Ludovico Girardello: dal cinema alla musica
19 anni, il primo ruolo da protagonista con “Il ragazzo invisibile” di Gabriele Salvatores. In futuro la musica con la sua band Wudoo Records. La felicità? È legata all’anima di Ludovico Girardello
Foto Dario Salamone
Styling Alessandra Faja
«Non farei un cinepanettone nemmeno se vivessi sotto un ponte e stessi morendo di fame». Ludovico Girardello ha le idee chiare sul cinema italiano: «Dovrebbero sparire dalla faccia della terra anche tutte le commedie scontate e banali. “Il capitale umano”: quello sì che è un film».
Lo dice con un sorriso ironico e ne ha tutto il diritto, visto che nel suo primo ruolo da protagonista è stato diretto da un premio Oscar. Gabriele Salvatores l’ha scelto tra migliaia di adolescenti e numerosi provini per la storia di un supereroe: “Il ragazzo invisibile”. Oggi, a diciannove anni, Ludovico sembra non avere dubbi sul suo percorso: «Vorrei fare quello che mi piace con la massima libertà», come gli ha insegnato il padre: «Non mi ha mai preso da parte per farmi grandi discorsi, l’ho capito guardandolo. Quando fai arte non devi avere censure. È questo che mi ha trasmesso fin da piccolo». È una frase chiave, che l’ha spinto a sperimentare ambiti diversi: dalla recitazione al disegno, fino alla musica, con un gruppo nato da poco e pronto a debuttare. «Si chiama Wudoo Records, facciamo rap e abbiamo un progetto in uscita per questa estate», dice Girardello, che compone per necessità: quella di raccontare storie. «Lo storytelling è la scrittura che preferisco e, facendo l’attore, mi viene facile descrivere un personaggio. Mi piacciono i testi che hanno una trama composta da un inizio e una fine». Tra le rime ci sono molte citazioni letterarie e filosofiche, inattese da chi il Novecento non l’ha nemmeno sfiorato. Ludovico è nato nel 2000 a Vittorio Veneto ed è cresciuto in una famiglia numerosa: due sorelle attrici, un fratello laureato in storia del cinema e due genitori nel mondo dell’arte: «Mio padre scrive, dipinge e mi ha sempre portato al cinema. Mia madre a teatro». Un’infanzia immersa nelle storie: «Quello che vedi da piccolo ha un impatto molto più forte rispetto ai film che vedi da grande. Il talento è qualcosa che nasce presto. Già dall’asilo si può intuire se un bambino ha un’attitudine, che però si sviluppa solo se l’ambiente e le persone intorno a lui lo incoraggiano», dice Ludovico: «I bambini imparano dagli altri e li prendono come esempio. Se mia sorella lavorasse alla Nasa e mio fratello facesse il chimico, non so se sarei finito a recitare».
L’esordio con Salvatores gli ha cambiato la vita: «Andavo in seconda media ed ero il tipico sfigato preso di mira da tutti. Dopo quel film l’atteggiamento degli altri è cambiato e non mi è piaciuto per niente, ma ho capito che ero entrato in quel mondo che prima vedevo solo da lontano, dove un po’ ti amano e un po’ ti odiano. È stato uno shock, ma anche esaltante». Basta dare uno sguardo a Instagram per capire quanti account sono stati aperti con il suo nome: «Sono contento perché significa che quello che faccio è apprezzato, visto che il mio lavoro è comunicare. Anche se non seguo le regole: posto le foto quando mi va, non sono per niente strategico». Si impegna però a veicolare dei messaggi su temi che gli interessano: «Cerco di far aprire gli occhi alle persone su alcuni problemi. Sono molto legato alla natura e all’ambiente. Mi si spezza il cuore nel vedere chi non se ne prende cura. Tempo fa si pensava che nel 2019 ci sarebbero state le macchine volanti e un pianeta migliore, invece abbiamo sempre più isole di rifiuti in mezzo agli oceani» continua Ludovico, «per me è assurdo vedere qualcuno come Fedez, che è seguito da milioni di persone, e che sceglie di festeggiare il compleanno giocando con il cibo quando c’è gente che muore di fame».
Internet e i social sono mondi dai quali prende distanza: «Il telefono ti permette di connetterti con l’altra parte del mondo, ma ti distanzia dalle cose che ti sono vicine. Invece di cazzeggiare tutto il pomeriggio, a volte sarebbe meglio lasciarlo a casa e uscire a fare una passeggiata, respirare aria fresca». La vita da studente e quella di attore non sono facili da coniugare: «Sono stato bocciato due volte, quindi ora sono in quarta superiore. L’organizzazione di tutto è difficile, però se si comincia già dall’età della scuola a capire cosa si vuol fare da grandi è positivo, perché si ha una direzione, anche se si fa più fatica degli altri». Ludovico ha dovuto rinunciare a vari progetti per riuscire a portare avanti lo studio, anche se non è mancata la partecipazione a “Capri-Revolution” di Mario Martone e “Il ragazzo invisibile - Seconda generazione” (sequel del primo). «Salvatores è stato uno dei miei tanti mentori e mi ha insegnato ad avere il coraggio di fare le cose a modo mio», ammette. Alcuni dicono che sia la strada giusta verso la felicità: «Credo che quella sia legata all’animo della persona. Se hai un animo semplice la troverai nelle piccole cose, se l’ego è ambizioso la troverai in cose più grandi di te». Ludovico apprezza ogni minuto che trascorre con i suoi amici e la vita fuori dai grandi centri, in mezzo alla natura: «Il buongiorno di uno sconosciuto ti può svoltare la giornata», dice, sorridendo. E prosegue: «Quando finirò il liceo andrò a fare un bel viaggio, voglio vedere posti nuovi e incontrare persone nuove», il Giappone è una delle mete, «perché ha una cultura molto diversa dalla nostra. L’università è sicuramente l’ultimo dei miei pensieri». Anticonformista, provocatore, è difficile rinchiuderlo in una definizione, Ludovico non è né ambizioso né vanitoso: «Mi vesto male, metto pantaloni mezzi rotti e felpe larghe. Forse è per questo che mi seguono su Instagram», dice, ridendo. Gli piace fare spettacoli per bambini: «Gli attori importanti dicono che sono più facili, invece sono più impegnativi rispetto a quelli classici, ma è bello lavorare sulla maschera e sul corpo per accentuare la recitazione. A me basta poco per essere felice: uno spettacolo, un pomeriggio a disegnare, a scrivere», dice, fermandosi a pensare: «Anche adesso, mentre parliamo, sono molto allegro. Mi metto nella categoria di chi ha l’animo semplice».
Capelli: Massimo Gamba - Atomo
Grooming: Angela Montorfano
Assistente fotografo: Giulia Bergamasco
Assistente stylist: Marco Venè
Si ringrazia Giulia Achenza per la location