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Jonathan Bailey l'intervista al protagonista della seconda stagione di "Bridgerton"

Mentre prepara la seconda stagione di "Bridgerton", la serie Netflix dal successo planetario, racconta le sue passioni: la musica, gli amici, il teatro.

L'intervista e l'editoriale di Jonathan Bailey attore di Bridgerton - L'Officiel Italia
Jonathan Bailey indossa Sahariana, CANALI.

Jonathan Bailey ha preso la quotidiana lezione di equitazione e ha chiuso una call con un regista, la routine in preparazione per il set della seconda stagione di Bridgerton. Lattore, diventato famoso grazie al successo planetario della serie Netflix firmata Shonda Rhimes, ha una storia che aspetta di essere scoperta. Lo si intuisce quando alla domanda diretta: «Qual è la tua canzone?» lui risponde con Gracelanddi Paul Simon. È la track che dà il titolo al sesto album del musicista e apparentemente parla di un viaggio sulla Route 61 in direzione della tenuta di Elvis Presley a Memphis. In realtà è una metafora, o un trip catartico, in chiave folk pop che racconta la fine struggente dell’amore con l’attrice Carrie Fisher. Ecco, questo è Jonathan Bailey.

L’OFFICIEL HOMMES ITALIA: “Bridgerton” è stata la serie più vista di sempre su Netflix, com'è effettivamente cambiata la tua vita?
JONATHAN BAILEY: Mi sento esattamente lo stesso di prima. È vero, per certe cose più pratiche ci sono stati dei cambiamenti, ma io sono sempre lo stesso. Il successo è arrivato in un momento in cui la vita di tutti è radicalmente cambiata, non riesco a vedere i miei amici ma questo è per quello che stiamo vivendo, non per il mio successo.

LOHI: La seconda stagione di “Bridgerton” sarà incentrata su Anthony, il personaggio che interpreti. Nel primo capitolo di questa saga abbiamo visto quanto, in fin dei conti, il tuo personaggio abbia dovuto sacrificare per colpa delle sue paure...
JB: Sarà una seconda stagione con tante sorprese per tutti i personaggi principali. Ho un debole per Anthony, non solo perché è il personaggio che interpreto. Penso che abbia una storia complicata e tormentata. Non vedo l’ora di mostrare a tutti cosa gli accadrà e di accompagnarlo nel suo percorsoverso la felicità. Mamma Bridgerton (Ruth Gemmell, nda) è straordinaria e la vedrete supportare Anthony esattamente come ha fatto con Daphne e poi nella prossima stagione farà lo stesso con... Non posso dirlo, sarebbe uno spoiler pazzesco.

Pull con collo a camicia, HERMÈS; shorts, FENDI; foulard di seta, Z ZEGNA.

"Mi sembra di essere in un uragano ma immobile e al centro, vedo tutto girare e mi chiedo cosa stia succedendo. Allo stesso tempo sono nella tranquillità di casa mia." Jonathan Bailey

Cappotto, JW ANDERSON; gilet, BIKKEMBERGS; pantaloni, DSQUARED2.

LOHI: Che effetto fa sapere di essere in una saga che, con buona probabilità, durerà otto stagioni?
JB: Invecchierò mentre i fratelli Bridgerton più piccoli cresceranno e diventeranno adulti, sarà stranissimo. Ma essere in una produzione del genere è un’opportunità che capita una volta nella vita.

LOHI: E come ti senti esattamente dopo il successo di questo progetto?
JB: Mi sembra di essere in un uragano ma immobile e al centro, vedo tutto girare e mi chiedo cosa stia succedendo, allo stesso tempo sono nella tranquillità di casa mia. Sentire i miei amici mi tranquillizza e mi riporta con i piedi per terra.

LOHI: Non sei nemmeno un tipo da social network, nonostante i tuoi quasi 900 mila follower...
JB: Instagram mi diverte e amo molto la fotografia, ma sono anche un tipo riservato. I social ti permettono di comunicare con tante persone, cosa che non faresti normalmente, ecco quel senso di connessione è emozionante. Mi piace sapere di avere la possibilità di vedere che cosa succede ma anche di poter fare un passo indietro e starne alla giusta distanza.

LOHI: Sei molto riservato eppure hai deciso di fare coming out all’inizio della tua carriera.
JB: In realtà ho sempre pensato solo a essere me stesso. Non ci sono state strategie. La verità è che da attore ogni volta affronto un progetto con un approccio differente. Mi sono sempre fidato dei registi con cui ho lavorato e quindi mi sono trovato a interpretare tanti ruoli diversi ma in cui ho sempre creduto. Bridgerton” grazie a Netflix arriva anche in Paesi in cui l’omosessualità è ancora illegale e forse sapere di avere nel cast un attore apertamente gay che interpreta un ruolo come quello di Anthony, può fare la differenza.

