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Arte Laguna Prize, a Venezia i riflettori sono puntati sugli emergenti

Con Arte Laguna Prize, dal 17 novembre all’8 dicembre a Venezia, vanno in mostra le opere finaliste del premio che dal 2006 sostiene i talenti emergenti.

Melania de Leyva, Venezia - Italia 1988, The party Ended & Venus Pudica, 2019 – 2023, Arte fotografica Stampa su carta baritata su alluminio Dibond
Melania de Leyva, Venezia - Italia 1988, The party Ended & Venus Pudica, 2019 – 2023, Arte fotografica Stampa su carta baritata su alluminio Dibond

Si chiama Arte Laguna Prize, è nato nel 2006 e ha un obiettivo importante: valorizzare l’arte e gli autori emergenti di tutto il mondo. Mentre la 60esima edizione della Biennale Arte si avvia alla conclusione, Venezia è ancora una volta protagonista sulla scena dell’arte contemporanea grazie alla mostra dei finalisti della 18ª e 19ª edizione del premio ideato da Laura Gallon insieme a Beatrice Susa, scomparsa nel 2017.

Dal 17 novembre all’8 dicembre, gli spazi dell’Arsenale Nord ospiteranno le opere di 240 artisti selezionati dalle curatrici Giulia Colletti e Chiara Canali e suddivisi tra le dieci categorie che caratterizzano il premio e cioè pittura, scultura e installazione, arte fotografica, video arte e cortometraggi, performance, arte digitale, grafica digitale e cartoon, land art, urban art e street art, art design.

Al di là del valore intrinseco delle opere, questa edizione di Arte Laguna Prize racchiude un messaggio importante, la volontà di non considerare gli artisti emergenti solo in termini anagrafici, sviluppando invece un approccio transgenerazionale. Linguaggi e stili, il più possibile inediti  e innovativi sono il criterio di base su cui hanno lavorato Colletti e Canali, sempre sostenute da Gallon.

L’OFFICIEL: Laura Gallon, c’è un filo conduttore che lega le opere selezionate per queste edizioni di Arte Laguna Prize?
LAURA GALLON: L’arte contemporanea rappresenta il qui e ora, il momento attuale vissuto in ciascun paese del mondo da ciascun artista, perciò il concorso è a tema libero proprio per dare loro libero sfogo. Senza vincoli tematici, possano esprimersi per ciò che sentono.

LOI: Chiara Canali, nello scegliere le opere finaliste sono emersi temi particolarmente nuovi o sorprendenti?
CHIARA CANALI: C’è un’attenzione particolare verso l’uso innovativo della tecnologia e soprattutto dello strumento della Intelligenza Artificiale per esplorare il rapporto tra Uomo e Macchina. Altrettanto significative sono le riflessioni sulle questioni ambientali, come la sostenibilità e la crisi climatica. E il confronto con la percezione del corpo umano, come entità individuale e collettiva. In una società sempre più mediata dalla tecnologia, il corpo umano rischia di essere ridotto a un’entità virtuale, alienata dalla propria dimensione fisica e dai suoi ritmi naturali. Tuttavia, l’arte gioca un ruolo cruciale nel riaffermare l’importanza della fisicità e della corporeità, esplorandone i limiti e le potenzialità.

LOI: Giulia Colletti, molto interessante è il concetto transgenerazionale che avete introdotto, scardinando l’idea per cui solo un giovane possa apportare novità alla scena culturale. Da cosa è nata questa spinta? C’è qualche opera, artista o linguaggio che vi ha colpite?
GIULIA COLLETTI: Da anni, Arte Laguna sostiene il concetto di artisti emergenti senza limitarsi al dato anagrafico. Il sistema artistico deve nutrirsi delle esperienze transdisciplinari di chi, pur con un forte interesse per l’arte contemporanea, si è trovato in un momento della propria vita in cui non poteva perseguire esclusivamente una carriera artistica. Questi artisti tornano all’arte come obiettivo di vita, spesso in una fase successiva della loro esistenza, senza che questo comporti un abbassamento qualitativo nelle loro opere o formalizzazioni artistiche.

LOI: Laura Gallon, quanto è importante per gli artisti emergenti poter contare su progetti come Arte Laguna Prize?
LAURA GALLON: Gli emergenti hanno una vita difficil e avere un trampolino di lancio come questo può essere di grande aiuto. Dopo la mostra a Venezia, gli artisti vengono invitati a numerosi altri eventi ed esposizioni, ovunque nel mondo. La selezione di Arte Laguna rappresenta una garanzia, poi sta all’artista saper mantenere la rotta.

LOI: Laura Gallon, tra gli artisti presenti nelle passate edizioni ce n’è qualcuno che, grazie ad Arte Laguna Prize, ha dato una svolta alla propria carriera?
LG: Sì, molti. Mohamed Benhadj, per esempio, scappato dall’Algeria con 80 euro in tasca e una tela sotto il braccio. Suo padre voleva che facesse il militare, ma lui si è iscritto all’Arte Laguna Prize, è arrivato in finale, dopo di che ne è diventato Ambassador, presentatore, giurato, e nel frattempo ha fatto crescere il suo marchio AlTiba, arrivando ad aprire una galleria nel centro storico di Barcellona. Oppure Apylo Amolo, fuggita dal Kenya dopo aver dato alla luce una figlia a 15 anni. Arrivata in Svizzera, si è iscritta all’Arte Laguna Prize, ha vinto con un video sulla violenza ed è stata invitata a parlare in Parlamento Svizzero, dove tuttora lavora.

LOI: Laura Gallon, che consiglio dareste agli artisti presenti ad Arte Laguna Prize?
LG: Di “volere intensamente”. Non è ironico. Si può vivere di Arte, ma occorre volerlo veramente e crederci.

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ArteLagunaPrize, un'installazione
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Yen-Hsu Chou, Kaohsiung - Taiwan 1997, Suffering, 2020, Tela, ventilatore
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Ljubica Denkovic, Novi Sad - Serbia, 1982, Too Foreign For Home 01, 2023, Fotografia digitale, Stampa fotografica su alluminio
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ArteLagunaPrize, un'installazione
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ArteLagunaPrize, l'installazione all'Arsenale Nord

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