The Now Icon: Ed Westwick x LuisaViaRoma.com
Inglese, classe 1987, Ed Westwick è diventato famoso per il ruolo di Chuck Bass, un playboy poco raccomandabile dell’Upper Est Side, nella serie televisiva “Gossip Girl”. Ora sta per uscire “Enemy Lines” e a marzo ha presentato al Mammoth Film Festival uno short di 18 minuti che segna il suo debutto alla regista
Ed, sei figlio di una psicologa e di un professore universitario. Come ti sei avvicinato al mondo della recitazione?
È un amore nato da piccolo, quando mia madre mi portò a vedere per la prima volta un musical. Ero affascinato da quel mondo. Lo stesso accadeva quando guardavo i film al cinema o in televisione, sognavo ad occhi aperti. Ho fatto anche parte di gruppi amatoriali poi ho studiato al National Youth Theatre. È stato sul set di “Breaking & Entering” di Anthony Minghella che ho capito che recitare era quello che davvero volevo fare.
È stato un percorso facile?
Niente affatto, soprattutto all’inizio. Mi sono scontrato con le difficoltà di questa professione. Fra un ingaggio e un altro non sapevo cosa fare della mia vita, ho provato anche repulsione per questo mestiere.
Chi ti ha sostenuto nei momenti di difficoltà?
Ho una famiglia unita alle spalle.
Hai anche fatto parte di una band. La musica è ancora importante per te?
Molto. Ho appena diretto il mio primo cortometraggio, “Tether”. Abbiamo girato per due giorni a Los Angeles; immagino una scena e subito la associo a una traccia o a una melodia che possa esprimere l’atmosfera e le emozioni che quell’immagine suscita in me. Oltre a questo, ho scritto e registrato qualche canzone. Usciranno presto, spero.
La notorietà è arrivata con “Gossip Girl"... Ti aspettavi tutto questo successo?
È stato inaspettato. Quando inizi un nuovo progetto non sai mai dove ti porterà o se avrà successo. Sul set però mi rendevo conto di avere la fortuna di lavorare con professionisti molto capaci. In più, lo studio e la rete televisiva ci hanno supportato in tutto. Questo è ciò che serve. Oltre a un po’ di fortuna e di tempismo, in effetti.
Quanto conta la fortuna?
È fondamentale. Senza fortuna non sarebbe successo niente di tutto questo. Ma non conta solo trovarsi nel posto giusto al momento giusto, o avere tra le mani il copione perfetto. È importante impegnarsi e focalizzarsi sull’obiettivo. È quello che ho sempre cercato di fare nella mia vita.
Che tipo sei nella vita di tutti i giorni?
Riflessivo. Mi piace soffermarmi sulle cose, lascio poco o nulla al caso. Mi piace mettere continuamente a fuoco la mia vita.
Il tuo sbaglio più grande?
Tutti i miei tatuaggi.
Il tuo cibo preferito?
La cucina cinese. Certo anche quella italiana non è male.
Hai lavorato con i più grandi nomi del cinema, fra cui Jude Law, Juliette Binoche, Leonardo DiCaprio, Felicity Jones. Chi ti ha particolarmente colpito?
Sul mio primo set, “Breaking and Entering”, ero incantato da Juliette. Tra una scena e un’altra si strofinava le mani e si dava dei pizzicotti per “rinfrescarsi”. Spesso proviamo la stessa scena molte volte, ma ogni ciak deve sembrare il primo in assoluto. Questo mi ha insegnato Juliette. Avevo 17 anni e poca esperienza. Quella è stata una delle più grandi lezioni di recitazione che abbia mai ricevuto.
Com’è stato lavorare con Clint Eastwood?
Del set di "J. Edgar" con il signor Clint Eastwood ricordo un’atmosfera molto calma. Riusciva a creare l’ambiente perfetto per ogni attore. Clint Eastwood non dice “azione!”, ma “sono pronto quando tu sei pronto”: è questo l’approccio che ho adottato per il mio film, “Tether”, è il miglior modo per mettere l’attore a suo agio. Col metodo tradizionale sembra di dover dare il via ad una corsa automobilistica!
Con quale regista ti piacerebbe lavorare?
Richard Linklater. Amo la sua trilogia “Before”. Ho letteralmente perso la testa per il primo capitolo, “Before Sunrise”.
Ti interessa la moda?
Mi piace vestirmi bene. Non mi interessano i trend e la hype. Vengo invitato a eventi molto cool: anche se qualcosa a volte non mi piace e non la capisco, apprezzo sempre gli ambienti dove ci si può esprimere liberamente. Seguo la stessa filosofia per i miei film.
Puoi dirci qualcosa di più sui due film in uscita nel 2020, “Enemy Lines” e “Me, You, Madness”?
“Enemy Lies” è un film d’azione sulla Seconda Guerra Mondiale. Io interpreto un soldato americano, Major Kaminski. La storia è ispirata a fatti realmente accaduti e si concentra su un’operazione segreta del 1943 in Polonia. “Me, You, Madness”, invece, è la commedia più romantica in cui abbia mai recitato. Ha un’ambientazione contemporanea, ma una colonna sonora degli anni ’80. Parla di un serial killer e di un ladro con un legame speciale. In una scena devo ballare indossando una vestaglia rossa di seta.
In “Tether”, il tuo primo cortometraggio, sei stato co-sceneggiatore, regista, produttore e attore. Com’è stato?
Incredibile. Dopo anni passati dietro alla cinepresa finalmente ho potuto sperimentare. Ho sempre voluto lavorare alla regia di un film e vorrei continuare a farlo. Ho amato ogni step, fin dall’inizio. Essere un artista, significa evolversi continuamente. Mi sono ispirato molto a Fellini e ho scelto di includere nel film “Al di là”, una canzone cantata in parte in italiano. Nessun Paese produce opere d’arte così belle come quelle italiane.
Quali consigli daresti agli aspiranti giovani attori?
Provate a fare qualcosa di nuovo. Tutto è cambiato, tutto cambia: non cercate di essere qualcosa che avete già visto.
Foto Frederic Monceau
Fashion LUISAVIAROMA.com
Testo Paolo Briscese
Styling Marco de Lucia
Grooming Virginie Pineda
Production Federica Fragnoli @luisaviaroma.com
Scarica la versione digitale di questo giornale QUI.