmente finanziando la rinascita, a sottolineare il legame indissolubile con la storia della città e la sua cultura, particolarmente evidente nella sede storica di via della Scala, di fronte alla splendida basilica.