Francesco Pignatelli racconta "Mediterranea" la collezione SS22 di Carlo Pignatelli
Il video e la collezione Primavera Estate 2022 di Carlo Pignatelli presentata a Pitti Connect.
L'arte per la sartorialità tradizionale senza dimenticare l'attenzione per i dettagli. Carlo Pignatelli presenta su Pitti Connect (la piattaforma digitale che integra l’esperienza dei saloni di Pitti Immagine in programma dal 30 giugno al 2 luglio) la collezione uomo Sartoriale Primavera Estate 2022. Intitolata "Mediterranea", le nuove creazioni del direttore creativo Francesco Pignatelli, raccontano il guardaroba maschile nightwear e si distinguono per la loro allure fluida con una palette cromatica degna di nota. Per l'occasione L'Officiel Italia ha intervistato Francesco Pignatelli che ha raccontato i distintivi del marchio italiano celebrando il decimo anniversario della sua direzione creativa.
Che cosa avete presentato a Pitti Connect?
Per l'edizione di giugno 2021 a Pitti Connect abbiamo presentato la nostra collezione uomo Primavera Estate 2022 Sartoriale. Una linea di Carlo Pignatelli con un taglio principalmente evening-wear.
Raccontami la collezione “Mediterranea” Sartoriale Primavera Estate 2022?
La nostra nuova collezione è intitolata "Mediterranea" perchè racchiude tutti i colori del Mar Mediterraneo. Abbiamo inserito nella nostra palette il blu il bianco e i colori delle ceramiche utilizzate per arredare le case al mare. Ma il concetto non si ferma esclusivamente ad una questione di cromie, per me Mediterranea è attitude. Il mare trasmette tranquillità, lentezza e fluidità, un concetto focale sulla quale ruota intorno il nostro racconto del video.
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Qual’è la narrativa del video “Mediterranea”?
Ci piace raccontare che è girato in luogo e in un tempo indefinito con degli attori indefiniti. Una dimensione onirica che racconta il concetto fludio di tempo e di personaggi. Dall'ambientazione emergono gli spazi di un capolavoro dell’architettura modernista italiana degli anni '50. Un'ambiguità tra presente, passato e futuro che viene ripresa nel video con i protagonisti due uomini e una donna che sono vestiti esattamente con gli stessi abiti della collezione. Un gioco fluido delle parti. Una scelta stilistica che non vuole coincidere con il momento storico che stiamo passando ma semplicemente per arricchire il nostro punto di vista sulla fluidità. Non abbiamo realizzato un guardaroba per lei, ma la nostra giacca, che è il nostro capo icona, è come se non avesse identità.
Che rapporto avete con la sartorialità italiana? Quanto è importante per voi l’artigianalità e il concetto di Made in Italy?
Io ho lavorato 25 anni con mio zio e se non aveva in mano una penna, aveva in mano un ago. Sono sempre stato in contatto con il mondo sartoriale. Andavo insieme a lui nei laboratori per toccare con mano i capi quinti abbiamo un rapporto molto stretto con il concetto di sartoriale italiano e per noi va oltre all'etichetta sopra un abito. L'artigianalità è aspetto fondamentale per noi,
Come funziona il tuo processo creativo?
In realtà chiamarlo processo creativo sembra uno schema metodico e deciso a tavolino. Ci sono sicuramente alcune fasi da prendere in considerazione ma nel momento in cui si entra nella fase creativa, si può ottenere il risultato in tanti modi. È importante mantenere alto il livello di condivisione sia con il mondo ma anche con le relazioni tra persone. Trovo che sia fondamentale prendere tempo per lasciarsi trasportare dalle emozioni e dalle suggestioni, per intraprendere nuove strade e prendere decisioni inaspettate che funzionano alla perfezione per il risultato finale.
In cosa si distingue l’uomo Carlo Pignatelli?
L'uomo Pignatelli si distingue per la sua vocazione nei confronti dell'abbigliamento da sera. Noi siamo un brand che ragiona in vista degli eventi, cerimonie, serate, vernissage e party. Da sempre abbiamo questa passione per gli abiti eleganti e per lo smoking da sera.
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Come avete vissuto il periodo della pandemia?
Con tanto senso di attesa, che è quello che volevamo un po' raccontare nel video con i posing e le movenze dei modelli e modelle. Aspettiamo solamente il momento in cui tutto possa ripartire nuovamente, ma non come prima: con tranquillità, calma e la consapevolezza nell'attesa.
Qual è stato il tuo più grande maestro?
Mio zio. Lui mi ha insegnato la maggior parte di cose che conosco. Ancora oggi mi rendo conto dei suoi insegnamenti, che spesso porto avanti in maniera automatica e inconsapevole ma che comunque facevano parte del suo approccio al lavoro o al modo di fare. Mi ha formato nel modo più naturale e tradizionale, facendomi entrare in ufficio e facendo finta di non guardarmi, in realtà aveva quattro occhi puntati su di me.
Quest’anno sono 10 anni che sei direttore creativo di Carlo Pignatelli. Com’è cambiato il tuo menswear?
Mi piacerebbe dire che è cambiato poco. È cambiato ovviamente nelle forme e sicuramente nell'utilizzo delle materie prime con cui realizziamo le collezioni. L'occhio di riguardo per l'ambiente e le tematiche sostenibili è una cosa di cui 10 anni fa nessuno se ne occupava. Oggi quando guardi le collezioni di tessuti non c'è nessun fornitore che non propone anche solo una piccola capsule con tessuti realizzati con tecniche green o bio. Questo è stato un grande cambiamento per noi. Se dovessimo parlare di stile, la nostra giacca è cambiata ca livello di proporzioni ma conseva la nostra tradizione sartoriale.
Come vivi l'assenza di una presentazione fisica o un fashion show?
Per chi fa il mio lavoro è chiaramente il momento più bello e soddisfacente. Quando vedi gli abiti in passerella o sui modelli hanno un'anima diversa rispetto a quando li vedi appesi su un manichino. L'evento fisico o il fashion show è decisamente più premiante, al tempo stesso penso che il non porterlo fare in questo momento ci abbia fatto scoprire alternative valide per trasmettere i messaggi.
Cosa ti aspetti dal futuro di Carlo Pignatelli?
Ci aspettiamo tutti di lavorare in una maniera più sana. Il rispetto per l'ambiente è un discorso che porteremo avanti. Non solo come messaggio promozionale o di vendita, ma piuttosto come un gesto fondamentale per il nostro pianeta, benchè sia difficile portare avanti questa etica o creare collezioni solo con materiali sostenibili.
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