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Knight’s Confessions: l'intervista a Lorenzo De Luca il cavaliere italiano di Loro Piana

Primo cavaliere italiano del Loro Piana jumping team, Lorenzo De Luca racconta la sua devozione per i cavalli in occasione del Gran Premio Roma di Piazza di Siena.

Lorenzo De Luca al Gran Premio Roma di Piazza di Siena (Courtesy of Loro Piana).
Lorenzo De Luca al Gran Premio Roma di Piazza di Siena (Courtesy of Loro Piana).

Lorenzo De Luca, primo cavaliere italiano del Loro Piana jumping team, è cresciuto avendo come mentori i primi tre cavalieri più importanti al mondo: Steve Guerdat, Marcus Ehning e Henrik Von Eckermann. Originario di Lecce, 37 anni, De Luca è il primo cavalliere italiano da 10 anni nella ranking list dell’equitazione: «Mi fa piacere avere questo titolo, ma non è un traguardo che mi sono fissato durante gli anni. Come “uomo di cavalli” punto di più a dare il buon esempio ai giovani, perché il rispetto degli animali è la prima cosa».

L'OFFICIEL HOMMES ITALIA: Come hai cominciato con l’equitazione?
LORENZO DE LUCA: Avevo provato tanti altri sport ma ero attratto da un maneggio che vedevo sempre. Quando sono salito in sella la prima volta ho provato un’emozione incredibile, tanto da iniziare a frequentare le lezioni tre volte alla settimana. Mio padre mi ha comprato un cavallo, fidandosi di un venditore, ma era complesso da gestire; lo avevo preso come sfida e cadevo tre volte al giorno. Quando abbiamo cercato di venderlo per prendere un cavallo più semplice, il commerciante, che ha colto la mia devozione per l’equitazione, mi ha molto supportato. Ho quindi cominciato a fare concorsi nazionali e a vedere la mia professione prendere forma; il mio obiettivo era circondarmi di persone fidate per avviare la carriera ed essere autosufficiente. Da tre anni faccio parte di una scuderia e so di avere la fiducia dei proprietari dei cavalli e degli sponsor e il rispetto di tutto il team.

LOHI: Che rapporto hai con i cavalli?
LDL: Sono come le persone, ogni cavallo ha un carattere proprio ed è bello imparare da loro. È una ricerca simbiotica continua, cerco di entrare nella loro testa per capire come ragionano, quali sono i comandi che recepiscono al meglio per strutturare a mia volta per loro un training su misura. Ho la fortuna di avere tanti cavalli e ogni mattina è stimolante coltivare un rapporto esclusivo.

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Lorenzo De Luca al Gran Premio Roma di Piazza di Siena (Courtesy of Loro Piana).


LOHI:
Quali sono le qualità del cavallo su cui ti soffermi di più?
LDL: Un cavallo campione possiede una testa da combattente. Ho vinto il gran premio a Roma con Alifax che era sicuramente un cavallo vincente, ma non era riconosciuto per le sue prestazioni. Mi è rimasto nel cuore perché insieme siamo riusciti a mantenere il primo posto per cinque anni e per me questa è la soddisfazione più grande. Possedeva un’esuberanza che non potevo reprimere, perché altrimenti avrei tolto tanto di quello che poteva darmi sul ring. Mi vengono i brividi a ricordarlo. Percepiva - e a mia volta percepivo - la differenza quando entrava in gara, era un leone.

LOHI: Quanto è importante la divisa nell’equitazione?
LDL: Fondamentale, bisogna sentirsi a proprio agio con camicia e giacca. Quando ero piccolo e vedevo Piazza di Siena con i migliori cavalli e cavalieri sponsorizzati Loro Piana per me  farne parte era un traguardo. Anche al di fuori dell’equitazione sono una persona molto classica e quindi il match con l’abbigliamento Loro Piana è perfetto.

LOHI: Quali sono state le maggiori difficoltà durante la tua carriera?
LDL: Quando sono andato via da casa non sapevo a cosa andavo incontro e non avevo persone fidate che mi indirizzassero.

LOHI: Hai mai pensato ad un piano B?
LDL: Si probabilmente avrei continuato in qualche modo facendo l’istruttore. Può capitare di non saper gestire le pressioni delle competizioni o di non avere la stoffa per gareggiare. Io sono realista con me stesso e questo mi dà la carica per migliorarmi.

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Lorenzo De Luca al Gran Premio Roma di Piazza di Siena (Courtesy of Loro Piana).

"Nellequitazione puoi coltivare un rapporto simbiotico con il cavallo". Lorenzo De Luca

LOHI: Come ti prepari dal punto di vista fisico e mentale per una gara?
LDL: Mi alleno tre volte a settimana con esercizi di core stability per l’equilibrio. Cerco di isolarmi un’ora prima della competizione per mantenere la concentrazione, è molto importante che il cavallo non percepisca la minima rigidità muscolare.

LOHI:
Credi nel mental coaching?

LDL: L’ho approcciato da poco e percepisco dei benefici. Tuttavia penso che la mia storia mi abbia molto irrobustito mentalmente, ma se lo avessi avuto questo supporto agli esordi, avrei gestito meglio situazioni di stress.

LOHI: La gara più complessa e quella che porti nel cuore.
LDL: La più difficile a livello tecnico, il Gran Premio a Calgary in Canada, quella che porto più nel cuore è il Gran Premio qui a Roma. L’anno prima avevo condiviso la Coppa delle Nazioni con tre cavalieri, vincere in maniera individuale è un goal personale che si raggiunge solo con il tuo cavallo e il tuo team.

LOHI: Che rapporto hai con la sconfitta e le penalità in gara?
LDL: Cerco di non eccedere per le vittorie o deprimermi nelle sconfitte, di mantenere l’equilibrio. A volte non si ha nemmeno il tempo per elaborare, abbiamo concorsi ogni settimana...

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