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Flowers & Body: Leonardo Pucci racconta la nuova mostra "Flowers"

Leonardo Pucci racconta i segreti della serie fotografica “Flowers” esposta alla Crux Galerie di Atene. Dove i fiori recisi sublimano l’idea dei corpi.  

Leonardo Pucci "Flowers" alla Crux Galerie di Atene
A sinistra: Tulips 11:13 pm 2021. A destra: Anemone 5:31 am 2021

La delicatezza dei fiori recisi sposa l’arte dello Shibari Giapponese nella nuova serie fotografica “Flowers” di Leonardo Pucci, esposta dal 25 novembre al 31 dicembre alla Crux Galerie di Atene. L’intimità rubata, da sempre distintivo del suo linguaggio artistico, viene rappresentata servendosi di soggetti floreali come delicati garofani, calle scultoree, anemoni, protee dalle forme dinamiche, maestose rose e tulipani carnosi. 

L’OFFICIEL ITALIA: Hai lavorato per Prada, Bottega Veneta e da 14 anni sei da Dior. Queste esperienze come hanno contribuito alla tua visione estetica?
LEONARDO PUCCI: Ho sempre lavorato tra la direzione creativa e il processo di sviluppo nelle aree di marketing e merchandising. Stando a stretto contatto con Miuccia Prada ho imparato a rimettere in discussione tutto e a riconsiderare anche le cose che non mi piacciono. Tomas Maier mi ha fatto conoscere la bellezza e la sensualità dei materiali, Raf Simons aveva invece un approccio più cerebrale, tendeva a rivedere sempre le sue idee per arrivare all’essenza. La moda di John Galliano era un'espressione di gioia e teatralità. Ora lavoro alla direzione della pelletteria e scarpe di Dior Men con Kim Jones e con lui sto affinando un senso di contemporaneità e di relazione con le nuove generazioni. Tutti questi aspetti hanno contribuito a creare il mio universo estetico e la mia visione.

LOI: Com’è nata la serie “Flowers”?
LP: È nata durante il periodo di lockdown. Mi sono trovato bloccato a Parigi e avevo riscoperto un vecchio libro sulla Hojō Jutsu, l’arte guerriera della corda che nel 1400 veniva utilizzata per le torture dei prigionieri sui campi di battaglia dell’impero giapponese, antenata della tradizione Kinbaku, o dello Shibari fino ad arrivare al bondage. Ero relegato in casa, leggevo il manuale per apprendere questa pratica giapponese e non avendo corpi su cui esercitarmi ho ritrovato nei fiori una sublimazione del corpo.


Scorri verso il basso per scoprire l'intervista di Leonardo Pucci 

plant flower blossom rose
Nella prima foto: Poppies 5:33 am, 2021. Nella seconda foto: Tulip 1:15 pm, 2021


LOI: Che cosa volevi comunicare?
LP: Il mio obiettivo finale era cercare di fissare la bellezza e la delicatezza dei fiori, per esprimere l’impossibilità nel farlo. Per me era fondamentale che emergesse un aspetto sensuale con una sottile percezione di dolore e prigionia. L’aspetto erotico nasce come contrasto rispetto alla costrizione generata dalle corde, in qualche modo è un punto che ho tentato di superare rispetto alla classica composizione estetica dello Shibari giapponese. Allo stesso tempo, l’atto di legare un fiore è un parallelismo della pressione sociale di modelli estetici irrealistici e virtualmente perfetti che ci vengono proposti quotidianamente.

LOI: Qual è stato il tuo modus operandi per abbinare i fiori recisi con l’arte dello Shibari giapponese?
LP: Per me è stato un grande esercizio di pazienza. Un lavoro minuzioso che ho portato avanti nella mia dimora a Parigi, che ho sfruttato anche come set fotografico. Inizialmente ho imparato le tipologie di nodi con il manuale intitolato “Il grande libro dei nodi” e poi ho esercitato il tutto sui fiori. Spesso mi ritrovavo a raffreddare i fiori in frigorifero, per la loro fragilità appassivano in fretta, solo in questo modo riuscivo a indurire i petali. Una volta posizionati sul set, a volte aggiungevo acqua allungata con shampoo neutro, per cercare di rappresentare i fluidi corporei e restituire sessualità e sensualità all’immagine.

LOI: Quali sono i riferimenti culturali e i maestri che hanno influenzato la tua ricerca artistica?
LP: Sono rimasto folgorato dalle opere di Leigh Ledare, lui ha saputo interpretare l’intimità oltrepassando le barriere culturali prendendo come riferimento sua madre, ma anche il tormento raccontato con il corpo e i suoi fluidi di Tracey Emin, la fotografia di Robert Mapplethorpe e il maestro del colore Mark Rothko. Nobuyoshi Araki è un altro che ha portato avanti l’analogia di corpi e fiori ma nel suo caso era molto importante la presa in camera per comunicare il messaggio di sottomissione erotica del risultato. Tra i riferimenti musicali mi sento di citare la poetessa del rock Patti Smith, Björk, i Joy Division ma anche tutte le opere di Johann Sebastian Bach. Camille Paglia e Judith Butler hanno saputo raccontare il potere normativo sul corpo, ma anche gli esistenzialisti Simone de Beauvoir e Jean-Paul Sartre.

LOI: Oltre ai soggetti, che cosa è cambiato rispetto alle tue precedenti serie fotografiche? Ci sono dei punti in comune con “Suspended Possibility” oppure “Home Away”?
LP: C’è sicuramente un fil rouge con le mie altre serie fotografiche. Per me resta fondamentale l’ispezione sul corpo e l’intimità rubata. Non a caso per me il lavoro sui fiori è un lavoro sui corpi e per me è importante che risultino anonimi e universali, contestualizzati all’interno di spazi intimi. Del resto il corpo è uno strumento del potere, è il luogo politico per eccellenza, dove si concentrano interessi, conflitti e proibizioni.

1 / 14
Carnations 10:48 am 2021
Anemones 1:26 pm 2021
Anthuriums 4:20 pm 2021
Calla Lilies 10:07 am 2021
Calla Lilies 11:17 pm 2021
Drumstick Alliums 7:48 pm 2021
Gerberas 10:42 pm 2021
Poppies 5:33 am 2021
Proteas 10:05 am 2021
Ranunculus 1:26 pm 2021
Roses 1:18 pm 2021
Starflower Drumsticks 11:06 am
Tulips 1:57 am 2021
Tulips 12:53 pm 2021

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