Cappotto stampato, SALVATORE FERRAGAMO; giacca con tasche applicate, Z ZEGNA; polo, LACOSTE; pantaloni, HERMÈS; mocassini, G.H. BASS.
Cappotto e cravatta, GUCCI; polo di maglia, LOU DALTON; pantaloni, DUNHILL; guanti vintage, COSTUME STUDIO, LONDON.

LOHI: Ti sei mai pentito di questa scelta?
JB: Ci sono momenti in cui è stato più difficile, ma pentito mai. Credo che i gay debbano in qualche modo sempre adattarsi, imparare a schivare certi ostacoli. Siamo cresciuti in un’epoca in cui per sopravvivere abbiamo dovuto imparare a essere creativi. Essere apertamente gay a teatro è completamente diverso dall’esserlo nell’ambiente del cinema o della televisione. Se lavori sodo ci sono dei punti di accesso e non importa che cosa ti piace, conta solo se sei bravo.

LOHI: Cinema, teatro, musical e tante serie tv: qual è stato il turning point della tua carriera?
JB: Credo che una cosa davvero grande per me sia stata “National Theatre Live: Othello” del 2013. Essere lì, in quel teatro e sentimi totalmente sopraffatto. Avevo fatto sei audizioni, ci tenevo tantissimo e interpretare Cassio è stato un privilegio. Era fine dicembre quando mi dissero che avevo ottenuto la parte e mi ricordo fu il miglior modo di festeggiare quel Natale.

LOHI: Che tipo di amico sei?
JB: Mi piace guardare ciò che fanno i miei amici, godere con loro dei bei momenti ed esserci in quelli difficili, questa è l’empatia. L’ anno appena trascorso ci ha fatto diventare molto più vicini, almeno io credo sia così. Siamo tutti provati da ciò che ci sta accadendo e sapere di avere l’appoggio delle persone care è fondamentale. Ho molti amici attori con cui mi sento regolarmente e soprattutto a cui chiedo feedback quando esce un mio lavoro e viceversa. Quando il loro momento arriva io lo sento quasi di più, mi gaso tantissimo.

LOHI: Ci sono stati momenti in cui hai pensato di mollare la tua carriera da attore?
JB: Certo, l’ho pensato molte volte. Ma poi come in ogni mestiere devi essere capace di lavorare sulle tue debolezze e, nel mio caso, saper interpretare ruoli che magari non sono fatti per te e saper accettare che quelli che credi perfetti per le tue corde non ti vengano assegnati. A un certo punto ho pensato “se mi va male questa audizione provo ad andare a lavorare in un circo”. Sono ancora sorpreso e non finirò mai di stupirmi per ciò che mi sta accadendo.

LOHI: Quando hai ritirato il premio Laurence Olivier nel 2019 per la tua interpretazione nel musical “Company”, hai parlato di amore. Cos’è l’amore per te oggi?
JB: Penso che sia quando tutto improvvisamente si allinea e ti senti dalla parte del giusto, quando tutto sembra finalmente a posto.

Cappotto, STEFAN COOKE; pull a collo alto con zip, DANIEL W.FLETCHER; pantaloni e stivali, JIL SANDER.
Smoking, CARLO PIGNATELLI; polo di maglia, LOU DALTON; fascia da smoking, DIOR; guanti vintage, COSTUME STUDIO, LONDON.

LOHI: Sei innamorato?
JB: Ora mi sento full of love e mi chiedo se mi sono sempre sentito così, vengo da una bella famiglia numerosa. Credo che la vita ti faccia tante sorprese e che l’amore arrivi in diverse forme. Ma in fin dei conti il segreto è davvero quello di imparare ad amarsi per poi fare spazio a ciò che arriva ed amarlo al massimo.

LOHI: Sicuramente ami la musica. Cosa ti piace?
JB: Drake e oggi ho scoperto Sonia una cantante croata: mi perdo nelle proposte di Spotify e faccio meravigliose scoperte. Sai qual è una cantante che amo? Tove Lo, l’ho ascoltata per tutto il primo lockdown.

LOHI: E se dovessi scegliere una canzone che sia la tua canzone, quale sarebbe?
JB: “Graceland” di Paul Simon.

LOHI: Jonathan, in cosa cosa sei bravo?
JB: Sono sicuro di essere un bravo ascoltatore, mi piace dare attenzione a chi sta parlando con me. Ma vorrei imparare a dire più spesso di no.

LOHI: La cosa che ti manca di più della vita pre-pandemia?
JB: Le cene, le feste con gli amici e il teatro. Quando andavamo a teatro lo davamo per scontato, pensandoci ora era così bello potersi godere tre ore fuori dal mondo.

Cardigan e pull con profili a contrasto, BRUNELLO CUCINEL- LI; camicia di cotone stampato e pantaloni, DIOR.

TALENT Jonathan Bailey
PHOTOGRAPHY Jason Hetherington
STYLING Gaultier Desandre Navarre
INTERVIEW Manuel Campagna
CREATIVE PRODUCER Elliott Foote
GROOMING Liz Taw @ THE WALL GROUP
DIGITAL OPERATOR Andy Mayfield
STYLING ASSISTANT Leonor Carvalho

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