Gli Ofenbach e il French Touch 2.0
Ofenbach, il duo francese di musica elettronica, da miliardi di stream con "Be Mine", "Hurricane", "Wasted Love", ritorna alle origini con pezzi dance-oriented contaminati, come l’ultimo singolo “Body Talk” con la cantautrice emergente Svea.
Photography ALAN GELATI
Styling SAMANTA PARDINI
L'INTERVISTA AGLI OFENBACH
French Touch. No, non stiamo parlando di moda, ma della rivoluzione (musicale) francese, di fine anni ’80, che ha coronato il successo della musica elettronica, quando le sonorità techno-house americane e inglesi hanno incontrato quelle disco e funk tipicamente francofone. I Daft Punk sono stati tra i pionieri della fase uno e la nu-disco protagonista indiscussa della due. Nel secondo decennio dei 2000 siamo in piena fase tre, conosciuta anche come French Touch 2.0, che si contraddistingue dalle precedenti per essere iper contaminata da influenze e stili anche molto diversi tra loro. Il sound elettronico si fonde con quelli più disparati: classici, tribali, tropicali, orientali e dance, a volte perfino più di uno insieme. Tanti i gruppi consacrati da quella che potremmo definire “nuova scuola”. Tra i più celebri? Dorian Lauduique e César De Rummel, meglio conosciuti come Ofenbach. Il loro ultimo album “I”, composto da dodici brani, ha debuttato lo scorso novembre; a febbraio sono tornati con il singolo “Body Talk”, che vede collaborare anche la cantautrice svedese SVEA. Collezionando hit globali consecutive non esiste club in cui non abbiate ballato fino all’alba i loro pezzi: da “Wasted Love”, “Head Shoulder Knees & Toes”, “Be Mine" a “Hurricane”, solo per citarne alcuni. Perchè tre sono i requisiti imprescindibili del clubbing: bassi al massimo, amici e buona musica. Parola di Ofenbach.
L'OFFICIEL ITALIA: Come vi siete conosciuti?
OFENBACH: Alle scuole medie durante un’evacuazione dopo che era scattato l’allarme anti incendio. Siamo diventati amici sin da subito e abbiamo fondato la nostra prima rock band a tredici anni.
LO: Ofenbach, oltre a esser il vostro nome d’arte è anche quello di un celebre compositore francese di fine ’800 (Offenbach, con due “f ”, ndr). Vi piace la musica classica?
O: Tutta la musica è fonte di piacere e ispirazione per noi e l’importante è avere una mentalità aperta. Questo è il messaggio che volevamo passasse già dal nostro nome.
LO: Come vi descrivereste l’un l’altro?
O: Siamo sognatori, positivi, veri perfezionisti e non potremmo mai svegliarci la mattina e fare qualcosa che non ci piace.
LO: In che direzione musicale state andando?
O: La musica elettronica è in continua evoluzione, mixare insieme gli stili più disparati ci permette di creare sempre qualcosa di nuovo. In questo momento il nostro sound è decisamente dance-oriented.
LO: Il singolo “Love me know” con “Fast Boy” ha anticipato l’album. Come lo avete pensato?
O: È un ritorno alle origini, con la chitarra elettrica e i suoni rock dei nostri primi pezzi, come “Be Mine” e “Katchi” con un tocco extra di pop.
LO: Come vi sentite quando lavorate a un nuovo album/singolo?
O: A volte si è sotto pressione, sentiamo la necessità di soddisfare il pubblico che ci ha permesso di arrivare fin qui, anche se cerchiamo di divertirci il più possibile.
LO: Come descrivereste il vostro processo creativo?
O: Tutto ha inizio da qualche accordo, poi passiamo alla ricerca della voce melodica per finire con il lyrics. È una tecnica un po’ old-school che per noi funziona bene. Per la production, invece, cerchiamo di essere sempre aggiornati sulle nuove tecnologie e plug-in.
LO: Quali artisti hanno ispirato il vostro lavoro?
O: I Supertramp. Sono compositori e melodisti eccelsi. E i Rolling Stones, vere icone dal carisma e discografia senza tempo.
LOHI: In quale club vi è piaciuto particolarmente suonare?
O: Al Printworks di Londra, il posto emana un’energia particolare, potente. Ci piacerebbe molto tornare.
LO: Quale brano del 2022 vi piacerebbe remixare?
O: “As It Was” di Harry Styles, per noi è stata la miglior canzone dell’anno.
GROOMING Gabriel Trezzi @ BLEND MANAGEMENT
STYLIST ASSISTANT Greta Monticone