Appena si entra nella lobby, il profumo dei bouquet floreali mega-size di Phil Hammond crea l’illusione di una continuità tra esterno ed interno col vicinissimo Rose Garden di Hyde Park. Impossibile non lanciare subito un’occhiata a La Promenade, il bar to see and to be seen fin dall’apertura, nel 1931, di una vera e propria istituzione londinese come il Dorchester. Limitando il name dropping all’essenziale qui tenevano salotto socialites leggendarie come lady Emerald Cunard, Churchill, Alfred Hitchcock e Peter Sellers erano di casa, Liz Taylor ci ha portato ognuno dei suoi mariti, Tom Cruise e Nicole Kidman ci hanno vissuto durante le riprese di “Eyes wide shut”. Perché persino in una città come Londra, dove si viene da tutto il mondo a imparare i segreti del servizio nell’hotellerie, il personale del Dorchester gode di una reputazione particolare: discrezione tombale, efficienza totale, quel giusto livello di personalizzazione d’interesse nei confronti del cliente che non scade nella familiarità, ma trasmette una sensazione di calore. Tornando a La Promenade: godibilissima durante l’Afternoon Tea, sorseggiando uno champagne ghiacciato, la sera è perfetta per un drink prima di cenare al Grill, a meno di non preferire un Negroni al 45 Park Lane proprio di fronte. Stessa proprietà del Dorchester, ma look diversissimo: del resto negli anni ’60 era la sede del Playboy Club. Al Bar 45 il mixologist arriva al tuo tavolo col carrello del Negroni per prepararlo sotto i tuoi occhi: la mia preferita tra le varianti formulate per il centenario del cocktail inventato a Firenze? Lo Shallow Negroni, creato per la notte degli Oscar in omaggio alla hit di Lady Gaga e Bradley Cooper: perfetto per Instagram oltretutto, col suo grande blocco di ghiaccio totalmente trasparente, ottenuto con una macchina speciale. E apparentemente gli addicts del Negroni sono così tanti che il bar tiene pure delle lezioni per imparare a prepararlo. Al Dorchester il profumo delle rose bianche porta una nota di freschezza anche nelle stanze, dal décor rilassato/retro con gli indispensabili tocchi high tech. Nelle suites i letti sono a baldacchino, i bagni di marmo invitano al relax, visti dall’alto gli alberi di Hyde Park sono una impenetrabile coltre verde. E poi c’è la spa. Ovviamente top: facials Valmont, La Prairie e Aromatherapy Associates, massaggi vari, trattamenti ad hoc per donne incinte, grooming maschile, barbiere, parrucchiere, personal coach di yoga e Pilates, Champagne Manicure e Pedicure …La scoperta? I trattamenti viso Carol Joy London: il Pure Collagen and Oxygen with Diamond Touch lascia la pelle liscissima e luminosa, minimizzando macchie di pigmentazione e rossori. Il Manuka Rose Facial, ingrediente star un miele prodotto in Cornovaglia dalle eccezionali proprietà antiinfiammatorie, purifica la pelle garantendole un vero baby glow. Altri piccoli Dorchester touchs: in questi giorni di Ascot nella lobby c’è un Buttonhole bar, per scegliere il fiore fresco da appuntare all’occhiello. E a luglio, sempre nella lobby, c’è un carrello che serve limonata ghiacciata per tutta la durata di Wimbledon..Del resto l’omonimo film di qualche anno fa con Paul Bettany e Kirsten Dunst è stato girato proprio qui…