Ai Weiwei in mostra a San Gimignano
"Neither Nor": una mostra di Galleria Continua mette in scena fino al 15/9 nuovi e vecchi lavori del grande artista cinese.
Artista concettuale, pittore, scultore, architetto (dello stadio di Pechino progettato con Herzog & de Meuron), regista (di un documentario sulla migrazione, "Human Flow" , che è stato uno degli eventi della Mostra del cinema di Venezia del 2017), dissidente (come suo padre, che aveva seguito bambino in vari luoghi d'esilio) duramente colpito dal governo cinese di cui ha denunciato l'assenza di rispetto per i diritti umani e la libertà di parola, Ai Weiwei è un mostro sacro dell'arte contemporanea. Autore prolifico, nel corso di oltre 30 anni di carriera ha utilizzato una pluralità di media, tra cui i mattoncini del Lego, il materiale dei suoi ultimi lavori a partire dal 2014, come "The Last Supper", la più impattante delle opere esposte a San Gimignano, per dimensioni (342x684 cm) e centralità dell'allestimento, in quella che era la sala di proiezione dell'ex cinema in cui si è installata nel 1990 Galleria Continua. Il titolo della mostra, "Neither Nor", è un invito a non aderire a una visione strettamente binaria, che per l'artista è tipica dei regimi autoritari, ma a privilegiare il dibattito e la tolleranza per prospettive diverse dalle nostre.
Oltre a ricordare la tecnica del mosaico, il Lego è per l'artista l'espressione visibile della libertà di riproduzione offerta da pixel, digitalizzazione, segmentazione, frammentazione, e la sua palette di soli 42 colori invece di essere un limite "apre paradossalmente un mondo di possibilità di creazioni poetiche", al punto che nei suoi lavori utilizza tipicamente una ventina di nuances. Nel riprodurre con questa tecnica celebri quadri del passato, Ai Weiwei vi inserisce un elemento disturbante, una gruccia vicino alla Venere dormiente attribuita a Giorgione, a ricordare lo strumento cui troppe donne hanno dovuto ricorrere per abortire prima della legalizzazione dell'interruzione di gravidanza, un panda, simbolo del potere cinese, sul cavallo di uno dei rapitori delle figlie di Leucippo in un'opera ispirata a Rubens, l'invasione delle locuste che hanno distrutto tanti raccolti in Pakistan nel 2020 nel contesto del "Seminatore al tramonto" di Van Gogh, il suo viso che va a sostituire quello di Giuda ne "L'ultima cena" ispirata al Cenacolo vinciano..
La mostra offre anche esempi di sue opere precedenti, in porcellana, bambù, legno, marmo, dimostrazione del profondo legame con la cultura tradizionale del suo paese. Alla conferenza di presentazione Ai Weiwei, visibilmente restio a fittare nelle categorizzazioni presupposte da alcuni interlocutori, non ha nominato alcun uomo politico per cui provasse ammirazione, raccontando di aver ereditato da suo padre, per anni prigioniero politico, la convinzione che i politici fossero generalmente disonesti, mentre ha nominato Papa Francesco come un personaggio pubblico per la cui profonda umanità prova grande rispetto, ha sottolineato di non essere particolarmente legato a nessuno dei suoi studi (a Pechino, Berlino e in Portogallo) perchè l'importante non è il luogo in cui crea ma quello che sta nella sua testa (e per farlo ha citato Heine, che ai nazisti rispondeva che non erano i suoi libri ad essere pericolosi, ma quello che c'era nella sua testa). E alla domanda sulla sua visione del futuro ha risposto: "Il futuro è adesso, non abbiamo un altro futuro".